Pedagogia del lavoro

Direzione: Giuditta Alessandrini (Università di Roma Tre), John Polesel (Melbourne University), Massimiliano Costa (Università Ca Foscari di Venezia)

Comitato scientifico: Maria Luisa De Natale (Università Cattolica Milano), Isabella Loiodice (Università di Foggia), Michele Pellerey (Università Salesiana), Paolo Federighi (Università di Firenze), Umberto Margiotta (Università Ca’ Foscari di Venezia), Arduino Salatin (Università Salesiana), Henning Salling Olesen (Roskilde University,DK), Giuseppe Zago (Università Padova), Emmanuele Massagli (Adapt), Gabriella A leandri (Università Roma Tre) Velleda Bolognari (Università di Messina), Vanna Boffo (Università di Firenze), Fabrizio D’Aniello (Università di Macerata), Piergiuseppe Ellerani (Università di Lecce), Claudio Melacarne (Università di Siena), Massimo Margottini (Università di Roma Tre), Luca Refrigeri (Università Molise), Andrea Cegolon (Università di Macerata), Daniela Dato (Università di Foggia), Angela Muschitiello (Università Bari)

Comitato editoriale: Alessandra Gargiulo Labriola, Ines Giunta, Valerio Marcone, Daniele Morselli, Claudio Pignalberi, Cristiana Simonetti, Andrea Strano

La riflessione sul senso che il lavoro ha per l’uomo e per la donna occupa un posto centrale nell’ambito del discorso pedagogico. Il lavoro è un concetto cardine della modernità ed è attraversato nella contemporaneità, da profonde trasformazioni in seguito al mutamento dei fattori demografici, alle trasformazioni dei sistemi produttivi ed alla digital trasformation.
Mai come oggi la riflessione pedagogica del lavoro deve confrontarsi con il tema dei diritti, delle “capacitazioni”, delle nuove forme di welfare. Da qui il dialogo con le altre discipline che si occupano di lavoro nell’ambito delle scienze sociali (diritto ed economia, sociologia, psicologia, antropologia).
La prospettiva pedagogica sottolinea il primato della valenza educativa del lavoro e la centralità dei processi identitari che in esso si inscrivono per la persona. Molte voci si levano in questa direzione nel dibattito culturale ed accademico ma si avverte il bisogno di un canale editoriale che perimetri il campo d’indagine ed individui nuovi orizzonti di sviluppo della pedagogia del lavoro.
La collana Pedagogia del lavoro propone, dunque, saggi e ricerche che intendono affrontare una lettura pedagogica del lavoro nelle sue diverse dimensioni: gli aspetti critico-teorici (l’analisi dei nuovi scenari dell’innovazione, il tema della disuguaglianza, il dibattito internazionale sul “work based learning, il tema dell’alternanza, dell’orientamento e del sistema duale nei processi scolastici), ma anche metodologiche che hanno una ricaduta sullo sviluppo personale, professionale e sociale (agency, imprenditività, social innovation).
Tra queste ultime si segnalano la riflessione sulle competenze, i processi”, il tema dell’analisi dei fabbisogni, i processi di transizione dei giovani verso la vita attiva e l’orientamento verso l’occupabilità ed infine i processi di formazione continua e formazione formatori e l’interazione con i nuovi scenari tecnologici (smart working, sharing economy e open innovation).
La collana vuole essere uno strumento aperto di confronto interdisciplinare per la community di studiosi in area pedagogica, accademici e non, che lavorano intorno alle tematiche del lavoro; si indirizza pertanto ad un vasto pubblico di lettori (studenti, esperti di formazione ed operatori) attenti alla dimensione educativa e pedagogica del lavoro.

Sistema di referaggio: doppio cieco. Pubblicazioni: cartaceo, e book, open access

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Collana Peer Reviewed

La ricerca ha estratto dal catalogo 13 titoli

Daniela Dato, Severo Cardone

Welfare manager, benessere e cura

Impresa e pedagogia per un nuovo umanesimo del lavoro

Il volume tenta di coniugare pedagogia e management, valore economico e valore sociale del lavoro, benessere individuale e benessere organizzativo, nella convinzione che la competitività delle moderne organizzazioni del lavoro dipenderà sempre più dalla capacità di valorizzare il capitale umano e relazionale a disposizione. Accogliendo questo nuovo paradigma, la pedagogia, in quanto scienza di confine, e allo stesso tempo critica e trasformativa, può davvero assumere un ruolo di supporto e di guida al cambiamento organizzativo.

cod. 1163.4

Valerio Massimo Marcone

Work-Based learning.

Il valore generativo del lavoro

Il mondo produttivo deve dialogare e contaminarsi con le scuole e le università, come la Legge 107 prevede. Ripartire dalle scuole e dal sistema duale di apprendimento basato sul lavoro può consentire ai giovani una più adeguata conoscenza delle imprese. Dopo aver presentato il quadro europeo su questi temi, l’autore propone un’ipotesi educativa centrata sul paradigma della “formatività”.

cod. 1163.3

Massimiliano Costa

Capacitare l'innovazione

La formatività dell'agire lavorativo

Il volume tenta di ridefinire in chiave generativa la relazione tra formatività e innovazione. La capacità creativa e innovativa del lavoratore, unitamente ai nuovi processi tecnologici (smart economy, open innovation) e di produzione (shared economy), trasformano il valore performativo della competenza in “competenza ad agire” (agency): questo cambiamento rilancia un nuovo patto formativo e sociale (learnfare) in cui il sistema formativo ed educativo rappresenta la base per capacitare uno sviluppo basato sui talenti dell’uomo.

cod. 1163.1