La società post-industriale nasce sull'onda di una nuova fase del progresso tecnologico negli anni settanta e ottanta.
L'identità di ingegneri e manager artefici di questi mutamenti non sempre corrisponde però alle utopie tecnocratiche del post-industrialismo.
Più che alle trasformazioni dell'industria, devono la loro forma alla cultura e alla politica dei luoghi, ovvero alle sedimentazioni del passato.
Le due aree metropolitane considerate sono due contesti nei quali questo paradosso sembra più visibile.
A Dallas, le nuove professioni dell'alta tecnologia trovano coesione culturale e politica nella tradizione della pietas evangelica e nell'anti-liberismo dei fondamentalisti protestanti.
Derivando i principi ordinatori della morale da una interpretazione letterale della Bibbia, rifiutano gli aspetti culturali della modernità in difesa del patriarcalismo.
A Grenoble, i quadri delle nuove industrie sono diventati portavoce e interpreti di un cristianesimo impegnato nella questione sociale; nel nome di un umanesimo trascendentale, cercano di lottare contro la razionalizzazione e la depersonalizzazione della società moderna.