Il libro è la ricostruzione di un’esperienza formativa condotta con approccio clinico e rivolta agli allievi di un corso IFTS per “Tecnico superiore della selezione e dello sviluppo delle risorse umane”.
La formazione degli adulti oggi richiede dispositivi pedagogici attenti alla complessità dell’esperienza formativa per non appiattirsi su percorsi eccessivamente tecnicistici e per non declinare la professionalità secondo logiche riduzionistiche attente solo alla specializzazione delle competenze.
Il testo qui presentato vuole rendere conto di come l’approccio della clinica della formazione, colto attraverso lo sguardo diretto dei formatori/ docenti coinvolti nel corso e l’ancoraggio alla densità dell’esperienza formativa vissuta sul campo, permetta di esplorare la complessità della dimensione formativa approfondendone i livelli latenti e sfuggenti, le aree nascoste e meno evidenti, le dinamiche affettive e le rappresentazioni cognitive implicite. Il volume propone una costellazione di sguardi clinici e letture pedagogiche accomunati dall’intento di riflettere i “vuoti” del discorso pedagogico, i suoi frammenti e i suoi impliciti come tracce di una latenza pedagogica e di un immaginario che, se esplorati e lasciati parlare, contribuiscono alla costruzione di un sapere complesso, bagaglio irrinunciabile per quanti vogliano costruire una professionalità aperta alla problematizzazione e alla riflessione critica.
Anna Rezzara è docente di Pedagogia generale e di Teorie e modelli della consulenza pedagogica nella Facoltà di Scienze della formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. La sua attività di ricerca e le sue pubblicazioni riguardano i modelli della formazione, la formazione clinica dei formatori, la progettazione educativa e la consulenza pedagogica.
Stefania Ulivieri Stiozzi è docente di Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dedica la sua attività di ricerca a temi psicopedagogici inerenti il rapporto tra sapere pedagogico e sapere psicoanalitico, la relazione e la comunicazione formative, le dimensioni “estetiche” del setting pedagogico.