La geografia ha sempre descritto, con più o me perizia e con maggiore o minore attenzione ai fatti umani, i quadri ambientali all'interno dei quali varie società si sono evolute. C'è stato tuttavia un momento, breve ma intenso, nella storia di questa disciplina, in cui essa è stata considerata chi ve di lettura della realtà sociale e soprattutto strumento di comprensione dei meccanismi che governano tale realtà. Si tratta del periodo dei geografi-anarchici o, meglio, degli anarchici-geografi che, nel loro inedito modo di fare geografia, apponevano come interlocutori ideali i gruppi rivo luzionari del lavoratori europei. II più rappresentativo tra loro viene qui riproposto attraverso al cune pagine significative della sua copiosa produzione.
Elisée Reclus (1830-1905) pone al centro della riflessione geografica non l'ambiente naturale ma la storia e di qui prende l'avvio per analizzare i rapporti sociali di produzione e rovesciare la tesi di Malthus, con la dimostrazione che la Terra abbastanza ricca per nutrire i suoi abitanti in aumento. la sua geografia è soprattutto geopolitica ed è intesa come mezzo, accessibile anche alle classi subalterne, per individuare le strategie del paesi e dei gruppi dominanti e come via per scoprire le possibili alternative alla disumanizzazione della società industriale e alle pericolose manomissioni dell'equilibrio ecologico.
Rileggere questi scritti a un centinaio d'anni di distanza dalla loro stesura può essere utile per tutti coloro che nell'ambito di diverse discipline, si interessano dell'organizzazione degli spazi terrestri e consente di rivisitare un inconsueto metodo d'approccio, per motti versi ancora attuale, al problemi di interazione reciproca fra l'uomo e li suo ambiente.
Pier Luigi Errani (Bologna, 1955), dopo la laurea in storia conseguita presso l'università di Bologna, si è dedicato principalmente allo studio degli anarchici-geografi e ha condotto le sue ricerche, per conto del Cnr, soprattutto presso archivi e biblioteche parigine.