Il fabbricato rurale tradizionale, segno secolare dell'agricoltura del luogo, sta per scomparire, rispondendo ad un fenomeno legato più ai tempi che allo spazio. Dai trulli pugliesi alle cascine lombarde, dalle bauernhäuser tedesche ai barns inglesi, nulla sembra potersi sottrarre al silenzioso e costante fenomeno delle dismissioni. I vecchi fabbricati non sembrano più adatti, o adattabili, ad assolvere ad alcuna funzione moderna; i proprietari si sentono oberati da troppi vincoli; le contraddizioni normative concorrono a scoraggiare anche l'utenza più volonterosa. Al di là del significato storico e documentario di questo patrimonio edile, è necessario trovare le giuste risposte a tutti i problemi che continuano ad indurre il suo abbandono.
Obiettivo delle relazioni raccolte in questo volume è individuare le strade per far sopravvivere questo interessante patrimonio, e indicare le soluzioni più idonee per un suo recupero funzionale e strutturale. A questo scopo un confronto diretto fra tutti gli operatori coinvolti, proprietari e amministratori, agronomi e architetti, agricoltori e politici, fa emergere le problematiche connesse al recupero della cascina lombarda e i limiti degli strumenti attualmente offerti dalla realtà italiana.
Dopo un'analisi dello stato attuale, le possibilità di convertire i fabbricati rurali vengono affrontate alla luce del loro valore storico-architettonico, studiando destinazioni d'uso che risultino compatibili non solo con la conservazione del patrimonio esistente, ma anche con un suo possibile reinserimento nell'agricoltura contemporanea. L'analisi del quadro normativo, nonché delle contraddizioni fra vincoli di tutela e politiche urbanistiche e finanziarie, mette in rilievo intenti e difficoltà di far incontrare interessi pubblici e privati. Il dibattito, di grande interesse, vede coinvolti, fra gli altri, esponenti di ordini professionali, enti parco, centri museali e associazioni spontanee con l'obiettivo di costruire una comune linea operativa perché le cascine, da luogo di abbandono e di degrado, ritornino ad essere luogo di produttività e di vita.
Stella Agostini architetto. Ha iniziato la sua attività nel settore della pianificazione territoriale e paesistica all'interno del Dipartimento di Scienze del Territorio del Politecnico di Milano. Attualmente opera presso l'Istituto di Ingegneria Agraria dell'Università degli Studi di Milano, occupandosi di recupero e riuso dei fabbricati rurali, tematica su cui ha conseguito il Dottorato di Ricerca.
Osvaldo Failla ,dottore agronomo. Attualmente è ricercatore presso l'Istituto di Coltivazioni Arboree dell'Università degli Studi di Milano dove ha svolto il Dottorato di Ricerca. Si occupa di fisiologia ed agronomia delle piante arboree. Dal 1994 è Segretario dell'Associazione Provinciale Milanese Dottori in Scienze Agrarie e Forestali (Amsaf).
Pierpaolo Gòdano pubblicista. Lavora presso la Redazione stenografi de "Il Giornale" di Milano. Ha collaborato con Lombardia Verde ed è stato Vicedirettore di Agricoltura 2000.