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Questo volume esplora la smart city come spazio delle relazioni, luogo in cui innovazione, creatività e resilienza ridefiniscono lo sviluppo urbano. Attraverso un’analisi critica dei modelli internazionali e delle politiche europee, il testo mette in luce le opportunità e i problemi legati a big data, intelligenza artificiale e Internet of Things, interrogandosi sui confini tra efficienza, inclusione e diritti di cittadinanza. Un libro che offre una prospettiva europea e umanistica del futuro urbano, pensato per studiosi, amministratori, progettisti e cittadini interessati a comprendere le sfide e le opportunità della città futura.

cod. 244.1.100

Jana Majerova, Sarka Cizkova

Economic crises and organic food consumption: A Danish perspective

Economia agro-alimentare

Fascicolo: PRE / 1900

The study aims to analyze the impact of the global economic crisis in 2008 and the COVID-19 crisis in 2020 on the consumption of organic food in Denmark, one of the largest markets for organic food in Europe. The Error Correction Model (ECM) has been implemented, with modifications applying the Markov Regime Switching (MRS) methodology o integrate breakpoint analysis. It has been confirmed a statistically significant dependency of organic food consumption on disposable income during both crisis and non-crisis periods. As the identified effect is positive during non-crisis periods and negative during crises, it has been confirmed that organic food consumption significantly increases when disposable income decreases during a crisis. The use of the Error Correction Model (ECM) with modifications incorporating the Markov Regime Switching (MRS) methodology allows the integration of breakpoint analysis and provides a more realistic description of the evolution of the variables under study. The study is designed to explore overall attitudes towards consumption and aims to measure the influence of disposable income on organic food consumption. It also seeks to analyze how this impact evolved over time and during the aforementioned crises.

Barbara de Mozzi

GDPR, contrattazione collettiva e trasferimento di dati all’estero

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 187 / 2025

L’articolo analizza la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 19 dicembre 2024, C-65/23, in tema di protezione dei dati personali dei lavoratori, con particolare riferimento all’art. 88 GDPR e al ruolo della contrattazione collettiva nella disciplina del trattamento dei dati personali in ambito lavoristico. Dopo aver ricostruito la vicenda processuale, l’analisi si sofferma sui limiti alla possibilità, per norme nazionali e contratti collettivi, di introdurre discipline derogatorie o meramente riproduttive rispetto al Regolamento, ribadendo la necessità di rispettare i principi di cui agli artt. 5, 6 e 9 GDPR. Viene approfondito l’ampio margine di sindacato giurisdizionale sul rispetto di tali principi, con esito di non applicazione in caso di incompatibilità. Si affronta poi il tema del trasferimento di dati verso paesi terzi, con attenzione alla saga Schrems, ai meccanismi di garanzia alternativi e al recente Data Privacy Framework con gli Stati Uniti, sottolineando le persistenti incertezze e i possibili impatti della “strategia europea per i dati”.

Valerio Speziale

Licenziamenti illegittimi e piccole imprese dopo la sentenza n. 118 del 2025 della Corte costituzionale

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 187 / 2025

L’A. commenta la sentenza della Corte costituzionale n. 118 del 2025 sugli effetti del licenziamento illegittimo nelle piccole imprese. L’analisi, che contesta la tesi secondo cui le varie sentenze della Corte in tema di licenziamenti sono espressione di una volontà di controriforma della disciplina esistente, esamina tutti i profili giuridici sollevati dalla Corte, approfondendo i principi – elaborati anche dalla dottrina civilistica – in tema di polifunzionalità del risarcimento del danno da licenziamento illegittimo. Vengono poi esaminate le argomentazioni adottate dalla Corte, esprimendo alcune critiche, e sono analizzate anche le caratteristiche che il risarcimento deve avere e le particolari esigenze in materia delle piccole imprese. Il saggio si sofferma, poi, sui problemi ancora aperti, in particolare in relazione alla esiguità di alcune indennità minime previste dalla legge. Infine, l’A. esamina gli effetti che la sentenza potrebbe avere nei licenziamenti nelle piccole imprese e le caratteristiche di una possibile riforma della disciplina.

Rosa Di Meo

Adeguatezza del trattamento pensionistico e art. 36 Cost.

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 187 / 2025

Il saggio analizza il legame tra gli artt. 36 e 38 della Costituzione nella giurisprudenza costituzionale in materia previdenziale, ossia l’utilizzo nel tempo e la riferibilità alla pensione dei parametri di proporzionalità e sufficienza previsti dalla Costituzione per la retribuzione. In quest’ottica, l’analisi storica della giurisprudenza della Corte è fondamentale per argomentare la tesi che l’Autrice offre al dibattito, ossia che esista un legame tra retribuzione e pensione che non possa essere del tutto trascurato dal legislatore, nonostante il passaggio al sistema contributivo e l’accostamento anche alla pensione del parametro dell’equilibrio dei bilanci (ritenuto improprio).

Serena Stella

Tutela della concorrenza e mercato del lavoro. Gli interventi delle Autorità di concorrenza e le recenti evoluzioni della giurisprudenza

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 187 / 2025

Il presente contributo analizza il rapporto tra tutela della concorrenza e mercato del lavoro. In passato, infatti, le Autorità di concorrenza ritenevano che la disciplina della tutela della concorrenza, che ha ad oggetto il corretto funzionamento dei mercati dei prodotti e servizi e il benessere dei consumatori, non comprendesse anche altri obiettivi, come la tutela dei lavoratori, oggetto di altri plessi normativi e politiche pubbliche. Tuttavia, i più recenti studi economici hanno dimostrato come il potere di acquisto dei datori di lavoro, esercitato dal lato della domanda attraverso la fissazione di salari bassi e condizioni di lavoro precarie, può costituire, insieme agli altri, un fattore significativo nella compressione dei redditi da lavoro, che si è osservata a partire dagli anni ’80. Da qui la riflessione su come le Autorità antitrust possano intervenire, con i loro strumenti tradizionali (intese restrittive della concorrenza, abuso di posizione dominante e controllo sulle concentrazioni), al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato del lavoro. I lavoratori, soprattutto se altamente specializzati, rappresentano un fattore produttivo essenziale per la ricerca e l’innovazione e un’importante fonte di pressione competitiva nei mercati del lavoro che funzionano correttamente. Dal 2020 ad oggi sono numerosi gli interventi delle Autorità di concorrenza di tutto il mondo e della Commissione dell’Unione europea, che considerano una priorità la repressione degli accordi c.d. no poach, con cui due o più imprese concorrenti si impegnano ad astenersi dal sollecitare, assumere o reclutare i rispettivi dipendenti oppure degli accordi volti a fissare gli stipendi (al ribasso). L’orientamento è quello di qualificare tali condotte quali restrizioni “per oggetto”, per le quali le Autorità di concorrenza non sono tenute a dimostrare gli effetti pregiudizievoli derivanti in concreto dall’illecito. Prime conferme di tale orientamento sono arrivate anche dalla Corte di Giustizia. Anche nel controllo sulle concentrazioni sta assumendo rilievo, nella valutazione complessiva degli effetti dell’operazione, il possibile effetto negativo sui lavoratori. I primi casi di divieto dell’operazione a causa dei potenziali effetti negativi sui salari dei lavoratori si registrano negli Stati Uniti, ma segnali di riflessione in questo senso si registrano anche in Europa.

Stefania Brun

Corpo e contratto di lavoro alla luce del potenziamento bio-tecnologico

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 187 / 2025

Il contributo indaga il fenomeno del potenziamento delle capacità psicofisiche del lavoratore consentito da una serie di strumenti bio-tecnologici e farmacologici con lo scopo di indagarne la praticabilità entro la relazione contrattuale di lavoro e, ancor prima, sul mercato. Al riguardo, la rassegna parte dal presupposto che i principi posti dalle Supreme Corti a fondamento della liceità del fenomeno in seno alla società civile attraverso la valorizzazione del principio di autodeterminazione della persona (al potenziamento) non sono direttamente trasponibili nell’ambito della relazione contrattuale di lavoro. Dopo aver fornito una breve tassonomia del fenomeno, i dubbi circa la compatibilità del ricorso al potenziamento in ambito lavorativo vengono affrontati distinguendo l’ipotesi del potenziamento posto in essere sua sponte dal lavoratore da quella che vede quest’ultimo indotto a potenziarsi su richiesta del datore di lavoro.

Bruno Caruso

Leggendo Adrian Pabst e John Milbank. Per un diritto del lavoro post-liberale

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 187 / 2025

Il contributo propone una rilettura del rapporto tra impresa e lavoro alla luce della crisi del paradigma liberale e dell’emergere di una sensibilità post-liberale. Muovendo da una diagnosi delle derive tecnocratiche, identitarie e nichiliste che attraversano il pensiero politico e giuridico contemporaneo, si delinea una proposta fondata sulla ricostruzione dei legami comunitari, sulla dignità del lavoro come attività relazionale e generativa, e sull’impresa come istituzione civica. In questa prospettiva, il diritto del lavoro può tornare a essere strumento di democrazia sostanziale e architettura giuridica del bene comune. Lungi dall’essere utopia regressiva, il post-liberalismo propone un ordine sociale fondato su radicamento, reciprocità e partecipazione, capace di rispondere alla doppia crisi – materiale e simbolica – della modernità tardo-capitalista.

Franco Scarpelli

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo dopo le recenti sentenze della Corte costituzionale: i diversi destini del repêchage

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 187 / 2025

Il saggio analizza la recente giurisprudenza della Corte costituzionale in materia di giustificato motivo oggettivo di licenziamento, evidenziandone i collegamenti con gli snodi interpretativi della relativa disciplina di legge (ad es. su concetti quali “fatto” e “fatto materiale” posti a base del licenziamento, “soppressione del posto di lavoro”, “obbligo di ricollocazione”). Con riferimento alla sentenza della Corte n. 128/2024, l’Autore evidenzia come la stessa non giustifichi la messa in discussione dell’orientamento giurisprudenziale sviluppatosi in materia di sanzione dell’obbligo di repêchage nel campo di applicazione dell’art. 18 St.lav.; in secondo luogo, essa sollecita l’interprete ad approfondire i diversi profili della possibilità della ricollocazione del lavoratore nell’organizzazione aziendale, che nel caso concreto può riguardare anche la sussistenza del fatto materiale posto a base del licenziamento.

Maria Assunta Saracino

Il condhotel: definizione ed evoluzione tra nuova prassi e fenomeno normativo complesso

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO

Fascicolo: 46 / 2025

L’Autrice esamina la disciplina del condhotel, introdotta dalla legge n. 164/2014, che recepisce e converte il d.l. n. 133/2014, noto come ‘‘Sblocca Italia’’, avente l’obiettivo di favorire gli investimenti per la riqualificazione degli esercizi alberghieri sul territorio nazionale. Il lavoro descrive l’utilità dell’istituto e le criticità della normativa contenuta nel d.P.C.M. n. 13/2018. Dopo un riferimento al mutato contenuto dell’istituto della proprietà, si esamina il ruolo dell’autonomia privata nella regolamentazione dei rapporti privatistici nel Condhotel, con particolare attenzione al contratto di trasferimento della proprietà dall’albergatore a terzi, agli aspetti condominiali, al regolamento contrattuale, ai suoi limiti ed opponibilità a terzi. Si evidenzia, inoltre, l’importante ruolo del notaio nel coniugare, in sede di stipula, le peculiari regole dettate dal d.P.C.M. 22 gennaio 2018, n. 13, con la materia condominiale novellata dalla legge n. 220 del 11 dicembre 2012, nonché la necessità di regole ad hoc per tutelare la figura dell’acquirente quale potenziale parte debole del contratto.

Anna Maria Mancaleoni

Responsabilità del vettore aereo per informazioni inesatte fornite dal chatbot

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO

Fascicolo: 46 / 2025

Con la decisione in commento, una compagnia aerea è stata condannata al risarcimento del danno per le informazioni inesatte fornite all’acquirente di un biglietto aereo da un chatbot presente nel sito internet della stessa compagnia aerea. Si tratta di uno dei primi casi concreti in materia di responsabilità conseguenti all’impiego delle nuovissime tecnologie. Il commento alla decisione, pertanto, dopo aver analizzato il caso, traccia un sintetico quadro sulle prospettive di disciplina delle intelligenze artificiali e sulle problematiche inerenti alla loro regolamentazione

Gabriele Toscano

Il divieto di destinazione a “casa di alloggio” nei regolamenti condominiali

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO

Fascicolo: 46 / 2025

Il lavoro analizza una recente pronuncia della Cassazione riguardo l’azione diretta del condominio contro il conduttore per la violazione del divieto regolamentare di destinare l’immobile a bed & breakfast esplorando i presupposti di operatività della clausola limitativa e la sua opponibilità al condomino locatore. Particolare attenzione è dedicata all’interpretazione del regolamento condominiale, con riferimento alla portata preclusiva della dizione “casa di alloggio” anche per l’attività di bed & breakfast con l’obiettivo di definire i limiti dell’autonomia condominiale e le ricadute sul contratto di locazione

Maria Beatrice Bernadette Arnese

Sul carattere residuale della nullità per malafede di un marchio nel settore alberghiero

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO

Fascicolo: 46 / 2025

La decisione della Cassazione in commento sollecita interessanti riflessioni in ordine al carattere residuale, o non, della nullità per malafede di un marchio registrato in ambito alberghiero. In particolare, ricostruita la fattispecie della malafede, le finalità di tutela ad essa riconnessa e i presupposti applicativi, si verifica il carattere residuale e di chiusura di tale declaratoria di nullità per comprendere se, in alcune ipotesi (come per la tutela del marchio di fatto), possa convenire dichiarare tale profilo di nullità assieme ad altri motivi di invalidità del segno distintivo

Antonella Perini

Concessioni demaniali marittime tra giurisprudenza intraprendente e legislatore riluttante

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO

Fascicolo: 46 / 2025

Il saggio esamina il conflitto tra legislatore e giudici nazionali ed europei in materia di concessioni demaniali marittime. Analizzando la sentenza del Consiglio di Stato n. 4479/2024, l’Autrice ribadisce l’illegittimità delle proroghe generalizzate e la prevalenza del diritto europeo. Vengono approfonditi i concetti di scarsità della risorsa e interesse transfrontaliero, nonché il valore ambientale e sociale delle spiagge come beni comuni. Il contributo conclude auspicando una riforma organica che concili concorrenza, tutela ambientale e gestione sostenibile del demanio costiero

Gloria Giorgi

Abusività della clausola contenuta nel contratto di trasporto aereo e rilevabilità d’ufficio

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO

Fascicolo: 46 / 2025

La Corte di giustizia dell’Unione europea si è pronunciata in merito alla possibilità da parte del giudice adito di eccepire l’abusività della clausola di un con-tratto stipulato tra professionista e consumatore, come definita dall’art. 6, par 1, della direttiva 93/13/CEE, e sulla concreta applicabilità di detta direttiva anche al cessionario del credito risarcitorio che non sia qualificabile come consumatore.

Silvia Ciceri

La tutela del passeggero e la cessione del diritto alla compensazione pecuniaria nel trasporto aereo

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO

Fascicolo: 46 / 2025

La Corte di giustizia dell’Unione europea si è pronunciata in merito alla validità di una clausola, contenuta nelle condizioni generali di contratto, che vieta la cessione del diritto alla compensazione pecuniaria riconosciuto ai passeggeri in caso di cancellazione del volo. Nella fattispecie, sei passeggeri avevano ceduto tale diritto a una società di recupero crediti, la quale agiva in giudizio contro il vettore. La compagnia aerea eccepiva l’inammissibilità dell’azione, richiamando la clausola contenuta nelle condizioni generali di trasporto. La Corte ha affermato che il diritto alla compensazione pecuniaria trova fondamento direttamente nel reg. (CE) n. 261/2004, e che il divieto contrattuale di cessione dei diritti spettanti ai passeggeri integra una restrizione inammissibile ai sensi dell’art. 15 dello stesso regolamento.

Margherita Zappatore

Il diritto del passeggero alla compensazione pecuniaria nel caso di (rischio di) ritardo del volo

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO

Fascicolo: 46 / 2025

Con la sentenza in commento, la Corte di giustizia dell’Unione europea torna a esprimersi su un tema dibattuto in giurisprudenza e dottrina, relativo al riconoscimento del diritto alla compensazione pecuniaria al passeggero del trasporto aereo in caso di ritardo all’arrivo del volo. Nel caso di specie, la Corte ha negato il diritto di compensazione pecuniaria al passeggero che, dopo aver appreso del ritardo del volo originario, ha provveduto ad acquistare autonomamente un volo alternativo, raggiungendo la destinazione finale con un ritardo inferiore a tre ore rispetto all’orario originariamente previsto, non ritenendo che in tali circostanze il passeggero abbia sofferto alcun disagio grave, tale da giustificare il diritto alla compensazione.