RISULTATI RICERCA

La ricerca ha estratto dal catalogo 104757 titoli

Fabio Bronzini, Maria Angela Bedini, Paola Nicoletta Imbesi

Elementi di qualità in vecchie e nuove forme di piano

TERRITORIO

Fascicolo: 74 / 2015

La ricerca, finanziata dal Miur, definisce una metodologia rigorosa per comparare elementi di qualità di venticinque piani urbanistici di recente elaborazione di piccole, medie e importanti città italiane (Roma, Milano, Bologna, Bergamo, Ferrara, Firenze, Ravenna, Ancona, Jesi, La Spezia, Siena, Verona): una valutazione comparata di diversi approcci alla qualità urbanistica: ‘del piano’ (approccio riformista, partecipativo, dal territorio), ‘nel piano’ (approccio strategico integrato, perequativo, sostenibile), ‘con il piano’ (approccio metodologico conformativo, ricompositivo, sistemicoinfrastrutturale), ‘oltre il piano’ (approccio del piano/progetto verso nuove forme di sviluppo contrattato). Da un lato un ventaglio di suggerimenti esportabili in altri contesti nazionali e internazionali. Dall’altro l’avvio di strumenti di valutazione, misura, critica, anche severa, dei piani urbanistici

Fabio Bronzini, Maria Angela Bedini

L’abbraccio città-campagna

ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI

Fascicolo: 112 / 2015

La ricerca indaga sistemi urbano-rurali filiformi, che si sviluppano, per migliaia di chilometri, in una fitta rete di filamenti insediativi collinari e di fondovalle, su cui si è strutturata la "via marchigiana allo sviluppo". L’articolo propone strategie e suggerimenti per un diverso sviluppo economico-sociale, un nuovo patto cittàcampagna, una politica di risparmio e valorizzazione di risorse locali, un rinnovato modello di vita in queste sottili frange rurali e periurbane, a bassa antropizzazione ed elevato valore paesistico-ambientale.

Le reti telematiche si pongono come fondamentali per la realizzazione di un mercato unico nei diversi settori economici, soprattutto in quelli ove il mezzo tecnico consente di porre in essere non solo la fase della negoziazione e della conclusione del contratto, ma anche la fase esecutiva delle obbligazioni assunte. In tal senso, sfruttando le caratteristiche di immaterialità dei prodotti «finanziari» e dei sistemi elettronici di pagamento, si giunge alla irrilevanza delle distanze geografiche mediante l’uso di tecniche di comunicazione in grado di favorire il relazionarsi inter absentes. E’ grazie al mezzo tecnico che può realizzarsi un mercato unico in cui i soggetti, a prescindere dalla loro ubicazione geografica, riescono ad interagire tra loro provocando l’incontro tra domanda ed offerta di «servizi finanziari». Di ciò ne è consapevole la Comunità europea, che da tempo ha orientato la propria normazione verso la disciplina giuridica dei rapporti economici instaurati tramite tecniche di comunicazione a distanza, anche in considerazione della eliminazione degli ostacoli fino a poco tempo fa’ creati dalle differenze monetarie. La rilevanza economica del settore ad esame ha fatto emergere l’opportunità di prevedere norme di incentivazione della domanda soprattutto nel settore business to consumer, attesa la enorme diffidenza dei «consumatori» sia nell’impiego del mezzo tecnico per l’allocazione dei risparmi e per l’effettuazione delle scelte di investimento, sia nei confronti di operazioni transfrontaliere, ancorché in area UE, per il timore di trovarsi di fronte all’applicazione di una legge diversa da quella nazionale, ovvero di veder radicati gli eventuali giudizi in altri Paesi, con conseguente notevole aggravio dei costi da sopportare. A ben vedere, dunque, le finalità di tutela del consumatore appaiono perseguite in funzione dello sviluppo del mondo imprenditoriale e societario che dall’incremento della domanda di servizi finanziari, atteso con l’entrata in vigore della emananda disciplina, auspica l’immissione di nuovi risparmi nel mercato dei capitali, con conseguente possibilità di reperire quantità maggiori di capitali di rischio. La normativa di protezione consumeristica, pertanto, assume un ruolo di particolare significatività, non solo per la salvaguardia della posizione giuridico-economica del contraente «debole», ma anche quale strumento attraverso cui realizzare lo sviluppo economico. La stessa rimane tuttavia un punto fermo, utilmente perseguito in favore del contraente, in grado di elevare lo standard qualitativo dei prodotti e dei servizi, incentivando al contempo un regime concorrenziale che è la naturale conseguenza della estensione dei mercati basata su tecniche di comunicazione a distanza (si pensi alla facilità di reperimento delle informazioni, alla comparabilità pressoché immediata delle offerte, alla possibilità di investimento anche al di fuori dei confini nazionali, alla possibilità di seguire e gestire on-line le operazioni, etc.). In un contesto ampiamente favorito dalla presenza di fitte infrastrutture e dalla eliminazione delle differenze monetarie, il commercio elettronico dei «servizi finanziari» sta vedendo una propria specifica regolamentazione in ambito europeo, con la previsione di norme segnatamente dettate in ragione del mezzo tecnico utilizzato. Dopo la proposta, successivamente modificata, di direttiva europea sulla vendita a distanza di servizi finanziari ai consumatori, il laborioso processo di emanazione del testo definitivo è approdato alla redazione della Posizione comune, nella quale sin dall’intestazione si scorgono ulteriori modificazioni. La disciplina, ora intitolata alla commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori, incentra la sua attenzione su diversi cardini. Innanzitutto si registra una accezione estremamente lata di servizio finanziario, la quale si estende, tra gli altri, anche ai servizi di natura bancaria ed assicurativa. L’effetto è quello di creare una base normativa uniforme laddove la commercializzazione a distanza coinvolge i più rilevanti settori economici. La convergenza normativa tra i settori bancario, finanziario ed assicurativo riapre inoltre la discussione, peraltro mai sopita, in ordine alle funzioni ed alle attività di vigilanza, con riferimento all’opportunità o meno dell’istituzione di un «Supervisore unico». In secondo luogo acquista una importanza centrale l’introduzione di ampi obblighi informativi a carico del «fornitore» (ulteriori rispetto a quelli già vigenti in forza delle normative di settore), da assolvere mediante comunicazioni tempestive e dettagliate alla controparte contrattuale, sì da rendere consapevole in ordine alle scelte economiche e quanto più possibile meditato il consenso di chi acquista i prodotti in esame. Delicate questioni emergono, soprattutto in relazione ad Internet ed all’utilizzo dei siti web per la gestione dei rapporti negoziali, tenendo conto della necessità che le informazioni precontrattuali, le informazioni aggiuntive e le condizioni contrattuali non solo devono essere rese note al consumatore, ma anche rese disponibili per la loro eventuale consultazione nelle diverse fasi negoziali, ivi incluse quelle coinvolgenti l’esecuzione del contratto. Sotto tale profilo il discorso giuridico non può prescindere dal discorso tecnico, a pena di fissare principi e norme inapplicabili. Altro elemento di rilievo concerne l’ormai ampiamente collaudato istituto del diritto di recesso ad nutum, con la previsione di una disciplina differenziata per i prodotti assicurativi del ramo «vita» rispetto alle altre tipologie di «servizio finanziario». Problemi interpretativi in ordine al regime applicabile si pongono, tuttavia, per i prodotti del ramo «non vita», stante la non esplicita formulazione del testo della Posizione comune a tal riguardo. Una significativa attenzione è stata posta anche ai sistemi di pagamento, sulla cui disciplina ruota, forse, gran parte del sentimento di fiducia che il consumatore è disposto o meno a riporre nelle operazioni di commercializzazione a distanza. Vanno altresì ricordati i temi relativi alla prestazione di servizi ed alla effettuazione di comunicazioni nonostante l’assenza di specifiche richieste da parte del consumatore, già affrontati dal legislatore comunitario nel diverso settore delle vendite a distanza di cui alla direttiva 97/7/CE, estraneo all’ambito di applicazione della emananda direttiva sui servizi finanziari, nonché nel settore più vasto del commercio elettronico normato dalla direttiva 2000/31/CE. Meritevoli di attenzione sono anche i profili di ordine probatorio contenuti nel testo in commento, spesso decisivi nelle ipotesi di controversie, ma quanto mai opportuni nel settore ad esame, in cui il mezzo tecnico viene solitamente gestito o comunque controllato dal fornitore, con conseguente riduzione delle possibilità di acquisizione degli elementi di prova da parte del consumatore. Accanto al regime relativo all’onus probandi, la fiducia nel settore del commercio elettronico dei servizi finanziari transita anche per la previsione di efficaci sistemi di alternative dispute resolution (ADR), in grado di offrire soluzioni sensibilmente più rapide e meno costose dei tradizionali giudizi innanzi all’a.g.o., nell’ipotesi in cui i rapporti negoziali degenerino patologicamente. In relazione all’uso di Internet occorre pensare ad EEJ-NET (European Extra-Judicial Network) ed a FIN-NET, le quali interconnettono telematicamente i diversi organismi di risoluzione extragiudiziale delle controversie appartenenti ai singoli Paesi della Comunità europea. La disciplina della emananda direttiva sulla commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori, della quale sopra sono stati annoverati i punti fondamentali, costituisce anche, come già anticipato, l’occasione per porsi di fronte ad interrogativi che coinvolgono l’attività ed il ruolo di vigilanza nel settore in argomento, sui quali sicuramente il legislatore comunitario sarà chiamato ad intervenire per coniugare le esigenze di armonizzazione delle discipline nazionali con la necessità di innovazione normativa connessa all’uso delle nuove tecnologie.

Fabio Boncinelli

Struttura spaziale dei sistemi produttivi e del valore aggiunto agricolo in Italia

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 4 / 2014

Struttura spaziale dei sistemi produttivi e del valore aggiunto agricolo in Italia Lo scopo di questo lavoro è dimostrare che, nonostante sia fortemente influenzato da fattori locali, il settore agricolo rivela una struttura spaziale clusterizzata determinata da spillover regionali, strutture produttive omogenee e bassa competizione tra aziende. Per perseguire questo scopo, sarà fatta una analisi attraverso statistiche e metodologie econometriche spaziali applicate a un modello di Solow ridotto. Quantificare la forza delle relazioni sulla formazione del valore aggiunto agricolo tra le diverse province italiane rende possibile valutare l’eterogeneità spaziale delle risposte dell’agricoltura alle politiche di sviluppo o ai cambiamenti esogeni.

La Pandemia Covid-19, com’è ormai ampiamente noto, ha costretto a un ripensamento degli spazi sociali della relazione anche educativa e formativa, facendo emergere tutta una serie di criticità e di questioni già presenti in era pre-pandemica ma che i confinamenti obbligati e i limiti imposti dal distanziamento hanno amplificato. In tal senso, anche in ambito universitario si è dovuto operare una riconfigurazione non solo degli spazi (presenza vs distanza) ma del paradigma della formazione stessa. Questo ha rappresentato e sta rappresentando una opportunità per chi ha raccolto positivamente tale sfida, aprendosi a esperienze che - pur nella loro tendenza a ri-adattare il vecchio nel nuovo - hanno comunque introdotto alcuni elementi innovativi e la sperimentazione di campi d’azione poco o non del tutto esplorati. È quanto accaduto anche agli autori del presente contributo nel quale si descrivono alcune esperienze laboratoriali condotte nell’ambito della formazione iniziale degli insegnanti del ciclo primario. Lo sfondo è dato dall’ambito di riferimento: quello della pedagogia e della didattica inclusiva, che hanno rappresentato non solo il contenuto disciplinare da veicolare ma l’orizzonte di senso per le scelte metodologico-didattiche adottate e per la scelta dello stesso oggetto di studio proposto ai partecipanti.

Il COVID-19 ha messo a dura prova la popolazione con un impatto rilevante su bambini e adolescenti. Per questi ultimi, nel nostro paese, le ricerche hanno focalizzato l’attenzione sulle conseguenze derivanti dal prolungato distanziamento sociale, evidenziando l’emergere di varie forme di disagio psicologico, mentre a livello mediale la didattica a distanza (DAD) è stata indicata come la causa di questo malessere. Sulla base di tali premesse, l’autore propone una riflessione non tanto sugli adolescenti quanto sul ruolo giocato dagli adulti nello sfruttare (o meno) questo tempo sospeso per interrogarsi su alcune questioni fondamentali che li interpellano quali figure di riferimento autorevoli. L’ipotesi è che si sia persa una occasione a causa della eccessiva cristallizzazione dei discorsi proprio intorno alla DAD.

Fabio Bertoni, Stefano Lugo

Fondi sovrani: opportunità, minacce, speranze e illusioni

ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE

Fascicolo: 3 / 2009

Sovereign wealth funds: opportunities, threats, hopes and illusions - In this work we provide a critical summary of the debate about sovereign wealth funds (SWFs). We start by explaining what a SWF is and what it is not according to the various definitions that have been proposed. We then present the main concerns and hopes which SWFs have raised and explain why these threats and opportunities are often exaggerated, incorrect or, at the best, not yet supported by any serious empirical evidence. We devote particular attention to the issue of the transparency of SWFs and show that, while there still is ample room for improvement, SWFs are clearer now than what they used to be before the Santiago principles were signed. We also point out, however, that there are sound reasons to believe that transparency, if pushed too far, could be detrimental to both SWFs and recipient countries. Finally, we present the results of the first attempts made by academics and practitioners to provide systematic evidence on SWF investment behaviour.

Keywords: sovereign wealth funds, transparency, global imbalances, foreign investments

Parole chiave: fondi sovrani, trasparenza, squilibri globali, investimenti esteri

Jel Classification: F21 - G15 - H27

Le pratiche effimere possono essere inaspettatamente realizzate in contesti urbani, mettendone in discussione lo spazio pianificato, programmato e controllato dalle politiche. Appropriandosi di uno spazio esistente attraverso tattiche territoriali, esse costruiscono nella pratica uno spazio altro, differente per usi, potenzialita, accessibilita, norme. Questi spazi, prodotti in processi plurali, vengono realizzati attraverso la contestualizzazione e la relazione tra siti fisici, corpi in movimento, atmosfere, istituzioni, componenti sociotecniche. In questo contributo, nato da una ricerca etnografica svolta nel contesto della breakdance a Milano, si intende partire dall’importanza della musica e del suono in queste pratiche, evidenziandone i modi con cui, attraverso i paesaggi sonori generati, le pratiche ricostruiscono gli usi degli spazi. In particolare, ci si concentrera su un caso specifico, il mezzanino della fermata di Porta Venezia della linea metropolitana, per evidenziare come queste pratiche agiscano nella formazione di territori interstiziali e nella ridefinizione di nuovi immaginari urbani.

L'articolo affronta il tema dei percorsi di prevenzione e di accesso alle cure dei lavoratori stranieri occupati in agricoltura in Toscana; in particolare, si soffer-ma sulle conseguenze dello sfruttamento del lavoro sul benessere dei migranti più fragili e vulnerabili che svolgono le mansioni più gravose, pericolose e disprezzate. Dopo aver tracciato il quadro di riferimento relativo ai rischi di infortunio e alle condizioni di salute dei lavoratori stranieri in Toscana e dopo aver descritto l’impianto metodologico della ricerca, l’articolo si concentra sui principali risul-tati emersi prestando specifica attenzione a tre dimensioni: al rischio di depaupe-ramento del capitale di salute, anche ma non solo per cause lavoro correlate; al-la salute come “fatto privato” del lavoratore e alla carenza di reti formali e isti-tuzioni capaci di una presa in cura tempestiva ed efficace; ai limiti e alle oppor-tunità della medicina del lavoro nell’intervento rivolto ai migranti più vulnerabi-li.

Fabio Berti, Antonella D’Agostino, Caterina Francesca Guidi, Andrea Regoli, Andrea Valzania

La subalternità al tempo della crisi. Le differenze di reddito tra lavoratori stranieri e nativi in Italia in una prospettiva comparata

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 3 / 2022

Come hanno evidenziato alcuni studi recenti in Italia, la crisi economica del 2008 ha ampliato le differenze di reddito tra i ceti sociali più elevati e le classi sociali più svantaggiate evidenziando il sensibile peggioramento delle condizioni dei ceti po-polari e ultrapopolari, in particolar modo delle famiglie con occupazione operaia. All’interno di questo quadro di riferimento, il saggio analizza l’impatto della crisi economica sui redditi dei lavoratori stranieri presenti in Italia rispetto ai lavoratori "autoctoni" in un’ottica comparata con quanto è avvenuto in alcuni paesi europei (Francia, Grecia, Spagna e Paesi scandinavi - Svezia, Finlandia e Danimarca sono stati trattati all’unisono). Lo studio è stato condotto utilizzando le indagini EU-SILC che offrono microdati coerenti a livello internazionale su reddito, povertà, esclusione sociale e condizioni di vita con elevati livelli di comparabilità tra paesi e tempi, con particolare attenzione alle sei rilevazioni realizzate tra il 2011 e 2016.