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Lo sguardo degli operatori volontari
Un libro come bussola per indicare possibili rotte agli operatori volontari e a quanti lavorano a progetti educativi in carcere, proponendo strategie da adottare nell’ideazione e nella pratica pedagogica. Testimonianze di pratiche di mediazione, scrittura terapeutica, racconti collettivi di storie di vita, scritti di persone detenute e altre narrazioni vengono raccontate attraverso lo sguardo del volontario, cioè di chi cerca di fare da ponte tra mondi incommensurabili.
cod. 1168.2.16
L’articolo ripercorre alcuni principali aspetti dell’itinerario dello storico Federico Chabod trafascismo e dopoguerra. Se nel 1943-45 egli militò nella Resistenza, dai primi anni Trenta finoai primi anni della Seconda guerra mondiale Chabod fu interno alle istituzioni universitarie,scientifiche e culturali del fascismo, in sedi di primaria importanza e in stretti rapporticon Gioacchino Volpe e Giovanni Gentile. Fin dai suoi scritti giovanili su Machiavelli lo storicomostrò la propria apertura verso una soluzione di Stato forte a guida autoritaria e più tardiapprovò la politica estera del regime, cedendo talora alla retorica nazionalista e imperialistadel periodo. Chabod si mostrò inoltre attivo funzionario della burocrazia universitaria eculturale del fascismo mentre, in sede di giudizio storico sul ventennio, riconobbe tra i primil’esistenza di un consenso al regime fascista.
Il saggio analizza il rapporto con le masse di nazismo e fascismo a partire dalle opere di Elias Canetti ed Emilio Gentile. Questo rapporto può essere misurato sulla base dei progetti architettonici, monumentali e urbanistici dei due regimi, sull’ossessione che i dittatori mostrano per i numeri delle masse, sul rapporto tra costruire e distruggere o soggiogare le masse. I due regimi mostrano, attraverso l’architettura e il rapporto con le masse, il desiderio di durare potenzialmente per sempre, e di soverchiare costantemente l’altro attraverso il numero o per mezzo della distruzione violenta.
Questo articolo descrive una frontiera particolare: il barrage mantenuto in funzione tra il 1966 e l’inizio degli anni ottanta attorno alla città di Gibuti. Mentre il suo scopo ufficiale era il contenimento dell’immigrazione, durante il periodo in esame le popolazione della città è aumentata di tre volte. Dopo aver collocato questo episodio nel contesto più generale della storia della colonizzazione francese nel Corno d’Africa, l’articolo descrive le condizioni della realizzazione di questa infrastruttura. In seguito è presentato il dispositivo di controllo militare, politico e ideologico all’interno del quale il barrage operava, attraverso uno studio di fonti amministrative e militari francesi inedite. Infine l’articolo si interroga sul ruolo del barrage nella produzione di identità nell’epoca coloniale e post-coloniale.
La presente rassegna si propone di esaminare lo stato attuale della ricerca re-lativa al sentimento di gelosia all’interno della relazione di coppia. In particolare, a partire dalla definizione del costrutto, prende in esame i principali modelli teorici avanzati nel corso del tempo ed esamina le specifiche manifestazioni e caratteristiche che distinguono la cosiddetta gelosia normale da quella patologica, gli esiti che forme diverse di gelosia possono avere sul benessere del singolo e sulla qualità della relazione di coppia, nonché i molteplici fattori di rischio e di prote-zione che concorrono al sorgere e al mantenimento di tale complessa esperienza emotiva.
In Britain the official assumption of an adult worker family has largely replaced the male breadwinner model, which dominated both policy and social assumptions in the post-war welfare state. The British government now regards both fathers and mothers as workers in the labour market, who pool their earned income in supporting themselves and their children. This position is supported by reference to the increasing involvement of women, especially mothers, in the labour market and to the increasing social acceptance of gender equality. This new official model may have more to offer women than the old male breadwinner model. But it suffers from three major problems. First, the adult worker model does hardly exists in everyday practice. Second, even if this adult worker model did become widely practiced, it would only be a partial replacement for the male breadwinner model, because unpaid caring would remain undervalued and reduced to a constraint to paid work. Finally, the ‘adult worker model’ implicitly assumes that people act as a ‘rational economic man’ in taking individualistic, cost-benefit type decisions about how to maximise their own personal gain. As a result, policy makers and shapers then go on to commit what I have called the rationality mistake. Decisions are still made rationally, but with a different sort of rationality from that assumed by the adult worker model. In this article I explore this different rationality further. The empirical research results reported here, using intensive qualitative research on the processes through which mothers actually do make decisions about the relationship between mothering and paid work, division of labour with partners, and choosing child care, support this suggestion. It also concurs with recent extensive survey research. Mothers make morally and socially based decisions about what behaviour is right and proper, and these decisions can vary between different social groups in different places.
Features of the "fourth industrial revolution", such as platforms, AI and machine learning, pose challenges for the application of regulatory rules, in the area of labour law as elsewhere. However, today’s digital technologies have their origins in earlier phases of industrialisation, and do not, in themselves, mark a step change in the evolution of capitalism, which was, and is, characterised by successive waves of creative destruction. The law does not simply respond to technological change; it also facilitates and mediates it. Digitalisation, by permitting the appropriation of collective knowledge, has the capacity to undermine existing forms of regulation, while creating the space for new ones. It may erode the position of some professions while enabling others, complementary to new technologies, to emerge. It is unlikely to bring about the redundancy of forms of labour law regulation centred on the employment relationship. We appear to reaching a point in the law-technology cycle where push-back against regulatory arbitrage can be expected.
Il saggio rilegge l’articolo di Bill Weddeburn sul concetto di inderogabilità, pubblicato nel 1992, alla luce della recente evoluzione del diritto del lavoro europeo. Nei primi anni Novanta il rapporto tra il contratto di lavoro, la contrattazione collettiva e la legge è divenuto sempre più fluido. Dalla metà degli anni 2000 si è registrato un riallineamento sempre più radicale. La tradizionale gerarchia delle fonti si sta dissolvendo in un sistema policentrico di ordini normativi concorrenti. Di conseguenza, l’operatività degli standard lavoristici è sempre più influenzata dalla normativa fiscale, da quella sulla libera circolazione e dal quadro giuridico relativo all’unione economica e monetaria. Questi sviluppi presentano pericoli per il diritto del lavoro, ma anche opportunità per la sua evoluzione.
Come tutti i grandi leader sanno ispirare collaboratori e clienti
Il bestseller che ha aggiunto la parola “perché” al lessico del business, cambiando la vita di moltissime persone. In occasione del quindicesimo anniversario della prima pubblicazione, esce contemporaneamente in tutto il mondo un’edizione aggiornata. Un libro sia per chi vuole ispirare gli altri, sia per chi vuole trovare qualcuno a cui ispirarsi.
cod. 100.819.1
Perché alcuni team sono coesi e altri no
Con esempi reali affascinanti, tratti dall’ambito aziendale a quello militare, dalla politica alle banche, Sinek dimostra come le imprese che coltivano la fiducia e la cooperazione creano team capaci di adattarsi a diverse situazioni, dove ognuno sente di appartenere al gruppo e tutte le energie sono dedicate a cogliere le opportunità.
cod. 100.830
Partendo dallo studio di un caso clinico di un trauma psichico precoce, l’autore analizza il significato del padre nella costituzione della psiche dell’uomo. Rappresentando la realtà al di là del rapporto iniziale di fusione con la madre, il padre come "altro" assente rappresenta una minaccia per il bambino, che si ri-attualizza nella scena primaria. Tuttavia, il locus traumatico non è la percezione del rapporto sessuale dei genitori in sé, ma il confronto pre-maturo del bambino con la pulsione istintiva del suo corpo. La scoperta del padre come es-sere umano esprime un’identificazione primaria. Essa delinea una cornice di riferimento elementare per la rappresentazione psichica dei fenomeni pulsionali arcaici e contribuisce all’emergere dell’Ideale dell’Io. Nel rappresentare il principio dell’identificazione primaria, il setting analitico consente di trattare metaforicamente i fenomeni pulsionali arcaici e rende possibile la risoluzione dei conflitti intrapsichici nel transfert.