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Claudio Arnetoli

Rappresentazione mentale, pensiero mitico e senso di sé

STUDI JUNGHIANI

Fascicolo: 21 / 2005

L’ipotesi centrale di questo lavoro è che la classica concezione cartesiana della rappresentazione sia nata, storicamente, in un percorso durato millenni, dalla esigenza della emergente coscienza riflessiva di distinguere un pensiero di tipo mitico, fantastico ed onirico, da un pensiero di tipo razionale e realistico. La teoria e la clinica psicoanalitica, pur nella necessità di rivedere e aggiornare la nostra visione della conoscenza e dello psichismo, non possono sottovalutare l’importanza della distinzione e dell’integrazione di questi due tipi di pensiero.

Claudio Angelo, Vittorio Cigoli, Umberta Telfner

Libri

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 73 / 2003

Claudio Angelo, Vittorio Cigoli, (a cura di)

Libri

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 62 / 2000

Claudio Angelo

Depressione, neuroscienze, complessità e approccio sistemico

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 94 / 2010

L’Autore rileva come il tema della depressione si presti particolarmente a evidenziare la complessità dei fattori in gioco nel determinare i sintomi presentati dal paziente. Questo rende difficile spesso individuare qual’è il sistema (biologico, psicologico, sociale) prevalentemente coinvolto nel disturbo. Sempre più, infatti, ci accorgiamo che i sistemi in azione sono strettamente correlati e il problema diventa quello di individuare come essi si influenzino reciprocamente. Viene anche rilevato come l’ottica sistemica si occupi prevalentemente della comunicazione verbale e non verbale all’interno delle relazioni e tenda a identificare la causa principale dei problemi in un disturbo della comunicazione. Nonostante i cambiamenti verificatisi nella terapia familiare, l’Autore ritiene che ancora venga sottovalutata l’importanza delle componenti evolutive e biologiche dell’individuo, come elemento del sistema, e che quasi sempre vengano trascurati i meccanismi biologici interessati. Vengono pertanto esposti sinteticamente i dati neuropsicologici finora rilevati nella depressione e il loro collegamento all’interazione tra fattori genetici e ambientali.

Claudio Angelo

Psicofarmaci, biologia e relazione psicoterapeutica: divagazioni sul tema

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 66-67 / 2001

L’autore analizza il significato del farmaco all’interno della relazione psicoterapeutica, in particolare nelle situazioni in cui sia il terapeuta stesso a prescriverlo. Vengono discussi gli svantaggi e i vantaggi di questa scelta e viene fatto rilevare che, comunque, essa è spesso inevitabile nel contesto psichiatrico pubblico. Ciò accade sia per la difficoltà di distinguere i ruoli terapeutici, che per la gravità dei disturbi presentati dal paziente, che non possono essere trattati altrimenti in modo efficace. La disponibilità del paziente ad assumere il farmaco è in ogni caso strettamente dipendente dal significato che esso viene ad acquistare all’interno della relazione terapeutica. Vengono esaminate alcune possibili situazioni e in particolare quella relativa al dilemma autonomia-dipendenza, che è reso attuale dalla prescrizione del farmaco. Viene alla fine presentato un caso clinico dove il problema è elaborato dal paziente in modo produttivo.