RISULTATI RICERCA

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Silvia Cosimato, Roberto Vona, Francesca Iandolo, Francesca Loia

Innovazione sostenibile e piattaforme digitali per i beni culturali: il caso Clickproject.

CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES

Fascicolo: 1 / 2021

Obiettivo del presente lavoro è contribuire alla ricerca su pratiche, interazioni e processi di fruizione e valorizzazione dei beni culturali a seguito dell’implementazione di piattaforme digitali che possano costituire un ecosistema in cui attori differenti, ispirati dai principi dello sviluppo sostenibile, orientano le proprie interazioni alla creazione di valore condiviso.A tal fine, partendo dall’analisi della letteratura in tema di beni culturali, con particolare attenzione al contributo che essi possono offrire ad uno sviluppo sostenibile, il lavoro si focalizza sul ruolo che l’innovazione tecnologica, con particolare riferimento alle piattaforme digitali, può offrire alla sostenibilità e circolarità dei beni culturali. Tale ruolo è esaminato per il tramite di uno specifico case study relativo ad una piattaforma transdisciplinare finalizzata a testare, implementare e condividere nuovi modelli sostenibili di finanziamento, business e governance da applicare al settore dei beni culturali. Dai dati analizzati, il contributo delle piattaforme alla sostenibilità dei beni culturali si qualifica come un tema meritevole di approfondimento.

Il libro di Roby Friedmann, di grande interesse e innovativo sotto molti aspetti, evidenzia la capacità dell’autore di apprendere in modo coraggioso dall’esperienza della propria vita. Ciò ha permesso all’autore di esprimere una grande creatività e autenticità nell’affrontare le problematiche trattate a cominciare dal dreamtelling evidenziandone le dinamiche relazionali. L’attenzione alle relazioni caratterizza tutto il testo, anche la relazione con il nemico. L’autore affronta e approfondisce il tema della patologia delle relazioni e ricorda che già Foulkes aveva ipotizzato che la patologia non fosse dell’individuo ma nelle relazioni, ipotesi confermata dal lavoro nel setting gruppale. La terza parte conclusiva, particolarmente creativa, riguarda la matrice del soldato che fa riferimento non solo all’esercito ma anche all’ambiente sociale fortemente militarizzato in cui questa e` inserita e alla relazione che si instaura con un gruppo nemico. Dalla lettura si evince una costante tensione etica dove la matrice tripartita non solo è la pietra angolare della psicoanalisi, ma della vita di ogni essere umano in cui la matrice individuale, la matrice fondativa e quella dinamica si allontanano, si avvicinano e si sovrappongono aprendoci alla fiducia e alla speranza.

Silvia Corbella

Contemporaneità del pensiero di Janine Puget

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2020

L’autrice sottolinea la contemporaneità di Janine Puget che permette al presente di divenire esperienza, di passare dall’impotenza a essere attori e testimoni del nostro tempo, e la valorizzazione dell’inaspettato e delle differenze. In questa situazione di pandemia sono di particolare importanza l’attenzione critica della Puget sulla modalità di dare informazioni e la sua attenzione alla costante relazione fra mondo esterno e mondo interno che implica accettare l’incertezza nella nostra quotidianità.

Silvia Corbella

Attualità del lavoro del preconscio nel piccolo gruppo analiticamente orientato e nella società contemporanea

GRUPPI. Nella clinica, nelle istituzioni, nella società

Fascicolo: 3 / 2015

Il preconscio è il sistema dell’apparato psichico nel quale si effettuano i processi di trasformazione che sostengono dinamiche e contenuti inconsci perché possano arrivare alla coscienza. A questo sistema è legata la capacità associativa, figurativa e interpretativa della psiche. In questo momento di crisi che attraversa la società occidentale, il lavoro del preconscio a mio parere è particolarmente importante per riattivare funzioni fondamentali, sia per l’individuo sia per la società, che attualmente paiono a rischio. Ritengo che il setting per eccellenza in cui il lavoro del preconscio esplicita al meglio la propria attività sia il piccolo gruppo analiticamente orientato, grazie alla catena associativa, all’attenzione data al contenuto manifesto del sogno, e alla capacità di pensare e sognare di gruppo e in gruppo. Fondamentale è anche il clima di buona socialità che caratterizza l’interazione fra i partecipanti. Consapevole di questo, ho sperato con Liberi legami che fosse possibile espandere nel sociale più allargato la cultura che si crea nel lavoro gruppoanalitico in modo da cercare, anche se in piccola parte, di ridurre il malessere attuale. E a questo mio libro farò riferimento nel testo

Silvia Corbella

Sulla scia dei ricordi

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2012

L’autrice, sulla scia dei suoi personali ricordi, ci presenta la figura di Ferdinando Vanni nella sua totalità di persona: come psicoanalista individuale e di gruppo, come docente e supervisore e come amico, evidenziandone con gratitudine i tratti caratteristici di autenticità, originalità e generosità da lui manifestati in ogni contesto. Questo scritto avvicina il lettore a uno dei principali pionieri della psicoterapia psicoanalitica di gruppo in Italia, mostrandocene una fotografia inedita.

Silvia Corbella

Riflessioni introduttive sul tema della dipendenza

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2004

Viene evidenziato come il settimg gruppale a tempo determinato abbia indicazioni specifiche per affrontare le tematiche della dipendenza. Viene data particolare attenzione alle modalità di conduzione di questo tipo di gruppi, modalità caratterizzate dalla flessibilità e dalla consapevolezza della necessità di un intervento integrato fra tutti gli operatori.

Silvia Corbella

Il lavoro di gruppo con gli adolescenti

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2002

Nell’adolescenza è fisiologico il formarsi di gruppi fra pari. In questo scritto intendo evidenziare le potenzialità trasformative che caratterizzano tale tipo di gruppi in ambito terapeutico, ma prima ritengo utile una sintetica premessa sull’adolescenza attuale. Riunire adolescenti in gruppo vuol dire stimolare e agevolare un movimento verso i pari che in questa fase della vita è assolutamente spontaneo. Il gruppo dei pari infatti è proprio l’ambito a cui naturalmente l’adolescente fa ricorso per cercare di emanciparsi dal gruppo familiare di origine e costituisce l’occasione di un’esperienza fondamentale, una sorta di laboratorio sociale in cui il giovane e la giovane si sentono coinvolti in prima persona in quotidiana interazione con gli altri. Il gruppo dei pari, proprio per le suddette ragioni, assume quindi la funzione di Io ideale che, se a volte rinforza l’illusione di poter recuperare l’onnipotenza infantile ed il narcisismo individuale minacciato dai lutti tipici della fase adolescenziale diventa anche quel luogo in cui si possono costruire realistici progetti verso una condivisa tensione ideale. Se quanto detto è valido per gli adolescenti senza problemi a livello patologico, è ancora più valido per quanto riguarda gli adolescenti con problemi. Ovviamente però, per queste persone più fragili il gruppo dei pari che si forma spontaneamente non ha valenze adeguate sul piano terapeutico; anche perché a volte questi gruppi possono essere più o meno inconsapevolmente crudeli verso i soggetti più deboli e bisognosi. È invece necessaria la presenza di un terapeuta che sappia valorizzare le potenzialità trasformative del gruppo dei pari, ma che al contempo contenga e tenga sotto controllo quegli aspetti che potrebbero rivelarsi pericolosi o, peggio, distruttivi. Il lavoro di gruppo con gli adolescenti inoltre consente anche al conduttore di fare i conti con la propria adolescenza e dunque con l’ambivalenza fra il desiderio di dipendenza e quello di solitudine ed emancipazione, che se caratterizza l’adolescenza resta comunque una costante dell’esistenza. Questo ci permette di non dimenticare il potenziale valore organizzatore della crisi adolescenziale e di comprendere che l’adolescenza non è solo una fase della vita ma anche una specifica disposizione dell’umano sentire cui vale la pena di attingere nel corso di tutta l’esistenza. Parole chiave: Adolescenza-tempo, gruppo, separazione-individuazione.

Silvia Corbella

Dei diritti e dei doveri

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2000

Il lavoro di supervisione di gruppi di pazienti sieropositivi mi ha portato più volte a confermare l’ipotesi, che ci sia una profonda connessione fra diritti e doveri appresi nell’ambito familiare e la patologia sofferta dai pazienti. In particolare, infatti, queste persone che si sono infettate per ragioni diverse (tossicodipendenza, rapporti etero o omosessuali a rischio) hanno una variabile comune: un ambiente familiare originario particolarmente deprivante, caratterizzato da grave inadeguatezza, che ha provocato nei pazienti il sorgere di aspetti patologici, a volte disturbi di personalità, precedenti all’infezione HIV. Dalle loro storie, che nel corso del lavoro terapeutico sono via via emerse, si è evidenziato un vissuto profondo e condiviso di non avere diritti, spesso sotteso da un angosciante senso di colpa. Come ho già detto però, se questo è macroscopicamente vero per i pazienti sieropositivi, è vero anche per molti altri pazienti. Diritti, doveri e colpa formano dunque una costellazione patologica profondamente radicata nella struttura di personalità del paziente, a volte addirittura causando il costituirsi di un fragile Sé e sempre condizionandone l’autostima. In questo mio scritto evidenzio, attraverso esempi clinici, come il setting terapeutico di gruppo stimoli la rimessa in discussione dell’area dei diritti e dei doveri. Parole chiave: lavoro terapeutico, senso di sé, responsabilità.

Silvia Coderoni, Roberto Esposti

Emissioni di metano e crescita della produttività nell’agricoltura italiana

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 3 / 2013

Emissioni di metano e crescita della produttività nell’agricoltura italiana Il lavoro propone un’analisi dell’andamento di lungo periodo delle emissioni agricole di metano nelle Regioni italiane. Tale analisi evidenzia, con riferimento al passato, un percorso di sostenibilità ottenuto grazie alla grande trasformazione dell’agricoltura e al suo declino relativo nell’economia nazionale. Per analizzare quali analoghe trasformazioni possano generare e accompagnare un simile percorso di sostenibilità anche nel futuro, l’articolo propone due distinti scenari. Il primo riguarda la riduzione del numero di animali allevati in virtù del mutamento dei comportamenti alimentari. Il secondo riguarda alcuni cambiamenti nell’attività di allevamento che consentano, a produzione costante o crescente, di ottenere un’ulteriore riduzione delle emissioni.

Silvia Coderoni, Alberto Manelli

Agricoltura e sviluppo compatibile con il clima: prospettive globali di finanziamento

RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA'

Fascicolo: 2 / 2011

Le complesse relazioni tra i fattori fisici, economici e sociali che riguardano il settore agricolo in un contesto di cambiamenti climatici, fanno sì che le strategie per affrontare tale problematica non possano prescindere da un approccio integrato delle politiche di sviluppo, mitigazione e adattamento. Tale approccio può essere definito come "sviluppo compatibile con il clima", ovvero una strategia che minimizza i danni causati dagli impatti climatici, mentre massimizza le opportunità di crescita che un futuro a basse emissioni e più resiliente può portare. I livelli di finanziamento per lo sviluppo compatibile con il clima, tuttavia, sono ad oggi decisamente insufficienti, nonostante i flussi finanziari verso i PVS possano rappresentare uno dei modi principali per riconciliare equità ed efficienza nell’affrontare i problemi del cambiamento climatico. Le prospettive per la finanza per il clima comprendono sia la creazione di nuovi fondi di finanziamento, sia il miglioramento e potenziamento di quelli esistenti, ma si fondano sul riconoscimento del ruolo del settore nella mitigazione e della sua peculiare vulnerabilità ai cambiamenti climatici.

Silvia Ciucciovino, Nicola Caravaggio

Great Resignation o Great Reshuffle? Un’analisi giuridico-quantitativa delle transizioni nel mercato del lavoro a seguito delle dimissioni post-Covid in Italia

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 177-178 / 2023

In seguito alla pandemia da Covid il mercato del lavoro risulta profondamente modificato e tra i fenomeni che sembrano esserne derivati vi è quello delle “grandi dimissioni”, diffusosi prin-cipalmente negli Stati Uniti con la denominazione di Great Resignation. Anche in Italia si è assistito ad un forte aumento nel ricorso alle dimissioni volontarie nel 2021 e ancor di più nel 2022. Tale fenomeno non è però un risultato della pandemia, al più questa è andata ad acuirlo, giacché le dimissioni erano in crescita sin dal 2009. Piuttosto sembra più appropriato parlare di un Great Reshuffle, quindi di una grande trasformazione o ricomposizione interna del mercato del lavoro. Il saggio approfondisce in una prospettiva interdisciplinare le caratteristiche delle dimissioni in Italia utilizzando i dati delle comunicazioni obbligatorie e focalizzando l’attenzione sulle transizioni nel mercato del lavoro conseguenti alle dimissioni. Ricostruendo le storie lavorative e i percorsi professionali dei singoli lavoratori si esaminano i profili quali-quantitativi dei rientri a breve, a medio e a lungo termine dopo una dimissione. Ciò permette di analizzare a fondo le dinamiche più recenti del mercato del lavoro e di cogliere i punti di forza e debolezza dei lavoratori e delle lavoratrici dimissionarie nelle transizioni lavorative, ma anche di fornire possibili spiegazioni al fenomeno delle dimissioni.

Silvia Ciucciovino

Contrattazione collettiva e politiche attive del lavoro

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 172 / 2021

Il saggio approfondisce il ruolo dei diversi soggetti, pubblici e privati, chiamati a realizzare le politiche attive del lavoro, evidenziando come nel contesto attuale prevalga una concezione prettamente pubblicistica delle politiche attive con un ruolo marginale degli attori privati e dell’autonomia collettiva. L’Autrice propone una innovativa rilettura dei fondamenti costitu-zionali della materia e della normativa vigente, per passare a rivalutare il ruolo regolativo autonomo diretto dello Stato nella materia, superando l’eccessiva regionalizzazione delle politiche attive, e per argomentare un più forte protagonismo delle parti collettive e dei fondi interpro-fessionali nell’assunzione di responsabilità in questa materia. Viene altresì criticata la prevalen-te impostazione rimediale e posticipata delle politiche attive rispetto all’evento disoccupazione e proposto un impulso maggiore alle misure di prevenzione della disoccupazione e della margi-nalità lavorativa, dove il ruolo della bilateralità e delle parti sociali appare di centrale importan-za.

Durante il cinquecento le opere tradotte da fonti spagnole influirono in maniera decisi-­ va sulla diffusione delle conoscenze relative al Nuovo Mondo favorendo, da ultimo, il discorso coloniale inglese. A questo va affiancato un altro aspetto non secondario: il duplice atteggiamento inglese verso la Spagna e il mondo cattolico. In un’Inghilterra sempre più ostile verso la Roma dei papi, la Spagna e l’ordine dei gesuiti, la Historia natural y moral de las Indias di José de Acosta ebbe ampia circolazione e fu da subito accolta con entusiasmo nei circoli mercantili e negli ambienti di corte. L’articolo mo-­ stra come le traduzioni in inglese dei libri sull’America spagnola, e della Historia in particolare, non solo contribuirono a diffondere in Inghilterra saperi nuovi sul mondo, ma divennero rapidamente uno strumento essenziale dell’espansione coloniale.

In questo contributo l’autrice, attraverso alcuni passaggi clinici di un caso di psicoanalisi a quattro sedute settimanali, mette in luce le numerose difficoltà tecniche che si possono incontrare in un processo psicoanalitico. Vengono affrontati alcuni aspetti del controtransfert e dell’interpretazione, centrali per la comprensione e l’evoluzione del processo analitico. I vissuti controtransferali sono essenziali per arrivare alla formulazione di interpretazioni, parziali o maggiormente complete, che nel lungo lavoro dell’analisi, possano gettare luce su aree della mente spesso bloccate e paralizzate, intrappolate dietro rigide difese ossessive, che depauperano il paziente del proprio repertorio affettivo ed emozionale.