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During the new modernity, with the emergence of the question of the democratic deficit in health-care, we have seen the spread of new forms of participatory regulation. However, that this goal has been reached cannot be taken for granted, especially when one considers that these practices are often promoted by dominant players in the field and how they tend to maximise their profit. This article aims to expose the rhetoric of participation in the institutional practice in the Tuscan Region analysing its effects in relation to the redistribution of power in the decision-making process.
During the new modernity, with the emergence of the question of the democratic deficit in health-care, we have seen the spread of new forms of participatory regulation. However, that this goal has been reached cannot be taken for granted, especially when one considers that these practices are often promoted by dominant players in the field and how they tend to maximise their profit. This article aims to expose the rhetoric of participation in the institutional practice in the Tuscan Region analysing its effects in relation to the redistribution of power in the decision-making process.
Le trasformazioni dell’epoca post-moderna hanno inciso tanto profondamente sui sistemi sanitari da metterne in discussione il meccanismo stesso di legittimazione. Guardare alla salute come al risultato di un complesso sistema di variabili biologiche, fisiologiche, economiche, culturali e sociali implica infatti un ripensamento del tradizionale assetto di Government, fondato sulle gerarchie burocratiche e sui saperi esperti. Emergono così nuove forme di regolazione partecipata in grado di agire sulle diverse variabili intervenienti attraverso percorsi e processi di cooperazione tra i diversi attori pubblici e privati (Network Governance). A partire dai diversi assetti di potere che un sistema a rete può descrivere, l’articolo esplora i cambiamenti intervenuti sull’assetto dei poteri regolativi in ambito sanitario per individuare i principi ispiratori del modello di Governance definito dalla Regione Toscana attraverso le "Società della Salute".
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si è interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l’uomo, rispondendo così alla necessità di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilità della contraccezione nonché ad una maggiore parità tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L’Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le età determinando un impatto negativo sulla qualità della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l’integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all’interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
Lo studio affronta il caso della costruzione del martirologio della Repubblica romana e dell’uso pubblico a cui i resti dei volontari caduti sul Gianicolo furono sottoposti nel primo trentennio successivo al 1849. In particolare vengono ricostruiti i momenti più significativi della costruzione di un pantheon dei democratici, dalla narrazione a caldo sui giornali repubblicani all’attività svolta da Bertani prima nell’imbalsamazione ed occultamento delle spoglie di Manara, Dandolo, Morosini e Mameli; quindi nella ricostruzione quantitativa delle vittime dell’assedio iniziata a Roma e proseguita a Genova; infine nella traslazione delle spoglie di Mameli resa possibile dalla presa di Roma. Anche Garibaldi diede un contributo essenziale alla conservazione della memoria dei difensori della Repubblica, sia negli scritti sia patrocinando insieme al figlio Menotti e alle associazioni di reduci la prima edificazione di un ossario addossato alla chiesa di S. Pietro in Montorio, doveroso tributo alla memoria dei caduti inaugurato nel 1879. Reso possibile dal nuovo contesto politico, esso dimostrava la difficile ricomposizione della memoria dei vinti, tra tentativi di visioni conciliative ufficiali e fratture all’interno del composito mondo della Sinistra.
Un caso clinico di disturbo alimentare complesso, correlabile ad un episodio traumatico in una paziente con storia di neglect, è stato trattato con un intervento di psicoterapia focale integrata. Nel corso della terapia si sono evidenziati aspetti dissociativi legati, in particolare, alle condotte bulimiche. La metodologia focale è stata integrata con tecniche esperienziali.
The article begins with a brief overview of how the relationship between researcher and object of study has been approached in social sciences. The goal is to reflect further on the process of this study and to raise two essential questions: what kind of relationship develops between the researcher and the social actor? And what kind of participation is required from the social actor? To answer these questions the article proposes identifying four different models of participation, the effects of which are analyzed by rediscovering all the practices that include a particular involvement of the social actor in the research process.
Foster Parents’ Plan (FPP) was established in 1937 to support child victims of the Spanish Civil War. The initial idea came from an English war correspondent who wanted to create "personal ties" between refugee and orphaned children and their benefactors, thus creating one of the very first "child sponsorship" experiments. The "adoptive parents" financially supported the children and maintained contact with them throughout the letter exchange. With the outbreak of the Second World War, FPP extended its aid to children from other countries as well; by the end of the conflict, it was looking after thousands of young Europeans in situations of poverty and hardship. The organisation did not arrive in Italy until 1947, and its first activities were aimed at children who had been admitted to institutions or who had suffered serious physical impairments due to the war. To successfully deal with the most urgent cases and have a direct connection to Italian society, FPP initially sought the support of institutions already active in the peninsula. However, starting from the early 1950s, it began to operate with greater autonomy thanks also to its proven organisational skills.
Il Foster Parents’ Plan nacque nel 1937, per sostentare i bambini vittime della Guerra civile in Spagna, grazie a un corrispondente di guerra inglese, che ebbe l’idea di creare "legami per-sonali" tra bambini profughi e orfani e i loro benefattori, creando uno dei primissimi esperi-menti di "adozione a distanza". I "genitori adottivi" sostenevano finanziariamente i piccoli e mantenevano contatti con loro, attraverso lo scambio di lettere. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, il Fpp estese i propri aiuti ai bambini di altri paesi e, alla fine del conflitto, si occupò di migliaia di giovani europei in situazioni di indigenza e disagio. Il Plan approdò stabilmente in Italia solo nel 1947 e le sue prime attività furono rivolte ai fanciulli che si tro-vavano ricoverati presso istituti e che avevano subito gravi menomazioni fisiche a causa della guerra. Per poter trattare i casi più urgenti e avere un contatto diretto con la realtà italiana, si cercò da principio il supporto di enti già presenti sul territorio. Tuttavia, a partire dai primis-simi anni Cinquanta, il Plan cominciò a operare con maggiore autonomia, grazie anche alle sue collaudate capacità organizzative.
A partire dalla conclusione della Seconda guerra mondiale, le adozioni da paesi stranieri diventarono una parte integrante nelle procedure dei servizi per l’infanzia negli Stati Uniti. Una delle organizzazioni che si dimostrò più attivamente coinvolta nelle adozioni internazionali, su diretto mandato dello US Committee for the Care of European Children, fu il Chatholic Committee for Refugees-National Catholic Welfare Conference, a cui venne affidata la tutela dei bambini cattolici. Dal 1946 al 1950, esso si occupò soprattutto di minori provenienti da campi profughi (850 casi circa, di cui, però, soltanto 4 riguardavano bambini italiani). Tuttavia, a partire dal 1951, la maggior parte dei casi trattati dal Catholic Committee for Refugee (Ccr), in stretta collaborazione con il Catholic Relief Service (Crs), riguardarono minori provenienti dall’Italia (anche se non potevano essere considerati "rifugiati"). La massiccia campagna per le adozioni, portata avanti in quegli anni presso la comunità cattolica americana, aveva creato di fatto un’ingente domanda di bambini europei: l’Italia divenne il bacino di offerta ideale, per le sue particolari caratteristiche economiche e sociali e per la "flessibilità" dimostrata dal nostro governo, convinto che la via delle adozioni internazionali fosse un’ottima soluzione affinché questi piccoli non sperimentassero miseria e abbandono in Italia. Grazie al Ccr e al Crs, tra il 1951 e il 1960, oltre 2.000 bambini vennero accolti da famiglie statunitensi, in maggioranza di origine italiana, creando una sorta di inedita "catena migratoria", dal momento che spesso, nei moduli di richiesta, gli aspiranti genitori specificavano di volere solo piccoli provenienti dalla Penisola.
This section of «Storia e problemi contemporanei» explores how the concepts of generation, identity and memory of the 1968 movement are intertwined. More specifically, it studies portraits of 1968 on television and on the big screen, and in doing so it offers new interpretative approaches to an extremely vital, important and complex period in Italy’s recent past. The key questions addressed in the three papers, which are included in this special section, are the following: how is the generational paradigm constructed in movies about 1968? Who are the main characters and the "mythical" locations of 1968 that make it to the big screen? Finally, how do history and memory relate to one another in these productions?