RISULTATI RICERCA

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Paola Cuniberti, Francesca Colletti, Paolo Roccato, Domenico Tangolo

Linee guida nel Servizio Sanitario Nazionale e consultazione psicologico-clinica

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

Il progetto di elaborazione delle linee guida sulla consultazione psicologico-clinica è nato dall’esigenza di costruire una metodologia di lavoro condivisa dagli psicologi dell’ASL19 di Asti, confluiti nell’ottobre 2000 nella struttura operativa complessa di Psicologia Clinica e della Salute. Le linee guida sono intese come strumenti che, da un lato, facilitano l’attività degli operatori, favorendo un orientamento operativo e, dall’altro, rendono possibile la valutazione ed il miglioramento della qualità delle prestazioni erogate, sulla base di principi condivisi dai professionisti. Per queste ragioni è possibile affermare che esse costituiscono anche un prezioso strumento per la trasmissione del sapere pratico.

Cinzia Albanesi, Elvira Cicognani, Bruna Zani

La misurazione del senso di comunità in adolescenza

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

La ricerca sul Senso di Comunità (Sense of Community, SoC) ha dimostrato la rilevanza di questo costrutto anche nello studio delle relazioni sociali in adolescenza. Relativamente pochi sono però gli strumenti disponibili per misurare il SoC in questa fase evolutiva. Le misure messe a punto su adulti hanno evidenziato vari problemi nelle loro applicazioni a soggetti adolescenti. L’obiettivo di questa ricerca era costruire una scala per misurare il SoC in adolescenza, che tenesse conto sia delle dimensioni teoriche del costrutto (Mc Millan e Chavis, 1986), sia delle modalità attraverso cui si articolano le percezioni della comunità in questa fase evolutiva. Lo strumento, frutto di una serie di ricerche preliminari quantitative e qualitative, è stato somministrato a 539 adolescenti, maschi e femmine, di età compresa fra 16 e 19 anni residenti in paesi di dimensioni medio-piccole dell’Emilia Romagna. I risultati delle analisi fattoriali hanno indicato la presenza di 7 dimensioni del SoC che corrispondono in buona parte a quelle teoriche anche se con alcune specificità. La sicurezza si conferma una dimensione distinta dal SoC. I ragazzi possiedono un senso di comunità superiore alle ragazze rispetto a varie dimensioni, mentre non emergono differenze in base all’età. La scala risulta infine correlata con alcune dimensioni del benessere, ed in particolare con la soddisfazione per la vita e il benessere sociale.

Antonietta Mariniello, Giuseppe Cardini, Alberto Vito, Fabrizio Starace

Aspetti relazionali e comportamenti di salute in coppie eterosessuali con infezione da HIV

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

Obiettivi: Valutazione, nella coppia con HIV, delle dinamiche relazionali e dei processi decisionali in materia di riproduzione e genitorialità; valutazione dell’associazione tra le modalità di funzionamento della relazione di coppia, la presenza di sintomi depressivi e/o ansiosi ed i comportamenti preventivi e di aderenza ai protocolli terapeutici. Metodi: Studio quali-quantitativo condotto in un campione di 59 soggetti: 11 coppie siero-discordanti, 11 coppie siero-concordanti, 15 soggetti senza relazioni affettive stabili. L’indagine qualitativa è stata condotta mediante un’intervista semistrutturata comprendente sei aree te¬matiche. L’indagine quantitativa è stata condotta applicando i seguenti strumenti di valutazione: DAS, SDS, SAS, QCS, QAT. Risultati: Nel 90% del campione è stato rilevato un forte desiderio di procreazione. L’adat¬ta¬mento coniugale risultava inversamente correlato alla presenza di sintomi depressivi (p<0.01) e ansiosi (p<0.01). È emersa un’associazione significativa tra alti livelli di adattamento co¬niugale e alta frequenza dell’uso del preservativo (p<0.05), nonostante nel 70% dei casi si sia osservata una scarsa adesione alle norme profilattiche. È emersa una migliore aderenza ma anche livelli di ansia più elevati nelle coppie siero-discordanti; i single presentavano livelli di depressione più alti; nelle coppie HIV-concordanti le donne erano più aderenti dei propri partner. Conclusioni: È urgente la definizione di modelli psicoeducativi e di supporto destinati alla persona HIV+ e al suo contesto affettivo e relazionale per migliorare i processi decisionali in materia di riproduzione e l’adesione alle norme profilattiche e alle cure mediche.

Albino Claudio Bosio, Davide Margola

La costruzione sociale della domanda di aiuto psicologico in Italia

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

I rapporti tra senso comune, domanda di aiuto psicologico e azione clinico-terapeutica sono qui indagati sia sul piano teorico, sia sul piano empirico. In particolare, si è inteso esplorare, su vasta scala, le dimensioni e le modalità con cui la domanda di aiuto psicologico viene costruita a livello naïf, ancorando tale costruzione alla questione aperta relativa alla professionalizzazione della psicologia. L’indagine di tipo quantitativo è stata condotta su un campione casuale di 2000 casi, rappresentativo della popolazione italiana, ed ha considerato 5 aree di analisi: (1) natura e frequenza del malessere psicologico a livello demoscopico; (2) principali interlocutori della richiesta di aiuto; (3) strategie di fronteggiamento in risposta al malessere; (4) propensione verso la consultazione psicologica; (5) confronto con le modalità di gestione della salute a fronte di problemi bio-fisici (disturbo, malattia cronica). I risultati mostrano come l’esperienza del malessere psicologico sia non solo ampiamente diffusa e frequente, ma anche prevalentemente gestita sulla base del senso comune e di un orientamento per lo più inerziale. La prospettiva di un incontro con una risposta specialistica emerge come un evento minoritario, di gran lunga più contenuto rispetto a quanto si osserva in riferimento alla gestione dei problemi di salute fisica. Il segmento di popolazione orientato alla consultazione dello psicologo si delinea come più evoluto nelle aspirazioni e propensioni in materia di salute e benessere.

Elisabetta Razzaboni, Paola Gremigni, Pio Enrico Ricci Bitti, Cristina Legnani, Gualtiero Palareti

Influenze dell'esito di un test per la trombofilia Ereditaria sul sistema di credenze, atteggiamenti e sulla percezione di rischio

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

Uno degli obiettivi dello screening per la Trombofilia Ereditaria (TE) è quello di incentivare l’adesione a questo esame di tutti i soggetti che possono rientrare in una delle categorie a rischio. A tal fine è necessario indagare quali siano le opinioni degli individui nei confronti di questo screening. Lo scopo della ricerca, quindi, è stato quello di valutare in che modo il sottoporsi ad un esame per la TE e riceverne l’esito influenzi le opinioni sviluppate dai soggetti nei confronti di tale screening e della sua utilità. 36 soggetti riceventi un esito positivo sono stati confrontati con 104 soggetti riceventi un esito negativo. I soggetti hanno compilato dei questionari che avevano lo scopo di indagare le credenze e le conoscenze sull’esame, la soddisfazione per le spiegazioni ricevute, l’utilità della conoscenza dei Fattori di Rischio e la percezione di gravità dei risultati, in due diversi momenti: prima di eseguire le analisi e dopo 20 giorni dal ricevimento dell’esito. I risultati mostrano che: in entrambi i gruppi è presente un miglioramento delle conoscenze; nei positivi la soddisfazione è maggiore, ma in loro è minore la percezione di gravità dei risultati. In conclusione si può ritenere che, l’informazione riguardante l’esito dello screening per la TE può indurre lo sviluppo di un atteggiamento favorevole nei suoi confronti.

Maria José Esposito, Monica Martoni, Vincenzo Natale

La tipologia circadiana come fattore di rischio nel consumo di sostanze psicoattive

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

Da un punto di vista cronopsicologico si distinguono tre categorie di individui che fra loro presentano pattern di attivazione diversi nel corso della giornata: mattutini, intermedi e serotini. Precedenti ricerche hanno mostrato che i tipi serotini sono quelli che tendono ad utilizzare con più frequenza sostanze psicoattive. Allo scopo di replicare tali evidenze in un campione di individui italiani, e di valutare se l’utilizzo di tali sostanze risulti differenziato nei diversi cronotipi in funzione del proprio livello circadiano di attivazione, ad un campione di 205 studenti universitari è stato somministrato un questionario sugli stili di vita. I risultati confermano che i soggetti serotini tendono ad utilizzare con più frequenza alcune sostanze psicoattive, in particolare nicotina e alcool. L’ipotesi secondo la quale l’assunzione di sostanze psicoattive avviene in modo differenziato nelle due tipologie in relazione all’effetto, di attivazione o relax, che si vuole ottenere nei diversi momenti della giornata non sembra essere confermata dai dati di questa ricerca. Emerge comunque chiaramente che gli studenti serotini tendono più dei loro colleghi mattutini a fare un maggiore uso di sostanze psicoattive, esponendosi con più frequenza a comportamenti a rischio, potenzialmente dannosi per il loro benessere. Questo ultimo risultato viene discusso in relazione a dati recenti della letteratura scientifica, secondo i quali la tipologia serotina sembra essere un fattore di rischio in relazione al consumo di sostanze psicoattive.

Francesca De Propris, Daniela Buttiglione, Luigi De Gennaro

Alessitimia e aspetti quantitativi e qualitativi del ricordo dei sogni

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

Il presente studio si propone di indagare la relazione tra alessitimia ed aspetti quantitativi e qualitativi della produzione onirica di soggetti di sesso maschile e femminile con l’obiettivo di estendere e replicare i risultati di un recente studio che ha evidenziato un impoverimento dell’esperienza onirica di soggetti alessitimici di sesso femminile, principalmente espresso da una maggiore brevità dei loro resoconti onirici. 12 soggetti alessitimici (6 M e 6 F) e 12 soggetti non-alessitimici (6 M e 6 F) sono stati selezionati da un campione iniziale di 554 studenti universitari sulla base dei loro punteggi alla TAS-20. I resoconti onirici, registrati al mattino per 14 giorni consecutivi sono stati trascritti e confrontati riguardo la lunghezza e il contenuto emozionale da due valutatori indipendenti. Parallelamente sono state considerate le caratteristiche del sonno e dei sogni autoriferite, in un diario del sonno compilato per tutta la durata dello studio. Infine, la possibilità di una sovrapposizione tra misure di alessitimia e di depressione è stata misurata mediante somministrazione del CES-D. Differenze significative sono state riscontrate per aspetti relativi alle caratteristiche del sonno autovalutate, nella direzione di una complessiva peggiore qualità di sonno nei soggetti alessitimici che, però, scompaiono dopo una parzializzazione del contributo della depressione. Per quanto riguarda i risultati relativi alle caratteristiche oniriche autoriferite, una maggiore valenza emozionale per i resoconti dei non-alessitimici rispetto a quelli degli alessitimici è stata evidenziata nei soli soggetti di sesso maschile. Inoltre è stata riscontrata una differenza significativa tra i due gruppi nella vividezza, con sogni più vividi nei non-alessitimici rispetto agli alessitimici. Il quadro dei risultati, e il confronto con quelli dello studio precedente, conferma l’esistenza di relazioni tra alcuni aspetti dell’esperienza onirica e l’alessitimia, indicando però la necessità di studi ulteriori con gruppi di soggetti più ampi.

Caterina Primi, Cecilia Ieri, Emilia Salvadori, Sandro Franceschini, Riccardo Luccio

La TDS nella valutazione di rischi e benefici nella presa di decisione medica

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

Nella pratica medica prendere una decisione significa utilizzare e combinare informazioni diverse, rispondere prontamente alle emergenze e selezionare le strategie decisionali più efficaci: la presa di decisione in ambito medico ha le caratteristiche della decisione presa in condizioni di incertezza. La Teoria delle Detezione del Segnale (TDS) ed in particolare il parametro ottimale ci consente di misurare l’atteggiamento del decisore lungo un continuum scommettitore-conservativo. Questo criterio assume, in ambito medico, un significato peculiare: la disponibilità del medico a formulare una diagnosi a tutti i costi anche rischiando di sbagliare, oppure ad assumersi il rischio di non formulare una diagnosi anche quando potrebbe rivelarsi necessario. In questa ottica sono stati condotti due esperimenti. Nel primo esperimento, un questionario, appositamente costruito, è stato somministrato a 42 medici. I risultati hanno permesso di differenziare l’atteggiamento dei medici in base alla gravità della malattia: nelle patologie gravi l’atteggiamento del medico è da scommettitore o gambler (stabilire la presenza di malattia anche a costo di commettere falsi allarmi), mentre nelle malattie lievi l’atteggia¬mento diventa più conservatore (non stabilire la presenza di malattia anche a costo di rischiare omissioni). Nel secondo esperimento, abbiamo somministrato il medesimo questionario a 26 studenti di medicina. I risultati ottenuti mostrano un andamento analogo a quello dei medici (atteggiamento gambler per le malattie gravi, atteggiamento conservatore per le malattie lievi). I due esperimenti presentati permettono di riconoscere alla Teoria della Detezione del Segnale un contributo importante nello studio della presa di decisione, ed analogamente il ottimale risulta essere un indice affidabile della valutazione costi-benefici.

Elvira Cicognani, Bruna Zani

Determinanti psicosociali dei comportamenti stradali a rischio

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2002

Lo scopo di questa ricerca è indagare i comportamenti stradali a rischio di 183 individui di età compresa fra 18 e 64 anni, in possesso della patente di guida. Si volevano verificare le differenze in base alle variabili socioanagrafiche (età, sesso) e le relazioni fra comportamenti pericolosi (misurati utilizzando il DBQ di Parker et al., 1995) e variabili psicosociali. I risultati confermano che gli uomini, e i giovani, sono più inclini a rischiare sia violando le norme del codice della strada, sia commettendo Errori di valutazione nel corso della guida. Le Violazioni volontarie risultano associate all’esperienza come conducente di veicoli, all’auto¬valutazione delle proprie abilità di guida, all’attrazione per la velocità e, solo fra le donne, alla preoccupazione di subire un incidente.