RISULTATI RICERCA

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Marta Pozzi, Ilaria Portolan, Erica Fassetta, Chiara Inguì, Antonio Natoli, Roberta Sabbion

"Liberamente" il setting di gruppo per pazienti poliabusatori L’esperienza del Dipartimento per le Dipendenze di Pordenone

S & P SALUTE E PREVENZIONE

Fascicolo: 54 / 2009

L’articolo presenta l’esperienza di un gruppo terapeutico per poliabusatori svoltasi all’interno del Dipartimento per le Dipendenze dell’ASS6 di Pordenone. Nelle premesse gli autori riportano alcuni dati rispetto alla situazione attuale del fenomeno del poliabuso in crescente espansione e la funzione terapeutica svolta dallo strumento del gruppo per i pazienti tossicodipendenti. In seguito vengono descritte le caratteristiche e i principali risultati dell’esperienza del gruppo "Liberamente". Il Millon III ed il Temperament and Character Inventory (TCI) di Cloninger sono stati gli strumenti testistici utilizzati come test e re-test per valutare l’impatto di sei mesi di gruppo terapeutico. I dati ottenuti con l’autosomministrazione del Millon III evidenziano il raggiungimento di un miglior livello di benessere personale, una migliorata auto-percezione ed atteggiamenti relazionali più positivi. L’uso del TCI testimonia un significativo decremento della dimensione della ricerca della novità ed un aumento dei punteggi nell’autodirezionalità. L’articolo si conclude con una riflessione sui punti di forza e su i limiti dell’esperienza svolta, nonché con alcune provocazioni costruttive in un’ottica tica progettuale che guarda alla crescita e al rinnovamento dei Servizi per le Dipendenze. Parole chiave: poliabuso, gruppo, dipendenza, TCI, Millon, autodirezionalità.

Antonio Notarbartolo

Per la realizzazione di un dizionario interdisciplinare ragionato delle patologie da dipendenza

S & P SALUTE E PREVENZIONE

Fascicolo: 54 / 2009

L’orientamento "evidence medicine based" di quest’ultimo ventennio spinge gli operatori delle dipendenze ed i loro partners ad un confronto sull’utilizzo corretto dei termini usati nel lavoro quotidiano. Questo atteggiamento diffuso dovrebbe promuovere una corretta informazione e la riduzione dei pregiudizi che riguardano le tossicodipendenze.

Il crescente interesse per la medicina non convenzionale ha sensibilizzato gli operatori di un Sert a proporre i trattamenti omeopatici, omotossicologici e di omeomesoterapia (iniezione su agopunti di farmaci omeopatici) ottenendo risultati di efficacia e assenza di effetti collaterali; inoltre l’integrazione di un trattamento non convenzionale con farmaci allopatici e/o sostitutivi ha evidenziato sempre una riduzione di effetti collaterali e una diminuzione dei dosaggi dei farmaci per ottenere la risposta desiderata. Questi trattamenti devono sempre essere proposti e seguiti da Medici altamente competenti e aggiornati non solo a riguardo della propria specializzazione, ma a "tutto campo", come richiede la pratica omeopatica, dato che il soggetto dell’interesse medico è l’uomo malato e non la malattia.

Manuela Zambianchi, Bitti Pio Enrico Ricci

Benessere soggettivo, stili di coping, salute fisica e mentale percepite nella terza e nella quarta età

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 2 / 2009

In ambito gerontologico, le principali teorie sull’invecchiamento positivo evidenziano come tra i fattori che concorrono a determinarlo il benessere soggettivo rivesta un ruolo centrale (Rowe, Khan, 1987; Freund, Baltes, 2002; Gerstorf, Smith, Baltes, 2006). Secondo Ryff (1995), il benessere psicologico si definisce come un costrutto multidimensionale comprendente sei dimensioni: Autonomia, Controllo ambientale, Crescita personale, Relazioni positive con gli altri, Scopo di vita, Accettazione di sé. La ricerca ha investigato le caratteristiche ed il livello di benessere psicologico nell’anziano, l’influenza delle seguenti variabili sociodemografiche sul benessere psicologico: età, sesso, titolo di studio, composizione del nucleo familiare, residenza in centro o area rurale, il rapporto tra il benessere psicologico e le seguenti variabili: stili di coping; valutazione soggettiva della salute fisica e mentale. Hanno partecipato 142 soggetti (età media 73 anni, 55 maschi, 80 femmine, suddivisi poi in Terza Età (65-79 anni, n° 107) e Quarta Età (80 anni8 e oltre, n° 28). I fattori predittivi del benessere psicologico nell’anziano risultano essere il coping di controllo, la salute mentale percepita, la composizione del nucleo familiare, l’età. Questi risultati pongono in evidenza la necessità di considerare, nelle ricerche future, anche le dimensioni attive individuali e le loro interazioni con quelle sociali nella determinazione del benessere nella persona che invecchia.

Chiara Meneghetti, Barbara Carretti, Claudia Zamperlin

Relazione tra aspetti della comprensione del testo e prestazione di studio in studenti di prima superiore

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 2 / 2009

Numerosi studi hanno evidenziato che varie abilità cognitive e metacognitive sono implicate nella comprensione del testo, come ad esempio la capacità di fare inferenze o la capacità di monitorare il livello di comprensione. La ricerca si è proposta di verificare se le abilità di comprensione possano essere distinte in "aspetti di base" (vale a dire aspetti legati al testo come individuare un personaggio, la sequenza degli eventi ecc.) e "aspetti complessi" (che si riferiscono ad abilità cognitive e metacognitive come ad esempio utilizzare strategie flessibili di comprensione in relazione al tipo di testo); inoltre è stata analizzata la relazione tra questi aspetti della comprensione e la prestazione di studio. I partecipanti alla ricerca sono 183 studenti frequentanti il primo anno della scuola media superiore a cui sono state somministrate le seguenti prove: 1. le prove di una batteria standardizzata in Italia che misura 10 aspetti della comprensione e 2. una prova oggettiva di studio che misura il ricordo di informazioni del testo precedentemente comprese e memorizzate. I risultati dell’analisi fattoriale confermativa (CFA) hanno mostrato che è possibile distinguere la comprensione del testo in aspetti di base e complessi e che questi ultimi predicono maggiormente la prestazione alla prova di studio.

Fiorenzo Laghi, Antonia Lonigro, Roberto Baiocco, Maria D'Alessio

Prospettiva temporale e strategie di apprendimento in adolescenza

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 2 / 2009

La ricerca ha indagato come specifiche dimensioni della prospettiva temporale, valutate attraverso il Zimbardo Time Perspective Inventory, sono in relazione alle strategie d’apprendimento e sono in grado di predire il successo scolastico. Per valutare le strategie d’apprendimento è stata somministrato il Questionario sulle Strategie d’Apprendimento mentre il successo scolastico è stato valutato utilizzando la media dei voti scolastici in differenti materie. Lo studio è stato effettuato su un gruppo di 378 studenti italiani che frequentano l’ultimo anno delle scuole Secondarie. La ricerca ha dimostrato che gli adolescenti orientati maggiormente al presente e quelli che mostrano una maggiore propensione al passato negativo sono meno capaci di pianificare un percorso di obiettivi realistici. Essi utilizzano in misura minore strategie di auto-regolazione e riferiscono un maggiore livello di ansia. Quelli con un più alto livello di orientamento al futuro e al passato positivo mostrano maggiori competenze nello stabilire e raggiungere gli obiettivi, sanno auto-regolare il loro comportamento e mostrano alti livelli di volizione e capacità di pianificare strategie per far fronte ad obiettivi a lungo termine. Per i maschi il successo scolastico è meglio predetto dalla dimensione disorientamento mentre per le femmine è un basso livello di ansia. La dimensione orientamento al futuro e l’auto-regolazione dell’apprendimento sono gli unici predittori significativi del successo scolastico sia nel gruppo dei maschi che in quello delle femmine. Nelle conclusioni vengono discusse le implicazioni teoriche e pratiche del presente studio.

La psicologia clinica in Italia si è sviluppata sotto l’influenza di svariate sollecitazioni scientifiche e culturali. Come nel resto d’Europa, la spinta della filosofia neo-positivistica permise il delinearsi di una disciplina autonoma, minacciata però da istanze filosofiche e ideologiche proprie del nostro panorama culturale. La progressiva trasformazione del tessuto sociale e la maggiore solidità scientifica e teorica della psicologia clinica chiamano i professionisti a occuparsi sempre di più di problemi di rilevanza sociale. Entro questo scenario, risulta centrale la necessità di chiarire e circoscrivere alcune questioni centrali nella definizione della psicologia clinica, quali il rapporto tra clinica medica e clinica psicologica, la specificazione delle caratteristiche dell’erogazione di servizi psicologici, le peculiarità del ruolo dello psicologo clinico nell’operare congiunto con altri professionisti. In considerazione della pluralità di contesti in cui opera lo psicologo clinico e della frammentazione del sapere psicologico, emerge l’opportunità di individuare un frame condiviso, in grado di integrare e coordinare i principali riferimenti teorici e metodologici dell’intervento in psicologia clinica. L’individuazione di tale cornice teorico-metodologica non può prescindere dalla considerazione di alcune istanze ritenute centrali nella definizione della clinica come dimensione applicativa della psicologia.