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Abstracts

ECONOMIA DELLE FONTI DI ENERGIA E DELL’AMBIENTE

Fascicolo: 2 / 2009

Letture

ECONOMIA DELLE FONTI DI ENERGIA E DELL’AMBIENTE

Fascicolo: 2 / 2009

Caterina Selvaggi

Potere e affetti nel cinema di Marco Bellocchio fino a "Vincere": il contrappunto

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2009

L’autore analizza alcuni celebri films di Marco Bellocchio ("L’ora di religione", "I pugni in tasca", "La balia", "Enrico IV", "Il principe di Homburg", "Il gabbiano", "Buongiorno notte" e "Vincere"), individuando lo stile espressivo del regista che privilegia l’opposizione e insieme riconosce il legame degli opposti, il contrappunto tra immagini e dialoghi, insieme a rumori e suoni. L’importanza della comunicazione non verbale che può contrastare con l’immagine o con i dialoghi stessi, in particolare è rintracciata soprattutto nel rappresentare situazioni familiari complesse, simili in modo sorprendente a quelle che, nella terapia della famiglia, vengono considerate "famiglie invischiate". In particolare è in evidenza il rapporto tra potere e affetti che appare rapporto di opposizione tra le persone e si rivela però anche rapporto di legame difficilmente scindibile.

Questo articolo esamina in modo aggiornato tre linee correlate di ricerca sul tema famiglia e schizofrenia, ciascuna con importanti implicazioni cliniche: gli studi su "emozioni espresse", le ricerche su bambini ad alto e basso rischio genetico, adottati in età precoce da famiglie prive di precedenti episodi patologici, e i recenti progetti comunitari di "prevenzione primaria" o individuazione pre-clinica e trattamento integrato rivolto a giovani ad alto rischio di schizofrenia. Ciascuna ricerca si interseca con l’altra, contribuendo ad una prassi che si arricchisce considerando l’interazione fra predisposizione genetica ed ecosistema familiare.

Andrea Giambartolomei

Il corpo familiare di Fabiola

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2009

Il modello d’intervento integrato risulta un fattore importante per affrontare problematiche complesse come i disturbi psicosomatici. Le lealtà invisibili, i legami affettivi, che sottendono il vissuto d’invischiamento e di triangolazione che la giovane mostra ai terapeuti, mettono Fabiola nelle condizioni di rivivere il terrore di essere di nuovo "fagocitata" dal suo "corpo familiare", dopo un ritorno a casa . Viene suggerita, nell’ottica sistemica, l’importanza di un’integrazione ulteriore, attraverso il coinvolgimento dei familiari , che permetta di esplorare i livelli profondi che abitano i legami, le relazioni e gli individui di questa famiglia.

Francesca Aveni

Organi interni e oggetti interni, la cura di confine

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2009

Il testo è un approfondimento del punto di vista psicoanalitico sul trattamento integrato dei disturbi del comportamento alimentare. Esso offre esempi dei significati psicodinamici sottesi alle relazioni del paziente con l’equipe curante e/o i singoli membri di essa. In particolare si esaminano i rischi e i vantaggi della collaborazione tra psicoterapeuta e medico internista nello specifico setting di cura di queste psicopatologie.

In questo lavoro verrà presentato il trattamento di una giovane donna con una diagnosi di disturbo del comportamento alimentare in comorbilità con un disturbo dissociativo. Particolare rilievo verrà attribuito alla descrizione e all’interpretazione di alcuni dei fattori terapeutici in grado di giustificare l’efficacia dei cosiddetti "trattamenti integrati". La cornice teorica di riferimento sarà la prospettiva cognitivo-evoluzionista (PCE), con la teoria dell’attaccamento e dei sistemi motivazionali interpersonali.

Benedetta Menenti, Salvatore Valentino

L'intervento psicologico in un ambulatorio di displipidemie

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2009

Il lavoro presentato in questo articolo nasce dalla stretta collaborazione, in ambito ospedaliero, tra diverse figure specialistiche, medico e psicoterapeuta. L’intento degli autori è stato quello di valutare la possibile presenza di aspetti psicopatologici in soggetti con diagnosi medica (nello specifico la sindrome metabolica): attraverso un protocollo di ricerca che implica un’accurata visita medica del paziente, un colloquio clinico psicologico e la somministrazione di test psicodiagnostici, gli autori hanno così evidenziato la significativa incidenza di disturbi depressivi e/o d’ansia in soggetti affetti da sindrome metabolica. La presente area di indagine si configura, in ambito clinico, quale territorio ancora inesplorato; gli autori sottolineano, pertanto, la necessità di ulteriori studi e la messa a punto di protocolli di intervento che vedano la presenza sinergica di più specialisti con competenze specifiche.

Cruciale nella Teoria Mimetica di Girard è il concetto di desiderio mimetico, visto come mimesi di appropriazione, la fonte principale dell’aggressività e della violenza che caratterizza la nostra specie. Il valore intrinseco degli oggetti del nostro desiderio non è rilevante così come il fatto che gli oggetti stessi sono gli obiettivi del desiderio altrui. Si potrebbe obiettare in principio contro tale visione del genere umano così apparentemente negativa e unilaterale, in generale, e della mimesi, in particolare. Tuttavia, tale argomento traviserebbe il pensiero di Girard. Girard stesso ha riconosciuto che il desiderio mimetico è anche un bene in sé, perché è alla base dell’amore, e cosa ancora più importante perché è il rivelarsi dell’individuo. Partendo dal concetto di desiderio come apertura agli altri discuterò, da un punto di vista neuroscientifico, le implicazioni per la cognizione sociale della mimesi sullo sfondo della Teoria Mimetica di Girard, un quadro di partenza ideale per favorire un approccio multidisciplinare allo studio dell’intersoggettività umana. Sarà postulato che una differente, non mutualmente esclusiva, lettura della mimesi conduce all’identificazione sociale e quindi alla socialità. La mimesi non è intrinsecamente buona o cattiva, ma ha le potenzialità per portare non solo alla violenza mimetica, ma anche agli aspetti più creativi della cognizione umana. I risultati della ricerca empirica nel campo delle neuroscienze e della psicologia dell’età evolutiva mostrano che questa spiegazione della mimesi trova solide prove a sostegno. Concluderemo che una spiegazione approfondita e biologicamente plausibile dell’intersoggettività umana richiede l'integrazione di entrambe le facce della mimesi.