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Riviste

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 4 / 2010

Recensioni

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 4 / 2010

Paolo Migone

Risposta all’intervento di Gherardo Amadei

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 4 / 2010

L’autore risponde a un intervento di Gherardo Amadei (Psicoterapia e Scienze Umane, 2010, XLIV, 4: 526-530) a proposito dell’articolo, scritto dallo stesso Migone, "Il problema della ‘traduzione’ di aspetti delle filosofie orientali nella psicoterapia occidentale" (Psicoterapia e Scienze Umane, XLIV, 1: 35-52). Alcuni degli aspetti discussi sono i seguenti: la supposta origine "orientale" di pratiche terapeutiche quali la mindfulness, la trasversalità di determinati fenomeni clinici e la loro comprensione, il ruolo di "esercizi" terapeutici ripetuti, la differenza teorica e clinica tra approccio "psicodinamico" e "cognitivo-comportamentale", e così via.

L’attitudine della mindfulness, che sta di recente ricevendo sempre maggior attenzione in Italia, va "tradotta" con cautela in termini occidentali per evitare di fraintenderne l’essenza e gli obiettivi. In particolare è importante non rubricarla sotto la voce "Oriente" perché sarebbe fuorviante rispetto a una modalità di essere e di relazionarsi che di fatto è universale: la si trova infatti descritta e praticata in tradizioni e in aree culturali molto diverse. È proprio questo riscontro che richiede di definire maggiormente l’estensione concettuale della mindfulness nonché le ricadute del suo utilizzo nella clinica e nella formazione.

Viene criticato l’articolo di Manfred Pohlen (2005) "Il potere d’influenzamento dell’analista e la verità del suo metodo", pubblicato nel numero scorso di Psicoterapia e Scienze Umane (2010, XLIV, 3: 345-364). Alcune critiche sono le seguenti: il potere suggestivo della psicoanalisi, dimostrato anche empiricamente, era già discusso da Freud e da autori successivi (si pensi ai fattori relazionali e identificatori, o al "transfert positivo irreprensibile"); una dicotomizzazione netta tra scienze naturali e scienze umane può considerarsi datata; l’influenza del terapeuta nel guidare il paziente in senso prospettico era presente in Jung ed è stata ripresa dall’ermeneutica; la psicoanalisi come capace di attivare potenzialità inespresse si sovrappone al concetto di autorealizzazione (self-actualizazion) di Rogers e in generale della psicoterapia umanistica; nella teoria dell’attaccamento di Bowlby non vi è un riduzionismo biologico ma un’enfasi sulle relazioni oggettuali; e così via.

Paul Parin (1916-2009) discute i motivi per cui gli psicoanalisti mostrano una certa resistenza, o un disinteresse, a coinvolgersi nell’impegno sociale o a utilizzare lo strumento psicoanalitico per lo studio di fenomeni esterni alla situazione clinica, come ad esempio nella psicoanalisi applicata (alla cultura, alla società, alla religione, ecc.). Parin, che era anche etnologo, qui vede gli psicoanalisti come una "etnia", cercando di capire i motivi storico-sociali e psicologici per cui nel movimento psicoanalitico è prevalsa la tendenza alla professionalizzazione e quindi a concepire la psicoanalisi solo come una terapia, in modo quindi riduttivo rispetto alla identità originaria. Sotto questa luce, viene ripercorsa la storia del movimento psicoanalitico e delle politiche dell’International Psychoanalytic Association (IPA) per quanto riguarda la formazione, la selezione dei candidati, la programmazione dei congressi internazionali, il rapporto con la medicina, ecc.

Luigi Antonello Armando

Dalla nuova Atene a Tebe. Il trauma in Freud e secondo Freud

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 4 / 2010

Viene rilevata la presenza nel percorso di Freud di un trauma che non è né quello che egli intese nella teoria della seduzione, né quello che intese nella teoria della rimozione, ma quello costituito dall’incontro, nel suo grand tour in Italia, con la «bellezza assoluta» espressa da determinate opere del Rinascimento italiano. Viene poi rilevata la stretta consequenzialità tra questo trauma e la comparsa del paradigma costituito dal Complesso di Edipo. Su queste basi, si sostiene che tale comparsa e le declinazioni di quel paradigma nell’autoanalisi sono una costruzione difensiva di Freud rispetto al trauma, occorsogli immediatamente prima, costituito dall’incontro con quella bellezza, e intesa a seppellirla. Si sostiene poi che tale costruzione fa parte di una storia della reazione di rigetto nei confronti di quella bellezza iniziata subito dopo l’essersi questa manifestata, e attiva ancora oggi. Si forniscono infine alcuni elementi per una definizione sia del concetto di trauma in generale, sia del senso ontologico e storico della psicoterapia.

Felice Cimatti

Linguaggio e religione. Lacan sull’umano come "animale malato"

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 4 / 2010

Una mente meccanica non teme la morte perché il suo mondo è privo di mistero. Per questa stessa mente il linguaggio è un codice. Ad ogni cosa corrisponde un segnale, ad ogni segnale una cosa. Per questo non ci sono ambiguità, né dubbi, nel mondo del codice. Tutto è in vista, e nulla è nascosto. In una lingua, invece, ogni segno rimanda ad altri segni; il significato non è una cosa, bensì una serie (indefinita) di spostamenti di senso. Non può esistere, in una lingua, qualcosa come il senso ultimo di una proposizione. Una mente che entri in contatto con una lingua diventa così una mente malata, nel senso di intrinsecamente inquieta, perché ogni pensiero non è che la premessa di un altro, e così via. La nevrosi non è pertanto un accidente, al contrario, è l’essenza dell’umano. Per questa ragione Lacan sostiene che la religione alla fine trionferà, perché - come rimedio alla fame di senso - non conosce concorrenti.

Joel Whitebook

Psicoanalisi, religione e progetto di autonomia

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 4 / 2010

Gli scritti di Freud di psicoanalisi applicata - su modernità, secolarizzazione, scienza e religione - sono spesso considerati speculazioni non scientifiche. Ma i problemi affrontati in quegli scritti meritano seria attenzione. Proprio come il fascismo ha fornito il contesto storico in cui negli anni 1930-40 la teoria critica della scuola di Francoforte ha sviluppato una teoria sociale psicoanalitica, così oggi la crescita del fondamentalismo richiede un simile sforzo. Può essere utilizzato il "progetto di autonomia" concettualizzato da Cornelius Castoriadis per vedere la psicoanalisi come parte del movimento di emancipazione della modernità, e il fondamentalismo come un tentativo di restaurare i lavori delle società premoderne. Data la visione negativa di Freud sulla religione, è ora di riformulare, utilizzando il lavoro di Hans Loewald, una più articolata concezione della religione. Questo però non può farci dimenticare che il progetto di autonomia deve avere sempre priorità.

Donald Patton

University spin-offs and emerging clusters: some lessons from North American universities

ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE

Fascicolo: 4 / 2010

The paper focuses on the research university as a driver of local development for research-based clusters. It highlights that success in building a local high technology cluster does not come from research competence alone, but depends critically on the governance of the cluster by the university’s institutions and policies. In particular, academic excellence is an important factor in promoting local development, but is not sufficient on its own. As attested to by the University of Waterloo, a university with a strong focus on entrepreneurship and supportive IP policies can achieve greater success in producing spin-off firms than other much more highly ranked universities. Some key policy recommendations to support the development of research-based clusters in Italy can be inferred from the study. First, not only world class universities, such as Cambridge, MIT, and Stanford, are capable of success in generating high technology spin-offs. Second, universities that are successful in technology transfer typically have a consolidated experience of institutional support for this activity.

Michela Matarazzo, Riccardo Resciniti

Studies on firms’ internationalisation in italian journals: themes, trends and future directions

ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE

Fascicolo: 4 / 2010

The growing importance of internationalisation strategies leads us to investigate the development trend of the research contributions and attempt to bridge the gap in the Italian versus the international literature. The paper conducts a review of the Italian journals and is a significant step forward in highlighting the relevance of internationalisation as an "exit strategy" from the current global economic crisis and market stagnation. The research reviews the articles published in 11 leading Italian journals in the 1999-2009 period. After analysing the foreign reviews of international management and international business research, the paper surveys the articles and research areas found in the Italian literature on firms internationalisation and compares them with the international literature. A total of 266 articles were identified and subsequently grouped into seven distinct topics in line with the framework adopted. The review then divides each of the topics into sub-topics. The discussion highlights the areas in which key contributions have been made and indicates potential areas for future research in the Italian literature.

Luca Grilli, Camilla Lenzi, Evila Piva, Cristina Rossi-Lamastra

The effects of human and infrastructural capital on the entry rates of new technology-based firms at the local level

ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE

Fascicolo: 4 / 2010

The study explores the impact of the local endowment of both human and infrastructural capital on the creation of new technology-based firms (NTBFs) in the 103 Italian provinces in the 1996-2005 period. Our empirical results indicate that both human and infrastructural capital have a significant positive effect on NTBFs’ entry rates, although the impacts are different depending on whether the industry is manufacturing or services. More specifically, the impact of human capital is weak on the manufacturing industries, while infrastructural capital plays a key role in services. The results also show the absence of complementary effects between human and infrastructural capital, either in manufacturing industries or in services.

ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE

Fascicolo: 4 / 2010

Notes

SALUTE E SOCIETÀ

Fascicolo: En3 / 2010