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In questo lavoro viene analizzata la storia di una famiglia con paziente affetto da disturbo borderline di personalità e vengono messe in luce le complesse relazioni che uniscono alcuni importanti costrutti familiari: potere, mito familiare, segreto e mandato transgenerazionale. Si ipotizza che l’elusione della verità che accomuna mito familiare e segreto possa risolversi in una collusione cui partecipa a diverso titolo ciascuno dei familiari e che sostiene un mandato familiare transgenerazionale totalizzante. Viene anche evidenziato il ruolo del contesto sociale nell’insorgere e nello stabilizzarsi di questa collusione.
L’autore descrive un breve intervento terapeutico con un sistema di tre sorelle, in una fase critica del ciclo vitale della famiglia. Sono presi in considerazione aspetti della psicopatologia relazionale ed individuale che, solitamente, sono trattati in modo più lungo e complesso. Particolare attenzione è data, in questo caso, ai fattori prognostici favorevoli. In presenza di tali risorse personali dei componenti la famiglia è possibile utilizzare tecniche terapeutiche non direttive abbastanza semplici che risultano efficaci.
In questo articolo si intendono analizzare alcune peculiarità di un caso clinico di presunto abuso sessuale e maltrattamento a danno di minori seguito presso le strutture del servizio pubblico. Nel momento in cui il sistema famiglia incontra il sistema dei servizi all’intreccio fra comportamenti, relazioni e costruzione della realtà presenti nella famiglia in cui si presume sia avvenuto l’abuso si aggiunge quello del servizio deputato alla sua valutazione. L'intensità delle motivazioni familiari e quelle della responsabilità degli operatori creano spesso contesti significativi per cambiamenti anche se sempre esposti al rischio di collusioni o deaffetizzazioni. In questo articolo ci dilungheremo su un caso clinico per mostrare come si costruiscano le realtà, attraverso l’intreccio dei punti di vista dei familiari e degli operatori dei servizi e quanto intorno a queste "verità" si possano dipanare momenti di cambiamento.
L’autore esamina i segreti a contenuto traumatico e la dinamica patogenica presente in alcuni sistemi familiari. Inoltre confronta le caratteristiche delle famiglie disfunzionali con quelle delle famiglie resilienti, in particolare nei riguardi del rapporto fra mito e segreto.
L’attenzione riservata al trauma e alle loro vittime negli ultimi 25 anni è stata prevalentemente rivolta all’individuo che ne è stato vittima, secondo la Teoria dello Stress Traumatico Primario. Gradualmente, l’osservazione degli effetti diretti e indiretti degli eventi traumatici ha condotto alcuni studiosi a considerare con interesse alcuni aspetti sistemici del trauma, elaborando quella che Figley ha definito Teoria dello Stress Traumatico Secondario. Tuttavia, l’acquisizione di una vera e propria ipotesi sistemica del trauma è un evento del tutto recente, così come la scoperta che le sue conseguenze vengono amplificate all’interno della coppia e della famiglia. Analogamente, la coppia e la famiglia offrono una possibilità di approccio al Disturbo Post Traumatico da Stress che viene attualmente riconosciuta come particolarmente indicata ed efficace per la risoluzione delle problematiche legate al trauma e alle sue conseguenze individuali e relazionali.
La possibilità di accedere con attenzione e tempo ai propri vissuti corporei ed emotivi può aiutare il personale infermieristico e gli allievi che si preparano a questa professione a prevenire la devastante esperienza del burn out. Il contatto con la sofferenza degli ammalati, con la fine della vita, con le risorse sempre insufficienti a garantire l’assistenza che si vorrebbe offrire, costituisce un’elevata fonte di stress che il singolo non è in grado di affrontare da solo. Questo progetto ha rappresentato la volontà di sperimentare una via alla prevenzione e alla cura del burn out.