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Giacomo Di Marco

Il gruppo di lavoro istituzionale

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2014

L’autore, ripensando alla storica comunanza di interesse ed impegno con il compianto amico Franco Fasolo, nel valorizzare la dimensione gruppale nella pratica psichiatrica, propone alcuni interrogativi sul ruolo e senso del gruppo di lavoro istituzionale oggi.

Gattinara Enrico Castelli

Con-sentire: due epistemologie sono meglio di una

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2014

Lo scritto riprende il testo di una relazione presentata a Padova nel novembre del 2011 in occasione di una giornata dedicata al pensiero di Franco Fasolo, che era da poco scomparso. L’autore non aveva mai conosciuto Franco Fasolo, ma ha ugualmente voluto entrare in relazione con lui non semplicemente studiandone l’opera, ma mettendosi in ascolto dal suo "esser fuori", provando a risuonare insieme a quello che della sua persona resta e a "sentirlo insieme" al pubblico, provando cioè a con-sentire. Con-sentire viene dal gruppo, come tante volte ha raccontato Fasolo: il gruppo permette di sentire insieme, e quindi di sentir-si: sentire insieme, cioè sentire con, è un modo meraviglioso e terapeuticamente efficace per sentir-si. Il pensiero di Franco Fasolo viene interrogato come epistemologia della dualità ed epistemologia della gruppalità. Nel gruppo i rapporti possono essere di vario tipo, inclusi quelli duali. Allo stesso modo, in un rapporto duale entrano sempre e inevitabilmente in scena dimensioni gruppali, ma noi facciamo (storicamente e culturalmente) molta più fatica a liberarci dal dualismo che a liberarci dalla molteplicità. Anche quando parliamo di molteplicità, ne parliamo spesso in termini dualistici. Lo stesso facciamo quando contrapponiamo un pensiero sistematico a un pensiero a-sistematico, oppure il determinismo all’indetermini smo, il preciso al confuso, l’ordine al caos. La contrapposizione è uno dei problemi storico- culturali ed epistemologici di ogni dualismo occidentale: la contrapposizione e quindi la lotta, la guerra. Il problema però non è nella dualità, ma sta nella logica dell’opposizione, vale a dire nella teoria del terzo escluso, che crea uno strettissimo legame logico, epistemologico e politico fra opposizione ed esclusione. Tragico è l’aut-aut dell’opposizione esclusiva di contro all’et-et della combinazione inclusiva. Sembra all’autore che nei suoi scritti, nel suo lavoro e nella sua militanza Fasolo abbia insistito soprattutto su una cosa, da un punto di vista epistemologico: che le epistemologie sono tante, e che ognuna ha di mira un assetto del sapere e della conoscenza funzionale al proprio punto di vista. Il che significa che per certi obiettivi va bene un certo tipo di epistemologia, mentre per altri ne va bene un’altra. Se però da un lato è possibile rivendicare esplicitamente la necessità del pluralismo, anche se fondamentalmente di due epistemologie di riferimento, l’una tradizionalmente oggettivistica, l’altra invece aperta e flessibile, tuttavia dietro agli sforzi della nuova epistemologia resta aperta la trappola dell’opposizione bipolare, dell’alternativa binaria, dell’aut-aut fra due opposti. Quello che Fasolo proponeva ridendo o sorridendo era di fare attenzione a questa trappola e l’umorismo gli serviva per sottrarvisi, per sfuggire alla terribile e tragica serietà dell’aut-aut: non c’è una separazione inderogabile fra il bianco e il nero, o meglio, la separazione c’è e si vede nettamente, ma la linea non è dritta e il dominio di campo non è assoluto. Nel bianco c’è del nero e viceversa. Ciò che conta non sono infatti né il bianco né il nero, ma il loro abbraccio, il loro con-senso reciproco. Fasolo mette in atto due epistemologie contemporaneamente (o più epistemologie): per dirla metaforicamente con una immagine semplice, mette in atto un’epistemologia del rigore e delle regole (la presenza necessaria a far funzionare il gruppo) e un’epistemologia organica e aperta dell’indifferenziato e dell’indefinito (l’assenza, che rende dinamico e vivo il gruppo). La cosa interessante però sta nel fatto che la prima epistemologia serve alla seconda per confermarne la validità, e la seconda serve la prima per convincere tutti della sua affidabilità. La prima infatti è quella più diffusa e condivisa, la seconda invece è quella più "praticata". Ma quando si passa a teorizzare la seconda, si ricorre alla prima, ai suoi strumenti analitici e positivi; tuttavia la teorizzazione si fonda sulla pratica e sull’efficacia della seconda, che introduce di fatto termini e concetti inesplicabili e solo comprensibili. Ecco ancora perché due epistemologie sono meglio di una.

Sergio Fava

Da Losanna a Padova 1968

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2014

L’autore descrive le sue impressioni quando nel 1968 si trasferì dall’Hôpital de Cery a Losanna all’Ospedale psichiatrico di Padova. Descrive il clima di taglio prevalentemente fenomenologico con spunti psicoanalitici che c’era nel gruppo degli psichiatri dell’OP. Cerca di descrivere a partire da quella data il substrato culturale che avrebbe dato origine agli sviluppi di un pensiero ed una pratica terapeutica dove coesisteranno, fenomenologia, e psicoanalisi nelle sue declinazioni individuale, gruppale ed istituzionale. Segnala ancora un interesse comune per l’applicazione dei vertici teorici nel servizio pubblico. Queste premesse furono anche alla base della fondazione dell’ASVEGRA.

Sergio Erba, Lorena Monaco

Punto e a capo. Per una concezione etica delle relazioni d’aiuto

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

Tra i lettori della rivista è in atto un dibattito permanente, dove in tempo reale, grazie alla posta elettronica, i partecipanti interloquiscono su tutto quanto è attinente alla clinica e alla formazione (vignette cliniche, commenti, critiche, riflessioni). Lo spazio massimo consentito per ogni intervento è di una "pagina" di 52 righe carattere corpo 12. In questa sezione confluisce numeroso, il materiale accumulatosi nel quadrimestre precedente.

A cura della Redazione

Fuori dalla stanza

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

In questa sezione redattori, collaboratori e lettori della rivista riferiscono e commentano convegni, seminari, libri, film e tutto quanto può contribuire all’arricchimento culturale del terapeuta.

A cura della Redazione

Sotto il cielo delle psicoterapie..

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

In questa sezione vengono ospitati scritti di operatori delle relazioni di aiuto che, attraverso il proprio resoconto clinico e/o teorico, testimoniano e raccontano altri modi di intendere e praticare la terapia.

Nicola Spinosi

Beni rifugio

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

A cura della Redazione

Passioni e tormenti della formazione

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

Gli allievi della Scuola di Formazione Psicoanalitica de Il Ruolo Terapeutico, alla fine del secondo e del quarto anno, presentano uno scritto sulla propria esperienza formativa. In questa rubrica ne ospiteremo qualcuno

Paolo Migone

Problemi di psicoterapia

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

Viene tracciato un panorama storico degli sviluppi della neuropsichiatria infantile dall’antichità fino a oggi. La prima parte, pubblicata nel n. 125/2014, riguardava gli albori della neuropsichiatria infantile e gli sviluppi negli Stati Uniti e in Italia (con le prime due aree di interesse: il ritardo mentale e poi la delinquenza minorile). Nella seconda parte, pubblicata nel n. 126/2014, vengono descritti gli sviluppi recenti negli Stati Uniti, con l’influenza della psicoanalisi, il Child Guidance Movement, ecc., e una descrizione dettagliata delle sezioni di psichiatra infantile dei DSM, cioè dei manuali diagnostici dellA’ merican Psychiatric Association. In questa terza e ultima parte vengono descritte le classificazioni dell’International Classification of Diseases (ICD) e del Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM), e pubblicata la bibliografia di tutte le tre parti

Sergio Erba

Clinica, teoria, metodo nella terapia e nella formazione

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

In questa sezione il direttore della rivista trae spunto da vignette e situazioni cliniche attinte dalla sua pratica di terapeuta e formatore per illustrare aspetti della teoria clinica de Il Ruolo Terapeutico

Anna Lenisa

Memorie di un’ottuagenaria. La psicoanalisi e la vita

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

L’autrice, nel presente articolo, fa un resoconto della propria vita sia in parte personale che professionale. Si assiste, nel corso della lettura, in special modo al cambiamento e alle trasformazioni che l’hanno accompagnata nel corso della vita e, in particolare, viene sottolineato il raggiungimento di un proprio modo di vivere le relazioni professionali (e non solo) molto più integrato rispetto a quello iniziale e di un’acquisizione sempre più complessa, profonda e articolata del mondo, sia quello clinico che quello personale

Erica Klein

Attualità di Guerra e pace

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

L’autrice, a distanza da un anno dalla scomparsa della collega e amica Maria Teresa Fava Bracchi, vuole ricordarla parlando del testo preferito di Fava Bracchi, Guerra e pace di Tolstoj. Tale testo viene rivisitato attraverso una lettura approfondita dei personaggi del romanzo e l’autrice prende spunto, in questo lavoro di rivisitazione, anche dai seminari di "Letteratura russa e Psicoanalisi" che le due tenevano insieme presso la Scuola di formazione psicoanalitica del Ruolo Terapeutico

Emanuele Santirocco

Inventario di psicoterapia. Ovvero, ho fatto un patto con le mie emozioni

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

Attraverso un tanto simpatico e leggero quanto valido e corposo "inventario", l’autore racconta flash clinici, momenti di sedute con i pazienti, esperienze cliniche tratte dalla propria realtà di lavoro. Si susseguono episodi di quotidianità clinica che illustrano molto bene quanto la persona del terapeuta emerga sempre e sia proprio la sua personale originalità a sbloccare alcune situazioni cliniche, anche le più apparentemente "irrisolvibili". L’autore termina lo scritto con alcune conclusioni che gli permettono di far emergere e di mostrare i referenti etici della tecnica da lui utilizzata

L’intervista: Sarantis Thanopulos

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

In questa sezione viene intervistato un terapeuta esterno al gruppo de Il Ruolo Terapeutico. Una griglia di domande che rimane costante ogni volta tende a far emergere, dell’intervistato, le tappe della sua formazione, le sue letture, i suoi maestri, la sua filosofia del mestiere, la sua concezione esistenziale

Lorena Monaco

Editoriale

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 127 / 2014

Gianluigi Di Cesare

Recensioni

STUDI JUNGHIANI

Fascicolo: 39 / 2014