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Intento del presente lavoro è mostrare come, nell’epoca della post-modernità, si assista all’occultismo dell’Ombra, da intendersi come dissoluzione della tensione fra opposti. Tale dissoluzione ha reso difficile la pensabilità stessa dell’Ombra, e dunque la possibilità di diventarne consapevoli. Il testo ripercorre a grandi linee la storia di questa trasformazione, chiamando in causa il pensiero del nichilismo, la psicologia del narcisismo, lo sviluppo delle tecniche di comunicazione di massa, l’espansione della cosiddetta "realtà virtuale": tutti fattori che hanno alimentato lo spirito della post-modernità.
L’autore cerca di fare un utile raffronto fra la psicologia e psicopatologia di orientamento esistenzialista-fenomenologico e le concezioni della psicologia analitica di Carl Gustav Jung, con lo scopo di mostrarne l’assoluta identità di presupposti e di metodo. Tutto ciò al fine di porre la psicologia analitica nell'alveo che le spetta: ossia quello del pensiero scientifico moderno.
La coppia di opposti rappresentata da "trasformazione" e "continuità" all’interno della pratica analitica e le loro vicende sotto l’effetto dello Zeitgeist costituiscono il principale focus narrativo del presente lavoro. La rapida espansione su scala planetaria delle tecnologie digitali riguarda anche lo spazio intimo e privato della relazione analitica rendendo il confronto con tale trasformazione inderogabile: internet e le forme di comunicazione ad esso associate hanno varcato i confini del setting. L'intervento non si preoccupa, tuttavia, di sviluppare una rassegna dei nuovi media, quanto piuttosto di effettuare un’analisi critica del fenomeno della digitalizzazione nell’intersezione con la pratica clinica senza atteggiamenti pregiudizialmente avversi o favorevoli, proponendo una lettura che tenga in tensione la dialettica "continuità"/"trasformazione" attraverso l’integrazione della dimensione culturale intesa come archetipo "orizzontale". Il crossover con discipline settoriali di confine, quali la filosofia e la sociologia, caratterizza l’approccio metodologico del lavoro che trova in autori come Bloch, Trevi, McLuhan e Heidegger i principali punti di riferimento.
Dopo aver passato in rassegna la concezione dell’archetipo avanzata da Jung con la sua teoria dell’inconscio, viene proposta una sua applicazione clinica all’interpretazione di un sogno e di un sistema delirante e vengono avanzate alcune considerazioni sul significato dei simboli in essi contenuti. In particolare si mostra come essi possano essere stati prodotti per estensione metaforica da quelle esperienze archetipiche che nella storia evolutiva dell’uomo hanno accompagnato la differenziazione dei suoi bisogni da quelli dei suoi antenati animali.
Viviamo in un tempo storico in cui la paura diventa impalpabile, si associa al senso di sconfitta, alle cui radici vi sono la perdita dei legami di fratellanza e la fragilità delle proposte di senso del vivere. In ambito individuale diventa esperienza di perdita di tutela del Sé e della propria amabilità. Il versante individuale e quello sociale della paura trovano il punto d’intersezione nella perdita affettiva di ciò che è fondante: l’Eros. Paura ed eros sono associati: la mancanza di eros genera paura ma anche la sua presenza può suscitare paura, quando eros è stato ferito. La paura mette alla prova l’analista. Il passaggio dalla paura all’eros può avvenire solo dopo aver abbracciato la paura del paziente, facendola diventare un’esperienza comprensibile e drammatizzabile nel setting analitico. I riferimenti clinici testimoniano l’esperienza del legame tra paura ed eros, vissuto nell’abbandono precoce, nelle molestie paterne, nella solitudine di un’infanzia trascorsa nel contenere il dramma familiare.
L’articolo vuole essere un contributo al dibattito sulla psicologia dei fratelli gemelli e, in particolare, al problema della loro separazione. L’autrice esordisce con la narrazione di alcuni miti indoeuropei, per delineare lo sfondo archetipico della psicologia gemellare. Continua con l’analisi dei più importanti studi sui gemelli monozigoti da cui si evince che nella psiche dei gemelli il complesso fraterno si trova in primo piano rispetto a quelli materno e paterno: il trattamento analitico si trova dunque nella necessità di doverlo elaborare durante tutto il percorso. Concludono l’articolo alcune riflessioni sul processo di separazione ispirate da un caso clinico.
Con una ricerca su 179 casi visti negli ultimi otto anni l’autore discute l’efficacia di un primo incontro familiare per coinvolgere nel trattamento gli adolescenti non richiedenti, cioè la quasi totalità degli adolescenti che giungono a contatto di uno psicoterapeuta. Descritta una tipologia di nove tipi di adolescenti non collaboranti e di due tipi di collaboranti, vengono esposte le linee guida e le tecniche della presa in carico dell’adolescente, dal primo contatto fino al primo/secondo colloquio familiare: sicurezza nella seduta, coinvolgimento emotivo, autorevolezza del terapeuta, spiegazioni psicologiche, condivisione delle proprie storie, ricostruzione di appartenenza.
L’ipotesi basilare di questo lavoro è che i DCA e i comportamenti/atteggiamenti relazionali correlati, sono indicatori di particolari strategie emotive. In particolare, viene presa in considerazione l’anoressia come indicatore di una strategia di regolazione affettiva evitante, con riferimento a processi dissociativi alessitimici, sviluppati tramite relazioni di attaccamento precoci insicure. Alla luce di tali premesse teoriche, gli autori ipotizzano una particolare efficacia di trattamento, tramite approcci riferiti alle Attachment-related therapy e alle Affective balance therapy. Viene quindi esaminato come esempio in tal senso la EFFT (Emotionally Focused Family Therapy), la cui efficacia è discussa e collegata a ipotesi teoriche e ricerche empiriche relative a processi evolutivi e intersoggettivi di regolazione affettiva.
L’autore si propone di delineare il valore terapeutico degli animali domestici nell’ambiente familiare e nei contesti di cura, rintracciandone risvolti psicoeducativi e finalità terapeutiche. In particolare, entro una prospettiva evolutivo-familiare e nell’ambito dell’approccio zooantropologico, centrato sul processo interattivo uomo-animale, si configurano le caratteristiche di un contesto di cura che tiene conto del benessere psicofisico e delle peculiarità di coloro che vengono coinvolti in un incontro eterospecifico ed in cui viene valorizzata una co-partnership, nella sua valenza terapeutica. Partendo dal presupposto che gli animali d’affezione non siano fautori di miracolose guarigioni, si vuole porre l’accento sulle attività relazionali assistite dalla presenza di due co-terapeuti (uomo-animale), finalizzate a benefici di ordine educativo e riabilitativo, nonché mirate all’attraversamento del rischio individuale e familiare o al trattamento di psicopatologie. Il focus dell’articolo si orienta specificatamente su una serie di dimensioni: Pet therapy e zooantropologia nelle famiglie attuali; Pet relationship e questioni metodologiche; Pet relationship come incontro etero-specifico in adolescenza.
Nel lavoro argomentiamo che le conoscenze sulle imprese familiari sono del tutto inadeguate rispetto alla dimensione che il fenomeno riveste in Italia. Infatti, i pur imprecisi confronti tra Paesi europei rivelano che le imprese familiari avrebbero il massimo peso nel sistema produttivo nazionale italiano. Sosteniamo che le difficoltà di quantificazione del fenomeno non giustificano questa situazione di scarsa conoscenza, che inficia il dibattitto di politica economica sulle imprese familiari. Per cercare di rimediare, si elabora una quantificazione originale basata su un ampio campione rappresentativo giungendo a stimare il peso delle imprese familiari sul 70% del totale degli addetti nell’industria e servizi. Si elaborano inoltre statistiche che quantificano il fenomeno a livello territoriale, mettendo in luce come, sebbene generalizzata, la sua rilevanza sia ancor più marcata in alcune regioni. Infine, si mostra che le imprese familiari sono protagoniste vitali nella formazione di nuove imprese.