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In questa intervista Susan Goodman, psicologa e figlia di Paul Goodman, fornisce una descrizione molto personale del suo rapporto con il padre, delle sue idee e della sua eredità, sia nell’ambito della psicoterapia della Gestalt che di altri campi. Ci consente inoltre uno sguardo privilegiato sulla vita culturale, sociale e politica dell’America degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, alla quale la famiglia Goodman ha contribuito significativamente. Questo ritratto familiare di Paul Goodman e della sua epoca porta a rivedere alcuni stereotipi su uno dei fondatori della psicoterapia della Gestalt.
L’autrice presenta una tecnica riservata alla coppia creata dall’unione dell’esercizio del flusso di consapevolezza con una meditazione proveniente dal tantrismo induista e i cambiamenti prodotti in un gruppo di partecipanti che l’hanno praticata. La tecnica ha lo scopo di sostenere la consapevolezza al confine di contatto fra i partner durante un rapporto intimo e ristabilire novità ed equilibrio nella relazione. I cambiamenti prodotti nei partecipanti rispetto alle disfunzioni sessuali dichiarate confermano che il contatto consapevole è terapeutico, in accordo con la concezione psicopatologica della Gestalt. Così come il luogo della sofferenza è nel punto di contatto fra l’individuo e l’ambiente, anche il luogo della sofferenza relazionale e sessuale della coppia va cercata nel punto di contatto fra i due partner e non nel singolo individuo.
Il concetto di ciclo è familiare in psicoterapia della Gestalt. Il "ciclo dell'interazione sessuale" descrive le differenti fasi che si attraversano durante il rapporto sessuale. È diviso in otto fasi, descritte ed illustrate in questo articolo. La sua principale rilevanza in terapia è quella di aiutare a focalizzare più velocemente ed in modo più accurato le difficoltà incontrate dal paziente. Usato in terapia di coppia, mette in evidenza i bisogni e la tempistica di ciascun partner.
Il contributo prende in esame il concetto di transfert erotizzato mettendo a confronto l’elaborazione freudiana con il pensiero di Perls sviluppato all’interno del clima culturale dell’epoca, della sua struttura caratteriale e della sua esistenza eccentrica e poliedrica. Viene presentata la lettera che Perls scrisse a Marty, sua paziente-allieva-amante. Mentre la psicoanalisi privilegia la proiezione fantasmatica della traslazione, la psicoterapia della Gestalt enfatizza il ruolo della relazione intersoggettiva pur senza sottovalutare l’aspetto della traslazione.
Viene descritto il lavoro di coppia su un caso di dispareunia. Decisiva, in senso terapeutico, è stata l’applicazione del Training Autogeno, un metodo che - utilizzato in ottica gestaltica - facilita il contatto sia tra emozioni e sensazioni corporee, sia tra chi chiede e offre sostegno.
Il presente contributo è frutto dell’interesse e della lunga esperienza clinica dell’autrice con i disturbi sessuali relazionali. Adottando la cornice epistemologia propria della psicoterapia della Gestalt, l’autrice ripercorre il suo modo di guardare alle sofferenze sessuali attraverso l’illustrazione di numerosi esempi clinici, focalizzando in primo luogo il fatto che si tratta di sofferenze relazionali anche quando è solo uno dei partner a sperimentare il disagio. Amendt-Lyon evidenzia, inoltre, come l’identità sessuale e la sessualità del terapeuta giochi un ruolo importante nel modo in cui, un professionista, affronta i temi sessuali in terapia e si relaziona ai pazienti. Infine, si sofferma a declinare il sostegno terapeutico per queste soffe- 1 La dott.ssa Ruth Westheimer è una scrittrice e una terapeuta sessuologa tedescoamericana che per prima divenne famosa negli USA nel 1980 per il suo radio-show, durante il quale dava suggerimenti sul "buon sesso soddisfacente". renze, sia specifico che non specifico, e gli interventi di supporto che comprendono diverse tecniche.
L’articolo analizza i cambiamenti nella classificazione diagnostica dei disturbi sessuali nel passaggio dal DSM IV-TR al DSM 5. Sottolinea, oltre all’inquadramento nosografico, l’importanza di cogliere l’aspetto relazionale di tali disturbi e propone la lettura fenomenologica e relazionale della psicoterapia della Gestalt.
L’articolo intende esplorare alcune ipotesi relative al ruolo della deprivazione paterna nel dispiegarsi del desiderio omosessuale maschile, in una prospettiva che prende le mosse da due contributi nell’ambito della teoria dell’attaccamento per poi mettere in luce il contributo che la psicoterapia della Gestalt può fornire nel rintracciare quegli elementi di interferenza nella sequenza del contatto riconducibili alla deprivazione paterna e termina con il riferimento ad un caso clinico.
In questo articolo l’autrice fa un breve excursus nel mondo dell’omosessualità, proponendo alcune ipotesi a partire dalla teoria del sé della psicoterapia della Gestalt. In primo luogo offre una descrizione dei concetti di inclinazione, identità e comportamento sessuale. Successivamente riassume il pensiero di Freud sull’argomento e analizza l’omosessualità come parte nella costruzione e funzionamento della personalità del sé. Conclude con una breve considerazione sull’interazione tra la società attuale e l’omosessualità.
L’articolo è un contributo per una prospettiva gestaltica contemporanea sulla sessualità in psicoterapia. Partendo da una definizione della sessualità secondo il testo di Perls, Hefferline e Goodman, l’autrice espone poi l’evoluzione del vissuto sessuale nella società post-moderna, rifacendosi alle riflessioni di studiosi contemporanei come Galimberti e Bauman. Superando la logica edipica, l’autrice propone dunque una lettura dei vissuti sessuali in psicoterapia secondo l’ottica del confine di contatto nel campo fenomenologico, che consente di intuire elementi relazionali implicitamente offerti dal paziente. Vengono poi forniti suggerimenti ed esempi clinici per orientarsi nel caso di vissuti sessuali nel setting psicoterapico contemporaneo.
Sullo sfondo della società post-moderna e dei cambiamenti profondi in atto nell’ambito della relazione sessuale e "intima", la psicoanalisi e la psicoterapia della Gestalt si confrontano relativamente al tema della sessualità con le sue implicazioni nella teoria della tecnica e nella prassi clinica. I due modelli, seppur iscritti entro epistemologie differenti, sembrano avvicinarsi e incontrarsi sul sentiero comune della relazione, delle emozioni e quindi nella clinica. In uno stile colloquiale e diretto di immediata comprensione e con l’ausilio di esempi tratti dalla propria esperienza clinica, Paolo Migone attraversa il tema della sessualità in terapia, restituendole il suo valore nella gamma di tutti i vissuti sperimentabili nell’ambito della relazione di cura, dove si incontrano e realizzano le umanità di paziente e terapeuta. Ne emerge il quadro di un terapeuta disponibile a sperimentarsi con le proprie emozioni nella relazione con il paziente, non perdendo mai di vista il valore, il senso e "l’uso terapeutico" della propria umanità.
La lettura dell’evoluzione della forma urbana di Mantova è il filo rosso per interrogarsi sulla capacità di riconoscere nella crescita della città contemporanea le modalità con cui la società ricerca il senso di appartenenza. L’intreccio tra urbs, civitas e polis ha da sempre generato forme urbane legate al vivere quotidiano, questo vale anche pe la metropoli diffusa. Tre osservazioni sul processo evolutivo di Mantova, l’accostamento di parti con una propria identità, la necessità di regolare il deflusso delle acque e la difesa militare, lo stretto rapporto tra spazio aperto e architettura, confermano come la tensione fra stasi e movimento, dimora e scambio, memoria e progetto, origine e destinazione, sia sempre stata origine di nuovi tessuti e architetture che rappresentano l’identità del contesto
Il paper affronta il tema della stima dei costi relativa agli edifici privati danneggiati dal sisma che ha colpito la regione Abruzzo nel 2009. Anche in questa circostanza lo Stato italiano si è fatto carico di finanziare interamente la ricostruzione post-sismica. I primi provvedimenti normativi lasciavano intravvedere un’impostazione più attenta alla spesa necessaria per il recupero delle abitazioni principali, limitando i flussi finanziari per tutto il resto del patrimonio edilizio privato. Tale impostazione iniziale è stata successivamente modificata. Il paper evidenzia come i nuovi orientamenti assunti, che portano ad una sostanziale equiparazione tra abitazioni principali e seconde case, potrebbero determinare un maggior costo relativo alla spesa complessiva destinata al recupero degli edifici privati, anche dell’ordine del 50% ed oltre, rispetto alla spesa inizialmente ipotizzabile
Nelle linee del disegno urbanistico è sempre racchiusa una progettualità che in alcuni casi risulta più facilmente leggibile, come ad esempio nella ‘linea verde’ e nella ‘linea blu’ del nuovo piano urbanistico comunale di Genova. Attraverso quattro esercizi di rilettura del piano, il contributo intende fornire un’interpretazione critica circa i differenti ‘spessori’ di queste linee di margine dell’urbano: un esercizio di revisione dello schema della città lineare, che si combina con il modello della città policentrica e compatta; un esercizio di dottrina relativo al rapporto tra il disegno e la forma del piano (in un contesto legislativo non riformato come quello ligure); un esercizio di retorica in cui i disegni e le parole collaborano alla decifrazione e alla comunicazione del piano; un esercizio di immaginazione in cui le linee ritrovano, infine, il loro ‘spessore’ progettuale, aprendo possibili spiragli alla riqualificazione della città