RISULTATI RICERCA

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Paolo Pascucci

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PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

Daniela Barbaresi

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PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

Renato Novelli

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PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

Carlo Carboni

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PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

Donato Iacobucci

Nuovi modelli imprenditoriali, tendenze e politiche di sostegno

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

La crisi internazionale del 2009 e la fase recessiva che ha interessato l’Italia nell’ultimo triennio hanno colpito il sistema manifatturiero regionale in modo maggiore di quanto avvenuto nella media nazionale. Le ragioni di ciò vanno ricercate nel peculiare modello di specializzazione della regione e nel conseguente modello di innovazione, scarsamente fondato sulle attività di ricerca. A partire dall’analisi di questi aspetti il lavoro sottolinea l’importanza di favorire l’avvio di nuove imprese in settori a più alto contenuto di conoscenza; tali imprese possono contribuire a diversificare il sistema produttivo e a fornire maggiore contenuto di innovazione alle attività esistenti. Ciò comporta lo sviluppo di nuovi modelli di attivazione imprenditoriale rispetto a quelli prevalenti nel passato. Si tratta di iniziative promosse da giovani con scarsa esperienza lavorativa ma con elevati livelli di istruzione ed un più stretto collegamento con le attività di ricerca. Il principale problema cui si trovano di fronte tali iniziative è costituito dal reperimento di adeguate risorse finanziarie. Dato il maggiore contenuto immateriale delle nuove attività d’impresa e gli elevati rischi, le risorse finanziare non possono essere fornite dalle banche ma debbono essere acquisite come capitale di rischio. Il lavoro si conclude con alcune indicazioni sugli interventi di policy che potrebbero favorire l’avvio e lo sviluppo delle nuove iniziative ad alto contenuto di conoscenza.

Silvio Cardinali, Paola Palanga

Il ruolo dei giovani nei processi di transizione imprenditoriale

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

Meno di un’azienda familiare su quattro supera lo scoglio della prima generazione e solo una su sette raggiunge la seconda generazione. Il passaggio generazionale rappresenta quindi un vero e proprio ostacolo. È un momento critico nella vita di un’azienda, ma può essere una sfida in merito alle opportunità che possono emergere e alle nuove strategie di sviluppo. Come ad esempio quelle relative alle innovazioni di processo o alla creazione di una nuova start up o spin off. Questo processo può sottolineare una crisi, ma allo stesso tempo può essere una risorsa importante in quanto richiede che vengano valutate le strategie aziendali, le risorse umane e le competenze disponibili in relazione alle prospettive di sviluppo futuro del business. Pochi studi sono stati effettuati sul passaggio generazionale ma quelli svolti rivelano diversi modelli di business e case history di successo. Il lavoro proposto mira ad inserirsi nel dibattito teorico connesso alla necessità delle aziende di famiglia di formulare una strategia di business che sia in grado di garantire la continuità aziendale e la loro sopravvivenza nel mercato.

L’articolo discute i dati di una ricerca svolta su un campione rappresentativo di 1200 giovani marchigiani di età tra i 15 e i 35 anni. I dati mostrano che se per un verso, nel contesto marchigiano la famiglia continua a essere l’ambito prevalente della dimensione affettiva (socializzazione primaria), nonché la struttura economica di ultima istanza che ammortizza il disagio socioeconomico amplificato dalla crisi, dall’altro la cultura e le modalità prevalenti di socializzazione dei giovani marchigiani appaiono dominate sia dall’aggregazione con i gruppi di pari (reti amicali), sia da quella tecnologica per mezzo dei social network. In questo spazio sospeso tra tradizione e innovazione il rapporto tra giovani marchigiani e famiglia è ambivalente. Se è fonte di sicurezza, sostegno e affettività, non può sfuggire come tale condizione, abbinata ai numeri della crisi determini contraddizioni strutturali di una certa rilevanza. L’82,6% del campione dichiara di vivere ancora con il nucleo familiare di origine, la famiglia sembra funzionare come un erogatore di risorse economiche suppletive per consentire ai figli di non patire gli effetti più perversi della loro precarizzazione. Ciò ha generato un legame di dipendenza e opportunismo che in molti casi ha deresponsabilizzato una parte non secondaria delle giovani generazioni. Ne hanno risentito i comportamenti riproduttivi, sia con un costante abbassamento della fecondità, sia con una strisciante relativizzazione dei legami affettivi, resi accessori di quelli economici e ricreativi. Detto questo, però, la ricerca mostra come il giovanile rappresenti una categoria plurale e contraddittoria, per la cui comprensione è in primo luogo necessario "smitizzare" molti stereotipi del giovanile, da quelli "eroici" a quelli "della fragilità".

Sara Nocella

Neet: periferie sociali e dell’anima nel mondo giovanile

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

L’interesse per il fenomeno dei Neet assume ormai una valenza politica globale. Il progetto Health 25, che ha coinvolto in una partnership internazionale il Centro Adolescenti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria "Ospedali Riuniti di Ancona" ha osservato e identificato un target di Neet per poi valutarne alcuni aspetti peculiari. La ricerca ha analizzato le caratteristiche socio-psicologiche di 143 individui compresi tra i 16 e i 20 anni portatori di tendenze devianti. È stato utilizzato un campione statistico costituito da giovani adolescenti di età compresa tra i 16 e i 20 anni selezionati fra quelli affidati all’Ufficio Servizio Sociale Minorenni (USSM) di Ancona. Il campione di riferimento è ricco di informazioni e potenzialità conoscitive. In primo luogo permette di leggere il fenomeno all’interno di una dinamica comportamentale nella quale gli atteggiamenti di astensione istituzionale (non lavorano, non studiano, non si formano) sono già interconnessi con il rischio di esclusione sociale, che caratterizza i Neet. In secondo luogo consente una comparazione tra Neet e Non Neet, utile a definire il concetto e i suoi sistemi metodologici di controllo e verifica. Questo ci ha permesso di trarre analogie e differenze fra le due popolazioni statistiche, comprendendo le cause di astensione sociale e le correlate possibili problematiche psico- attitudinali. Sul fronte istituzionale, lo studio condotto sui Neet ha consentito di sviluppare alcune considerazioni intorno ad alcuni presupposti della psichiatria, evidenziando come l’ottica biologico-positivista della malattia mentale sia limitata, cieca di fronte all’importanza dei fenomeni sociali e funzioni spesso da alibi per non entrare nella profondità di significazione del fenomeno follia

L’invecchiamento demografico dei paesi industrializzati rappresenta una vera e propria novità antropologica che influenza in maniera pervasiva ("from cell to society") tutti gli aspetti della società. Il paper propone una breve rassegna ragionata dei principali indicatori strutturali riferiti all'impatto dell'invecchiamento su ambiti quali il sistema di welfare, il mercato del lavoro, la partecipazione sociale, le pensioni ed i consumi. Nel corso della disamina emerge chiaramente come l’Italia si trovi oggi ad uno stadio di invecchiamento eccezionalmente avanzato, specialmente quando confrontato con le caratteristiche del fenomeno negli altri principali paesi industrializzati. I dati presentati forniscono lo spunto per alcune riflessioni sul sistema della ricerca sull’invecchiamento nel nostro Paese, di cui si evidenziano opportunità e rischi, prima di concludere con la presentazione di alcune proposte per rafforzare la competitività di questo settore strategico a livello internazionale

Gabriele Morettini

Sala d’attesa: numerosità e occupazione delle generazioni in Italia

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

L’articolo propone una riflessione sul tema dei rapporti tra generazioni in Italia. L’esame di alcuni dati strutturali evidenzia come nel 2011 le coorti dei baby boomers (in età tra i 40 e 64 anni) e dei baby busters (15-39 anni) presentino forti differenze in termini di consistenza e di inserimento occupazionale. I divari sono particolarmente elevati, sia rispetto al passato che alle altre nazioni europee. La presenza di coorti caratterizzate da bassa consistenza numerica e diffusa disoccupazione contraddice il paradigma di Easterlin, che lega la parabola umana e professionale di un individuo all’ampiezza della propria generazione. Le attuali prospettive occupazionali dei giovani italiani sono ridotte dall’avversa congiuntura economica, dall’aspra e crescente competizione globale, da un mercato del lavoro congestionato dalle precedenti generazioni, più numerose e protette da tutele estese ed incisive. Questi problemi sono amplificati dai limiti del contesto italiano, caratterizzato da bassa mobilità sociale, scarsa valorizzazione dell’istruzione e marginale attenzione all’universo giovanile. Il disagio è parzialmente temperato dalle coorti più anziane, che offrono ai giovani un sostegno cruciale in termini di reddito, disponibilità abitativa, garanzie finanziarie. La metafora della "fila" concilia la tesi di Easterlin con i fatti stilizzati emersi dallo studio dei dati ed evidenzia l’esistenza di un vasto problema generazionale che impone tempestivi interventi per incentivare il ricambio occupazionale, favorire la mobilità sociale e valorizzare le competenze di molti ragazzi, costretti a macerarsi nella logorante e spesso vana attesa di un lavoro "degno".

Marco Socci

La nuova questione giovanile in Italia negli anni della crisi

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

Il contributo analizza gli effetti della crisi sulle condizioni dei giovani, ed evidenzia che in Italia si stanno delineando i contorni di una nuova questione giovanile. Il mercato del lavoro, all’insegna della flexi-insicurity, diviene ancora più inospitale per le nuove generazioni, alimentando incertezza per le loro scelte lavorative e personali. Il sistema formativo perde appeal come mezzo per la mobilità sociooccupazionale; si diffonde il fenomeno dei Neet; cresce l’emorragia di capitale umano, anche qualificato, con sempre più giovani che cercano fortuna all’estero. Pur in presenza di tali criticità, gruppi di nuove generazioni sono protagonisti di strategie innovative e risposte pro-attive alla crisi. Sullo sfondo, appare cruciale adottare misure e investimenti organici (welfare, lavoro, formazione, sviluppo), con una piena assunzione di responsabilità da parte delle classi dirigenti, a lungo latitanti verso le problematiche dei giovani cittadini

Vanni Santoni

Poveri ma belli

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

Francesco Orazi

Editoriale

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014

Carla Webwr

Recensioni

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

Erri De Luca

In hoc signo

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

Cristiano Cassani

Immagini

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

Dario Forti

Eventi

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014