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Michela Marzano

I paradossi dell’amore: dipendenza, autonomia e fiducia

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

L’amore, fenomenologia complessa sia per il pensiero che per l’esperienza diretta di vita, pone interrogativi cui è arduo dare risposta. La difficoltà della ricerca d’amore non impedisce che si pensi continuamente all’amore e che all’amore appartiene "tutto il bello e il brutto della nostra vita". L’amore ha un nemico fondamentale che è la fusione, in altre parole, la dipendenza completa dall’altro, legame che fa correre il rischio di perdere l’autonomia e di scomparire come essere vivente unico e distinto. L’amore vive continuamente un equilibrio precario tra autonomia e indipendenza e il difficile equilibrio tra indipendenza e desiderio, tra autonomia e abbandono, non cancella la circostanza che sia solo l’amore che permetta all’"Io" di risvegliarsi pur all’interno delle permanenti e insuperabili imperfezioni dell’umano.

Donata Fabbri, Alberto Munari

Parlar d’amore..

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

Duccio Demetrio

I sentimenti taciuti. Scrivere i silenzi d’amore

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

L’autore attraversa i sentimenti amorosi alla luce dell’esperienza del silenzio che gli amanti condividono o respingono. Negli incontri clandestini, passeggeri, mercenari, passionali e in quelli che legano o allontano gli amanti nelle quotidianità della vita. Il silenzio è considerato tanto l’alleato dell’amore quanto un suo acerrimo nemico: poiché il troppo tacere può allontanare gli amanti fino al punto di presidiarne i rituali d’addio. L’articolo si sofferma inoltre sulla problematicità filosofica del silenzio come sentimento e non soltanto come manifestazione del sentire. Ne consegue che possiamo sapere di più dell’amore se ci interroghiamo del posto (e delle modalità contraddittorie) che gli riserviamo e non soltanto sul piano erotico e affettivo. Infatti impossibile è tacere dell’amore spirituale, mistico, religioso che per tradizione si appella al silenzio per cogliere il legame profondo con il divino. Infine la scrittura, già di per sé un atto ispirato dal bisogno di silenzio, viene suggerita come occasione per non dimenticarsi dell’amore, quali ne siano le manifestazioni, o per viverlo con maggior intensità poetica: tanto nel suo adempiersi felice, quanto nei rituali silenziosi dell’addio.

Humberto Maturana

Biologia delle spiegazioni scientifiche e riflessioni sull’amore

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

Ogni tentativo di spiegazione e argomentazione scientifica ha una qualche validità se si collega con una traccia di realtà oggettiva. Vi è una relazione ricorsiva tra la scienza e le azioni quotidiane e non può esistere un osservare senza osservatore. In questa prospettiva, nella quale i sistemi umani possono interagire tra di loro ricorsivamente, l’amore (accettazione dinamica spontanea dell’Altro) è origine e nutrimento della socializzazione umana e non, riduttivamente, un suo effetto.

Elio Franzini

Arte e stile del sentimento

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

Il senso dei sentimenti, la loro forza e il loro stile, può venire espresso attraverso le opere d’arte. L’arte diviene così uno strumento di interpretazione e indagine su quelle possibilità estetiche che attraversano la vita, svelando le possibilità cognitive del sentimento, la sua stessa capacità costruttiva. Un discorso filosofico e fenomenologico sul sentimento può così, attraverso l’arte, porre tra parentesi la sua contingenza senza eliminarne l’immediatezza estetica ed esperienziale, permettendo di scorgere, al di là delle maschere, la verità dei volti, l’autenticità del sentire, la forza di quel "sentire" che è stato chiamato amore.

Simonetta Diena

Passioni d’amore

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

Scopo di questo lavoro è sviluppare una riflessione specifica sulle passioni d’amore e sul multiforme destino che tali vicende presentano nel corso di una terapia analitica. Le radici dell’amore sono presenti nella prima infanzia, ma le esperienze infantili primitive, da sole, non sono sufficienti a spiegare le complesse e infinite vicende che la passione amorosa incontra e sviluppa nel corso della vita. L’amore gioca un ruolo centrale nella formazione dell’idealizzazione, e nello sviluppo dell’illusione e della delusione, ma si modifica nel tempo, attraverso l’evoluzione dell’individuo e della società. Nel mio lavoro di psicoanalista mi sono spesso trovata a seguire l’evoluzione degli investimenti amorosi dei pazienti, e mi è sembrato interessante esplorare più in dettaglio gli sviluppi della teoria psicoanalitica rispetto al concetto di amore e alle sue vicissitudini.

A cura della Redazione

Editoriale

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 22 / 2014

A cura della Redazione

Libri ricevuti

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 144 / 2014

A cura della Redazione

Schede

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 144 / 2014

A cura della Redazione

Abstracts

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 144 / 2014

Francesco Benigno

Il mestiere di storico oggi: il senso di una riflessione

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 144 / 2014

L’obiettivo di questa replica ai tre contributi di Musi, Sofia e Meriggi non è solo o principalmente quello di rispondere alle loro notazioni critiche, ma di aggiungere qualche ulteriore considerazione suggerita dalle loro osservazioni che riguardano il tema della modernità, il concetto di progresso, la relazione tra les paroles et les choses e la nuova centralità della violenza nel discorso pubblico. Si è inoltre cercato di spiegare come la storia dei concetti sia oggi necessaria al compito dello storico, una professione che la recente nascita della «memorial history» ha reso incredibilmente difficile.

Marco Meriggi

Nell’officina delle parole

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 144 / 2014

L’articolo analizza la recente raccolta di saggi di F. Benigno Parole nel tempo e ne mette in risalto la differenza di impostazione rispetto alla metodologia del Linguistic Turn e a quella della Begriffsgeschichte. La riflessione proposta da Benigno è sintomatica di una stagione di profonda crisi storiografica e di ripensamento delle categorie adoperate per la narrazione del passato occidentale. L’autore suggerisce che l’elaborazione di un nuovo lessico storiografico debba tenere conto non solo dell’appannamento di alcune delle parole chiave ( per esempio stato, nazione, classe, ceto, rivoluzione) che hanno rappresentato la stella polare della storiografia europea del Novecento, e che vengono ora sostituite da lemmi meno rigidi e ascrittivi, ma anche del fatto che quella del XXI secolo opera su scala globale e necessita pertanto di un allargamento radicale del proprio bagaglio concettuale per descrivere efficacemente i nuovi fenomeni e i nuovi spazi di cui si occupa.

Francesca Sofia

La contemporaneità di un modernista

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 144 / 2014

Il libro di Francesco Benigno, Parole nel tempo, rappresenta un tentativo ambizioso di analizzare alcuni concetti-chiave dell’attuale dibattito storiografico, attraverso un dialogo partecipato con le scienze sociali, in particolare l’antropologia e la sociologia. In quest’articolo vengono messe in luce quelle che, a parere dell’A., sono le fondamentali opzioni metodologiche che sorreggono i lemmi indagati dal volume. Si tratta innanzi tutto di una visione pluralistica della società, che rifiuta le macro-categorie ascrittive e guarda all’interazione tra i diversi gruppi sociali; si tratta in secondo luogo dell’adozione consapevole del linguistic turn nell’analisi dei diversi contesti sociali; si tratta infine di una visione aperta della politica, caratterizzata dall’interazione sempre mutevole e dinamica di volontà difformi e contrastanti, anche laddove prevale in ambito dottrinale la nozione di sovranità.

Aurelio Musi

Pensare la storia tra le parole e le cose

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 144 / 2014

Francesco Benigno in Le parole nel tempo. Un lessico per pensare la storia, adotta uno schema logico ricorrente in tre tempi: 1) rilettura della letteratura sul lessico storico; 2) critica a fondo delle fonti lessicali; 3) fondazione di una nuova "doxa". Due rilievi critici all’impostazione del volume: difetto di storicizzazione; fragile e deludente impianto della nuova "doxa".

La "questione cattolica" appartiene da sempre al bagaglio teorico e politico elaborato dal PCI. Tuttavia, sulla scia del pensiero gramsciano e sotto l’impulso della ricca stagione dei Fronti Popolari, essa andò maturando nel tempo una centralità progressivamente più marcata sino a divenire, al momento della rinascita della vita politica nazionale, uno dei capisaldi del "Partito nuovo" togliattiano ed elemento fondante della nascente democrazia italiana. L’articolo, basato su fonti in gran parte inedite, mette in evidenza lo sviluppo di questa problematica all’interno del mondo comunista italiano delineandone continuità e cesure.

L’obiettivo di questo articolo è duplice. In primo luogo esso mira a ricostruire la riflessione sul lusso, concetto attorno cui si articolarono discussioni economiche e politiche chiave del Settecento italiano, che si sviluppò nella stampa periodica. In particolare la centralità che il discorso sul lusso assunse nei giornali italiani tra gli anni sessanta e i primi anni ottanta consente di cogliere la progressiva presa di coscienza dell’emergere di una nuova società commerciale, maggiormente orientata al consumo. Il secondo obiettivo è mettere in relazione tale riflessione con le trasformazioni della cultura materiale, attraverso un’analisi focalizzata sulle prime forme di pubblicità, che apparvero sulle gazzette italiane dalla seconda metà del Settecento. Il poliedrico insieme dei primi avvisi pubblicitari costituisce infatti, per la sua capacità di riflettere un mondo in veloce cambiamento, segnato da nuovi e sempre più differenziati beni di consumo, legati strettamene alla sfera del benessere personale, un percorso privilegiato per indagare la realizzazione delle trasformazioni materiali nell’Italia del XVIII secolo.

Nell’ultima parte di regno di Filippo II, la trattatistica politica spagnola si interrogò con sempre maggior frequenza e attenzione sulla figura del favorito. Presente nella produzione letteraria iberica sin dal XV secolo, modellato su esempi biblici, classici e storici, il privado tornò ad essere figura di stretta attualità negli ultimi quindici anni di regno del Rey Prudente, quando i malanni e l’età avanzata del sovrano permisero l’ascesa di una ristretta cerchia di potenti consiglieri. Intanto, accanto al principe, il futuro Filippo III, un aristocratico desideroso di riscattare se stesso e la propria famiglia si preparava al ruolo di favorito del re. L’articolo si propone dunque di illustrare la diretta corrispondenza tra l’evoluzione della situazione a corte e l’incremento dei testi sulla figura del privado, sottolineando al contempo come le concrete azioni dei soggetti storici e le riflessioni teoriche sul tema si influenzarono reciprocamente.