RISULTATI RICERCA

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Maria Grazia Meriggi

Sull’utilità euristica (e non solo) di continuare a studiare il lavoro e i lavoratori

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

La nota, presentando il volume Per una storia del sindacato in Europa, a cura di Maurizio Antonioli (Milano, Bruno Mondadori, 2012), analizza le acquisizioni piu recenti a proposito dei modelli di organizzazione, di mestiere o di industria, nei diversi paesi. Le differenze nazionali riguardano sia gli ineguali livelli di sviluppo economico e industriale sia le tradizioni organizzative di lungo periodo dei mondi del lavoro. Nelle ricerche piu recenti si mette anche in evidenza la coesistenza di diversi tipi di organizzazione - di mestiere e di industria, come si e detto - anche in pieno Novecento.

Massimo Baioni

Resistenza, Resistenze: storie e memorie pubbliche tra Italia ed Europa

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

L’articolo esamina i saggi inclusi nel volume Resistenza e autobiografia della nazione. Uso pubblico, rappresentazione, memoria, a cura di Aldo Agosti e Chiara Colombini (Torino, Seb, 2012). Il libro ricostruisce le interpretazioni e le immagini della Resistenza nelle diverse stagioni dell’Italia repubblicana: si sofferma sui tempi e sulle modalita che hanno segnato il contrastato processo di legittimazione della Resistenza quale momento fondante la nuova identita democratica della nazione. Le tappe del dibattito storiografico sono intrecciate all’analisi degli strumenti che hanno "raccontato" e "messo in scena" la Resistenza nel discorso pubblico: luoghi della memoria, cinema, televisione, scuola, canzone, teatro. L’ultima sezione ospita quattro saggi sulle politiche della memoria di alcuni stati europei (Francia, Polonia, Grecia, ex Jugoslavia), da cui emergono utili spunti di confronto con la situazione italiana.

Brando Mazzolai

Il dilemma fra principio di legalità e nuova giustizia sociale in Piero Calamandrei

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

L’autore prende in esame il tentativo di Piero Calamandrei di difendere il principio di legalita e la certezza del diritto in un periodo in cui il regime fascista violava i piu elementari diritti, pur mantenendo un’apparente legalita. Se nella conferenza tenuta a Firenze nel 1940 Calamandrei si appellava al valore della legalita come unico baluardo da opporre alle teorie del Diritto libero, negli "Appunti sul concetto di legalita", scritti nel corso dell’esilio a Colcello in Umbria durante l’inverno del 1943-1944 e conservati nell’Archivio Piero Calamandrei presso la Biblioteca comunale di Montepulciano, traspare invece anche il suo anelito di giustizia sociale e la sua ricerca di un diritto che non fosse piu strumento della violenza del regime. I lavori preparatori di un saggio inedito, "Il valore morale della legalita", esplicitano il suo intento di denunciare la mistificazione delle leggi operata dal fascismo.

Joao Fábio Bertonha

La "legione straniera" di Mussolini I volontari stranieri nella guerra d’Etiopia 1935-1936

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

L’obiettivo principale di questo articolo e presentare i risultati di una ricerca recentemente conclusa sull’esperienza di migliaia di volontari che si resero disponibili per combattere con l’Italia nella guerra d’Etiopia tra 1935 e 1936. In seguito a un dibattito, la proposta fu rigettata dal governo italiano, ma l’idea della legione, anche se scartata, rappresenta una buona opportunita per comprendere le connessioni, i legami di solidarieta e le contraddizioni tra i movimenti fascisti e di destra di quel periodo. Il focus dell’analisi e rivolto in particolare alla provenienza dei volontari, alle loro prospettive ideologiche e politiche e ai loro legami con l’Italia e con i rispettivi paesi di residenza.

L’intervista dell’autrice a Sandro Portelli e Bruno Bonomo mette in luce come la soggettivita dei due ricercatori si rifletta nel rapporto che ciascuno di loro intrattiene con la storia orale e le fonti orali. Il fuoco principale del dialogo e centrato su aspetti che evidenziano l’influenza dell’appartenenza generazionale sul loro lavoro di oralisti: la forza dell’impronta militante delle origini su Sandro Portelli, uno dei protagonisti e pionieri di quella battaglia politico-culturale, contro il distacco ‘laico’ di Bruno Bonomo, esponente della nuova generazione di ricercatori che operano nell’attuale contesto di professionalizzazione e legittimazione accademica delle fonti orali. L’intervista evidenzia pero anche altre differenze non riconducibili, almeno immediatamente, a una soggettivita generazionale, differenze che riguardano elementi ‘artigianali’ del lavoro dell’oralista - in primo luogo la relazione con la persona intervistata - e le questioni di metodo nell’analisi delle interviste.

Roberta Garruccio

Business history e fonti orali in una svolta culturale controversa

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

Il saggio propone una riflessione che sta all’intersezione tra la business history e la pratica di indagine svolta attraverso la costruzione di fonti orali. Dagli anni novanta la storia d’impresa ha attraversato dei cambiamenti profondi e i piu recenti strumenti di referenza della disciplina li qualificano. L’autrice sintetizza alcune direzioni di questi cambiamenti partendo dall’esplicitare una personale posizione di metodo. L’intento e chiedersi se e come la disciplina si sia confrontata con la svolta culturale imboccata da campi di ricerca contigui. La risposta non e univoca: approcci piu critici agli studi dell’impresa e dei mercati si fanno strada nella ricerca empirica della business history sotto spinte differenti, ma piu che rappresentare una svolta culturale sembrano mostrarne la possibilita. Il saggio argomenta come la nuova "architettura aperta" lasci pero spazio a un’immaginazione della ricerca in cui le fonti orali possono generare prove autorevoli nel rispondere a domande rinnovate e nel coglierne per prime le opportunita.

Giovanni Contini

Le fonti audiovisive: una risorsa e alcuni problemi

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

Gli storici orali utilizzano il registratore audio o la videocamera per documentare le interviste che fanno. In entrambi i casi, al centro della loro attenzione ci sono le parole del testimone e il modo in cui la narrazione e stata prodotta. Tuttavia, la videoregistrazione offre delle opportunita supplementari rispetto alla sola registrazione vocale; e uno strumento prezioso soprattutto nelle interviste di gruppo, nelle testimonianze "ambientate", oltre che per documentare il contesto, le espressioni e la gestualita dei narratori. Inoltre, trattare le interviste filmate non solo attraverso la loro trascrizione (cioe per produrre dei testi scritti) ma come documenti audiovisivi che possono essere utilizzati per realizzare dei videosaggi, richiede un’ermeneutica specifica, sulla quale l’autore riflette a partire dalla propria ventennale esperienza.

Alessandro Casellato

L’orecchio e l’occhio: storia orale e microstoria

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

Storia orale e microstoria si vengono definendo - nel senso di darsi un nome e formalizzarsi come insieme di pratiche, luoghi e reti di relazioni — alla fine degli anni settanta, ma hanno radici lunghe e molteplici, in gran parte condivise. Per ripercorrerne la genesi, l’autore propone un saggio di storia sociale della storiografia in Italia tra gli anni sessanta e ottanta. Tenta poi di enucleare le diverse ermeneutiche che sottendono la storia orale e la microstoria, con l’obiettivo di capire che cosa c’e di peculiare in ognuna di esse. Infine, mostra come esse possano proficuamente collaborare, presentando alcune positive esperienze di ricerca.

Il saggio si sofferma sulla capacita delle memorie individuali di contribuire alla riflessione storiografica, scardinando le tradizionali narrazioni pubbliche. L’autrice compie una panoramica internazionale sull’apporto delle fonti orali al dibattito storiografico, indagando sui principali campi di ricerca che riguardano l’impatto della guerra totale sui civili: la Shoah, le stragi naziste, i bombardamenti, le violenze di genere, i sanguinosi conflitti che seguono i trattati di pace e la definizione dei nuovi confini.

EEC Regional Studies in the Sixties This essay, which belongs to the field of research on the history of European regional policy, focuses on the regional studies launched by the EEC and the ECSC in the Sixties, with specific reference to certain Italian cases: the region of Umbria and its steel industry, the Piombino area, the touristic destination of Calabria and the Bari-Taranto-Brindisi development hub. In particular, it highlights Italy’s position, characterized by its «Southern question» and by its commitment to bringing this topic to the attention of the Community, in order to obtain additional support for its policy of extraordinary intervention, which was mainly implemented through the «Cassa per il Mezzogiorno». The participation of Italian experts and officials in Community studies was closely related to the debate on planning that began with the preparation of the Vanoni Plan and continued with the economic programs of the center-left governments. Issues and new development strategies, with particular reference to the theories of development hubs (growth poles) and integrated development, passed from the national to the European level, paving the way towards the drafting of an EU cohesion policy for the future.

Ramìrez Manuel Muriel

Il sistema ferroviario britannico nel secondo dopoguerra. La riforma Beeching del 1963

MEMORIA E RICERCA

Fascicolo: 45 / 2014

The Reshaping of British railways in 1963 was a process of an extraordinary extent in a concern that back then had half a million employees. The closures of branch lines amounted to a mileage equivalent to the Spanish railways main network at that time. The Beeching Report, a white paper little known outside the UK, shows sixty years later its exceptional value - from the point of view of both economic history and business studies. This paper aims to shed light on the document and the context in which its recommendations were carried out. Also, we make an ex post assessment with the help of the academic literature that followed and the evolution of railway transport since then.One particular feature of British railways is its high capacity (double or multiple track). Our research shows that the reshaping was extensive rather than intensive: the British Railways Board (BRB) was unable to reduce its plant (the excess of capacity) while keeping the lines. This was probably a result of having come first and invested too much in infra-structure.

Eveline G. Bouwers

Il culto degli italiani illustri nella Roma pre-risorgimentale

MEMORIA E RICERCA

Fascicolo: 45 / 2014

Well before the Risorgimento’s cult of heroes took a flight, sculptor Antonio Canova commissioned a series of busts of ‘illustrious Italians’ for the ancient Pantheon in Rome. Started in 1809, when Rome was under French control, the project was developed in agreement with the Roman Curia until, in 1820, Pope Pius VII ordered its removal to the Capitoline Museums. This article probes the origins, form and function of the Canovian pantheon. It analyses the sculptor’s incentives in commemorating artists, scientists and men of letters of Italy’s past, and queries the project’s public reception. Moreover, it evaluates the selection of men and contrasts these to Canova’s predilections, both artistic and personal. Finally, it assesses the pantheon’s impact on the commemoration of illustrious men in post-1848 Rome, specifically in relation to the pantheons on the Pincian and Janiculum hills.

In terms of imperial power, invested capital, financial risk, technological challenge, and public opinion involvement, submarine telegraphy is an extremely important page in the entire book of contemporary economic history. The first international telecommunications network, created thanks to submarine cables, was one of the privileged components in the debate over the establishment of the first global economy at the end of the nineteenth century. The innovative communication network reshaped the international assets of economic and political power. In 1866 the first cable was laid in the Atlantic gave a new measure of the distance between Europe and America.

Elena dell'Agnese

Nuove geo-grafie dei paesaggi di confine

MEMORIA E RICERCA

Fascicolo: 45 / 2014

At the beginning of the Twentieth century, geography used to be described as «the science of landscape». Now, such a definition seems to be out of fashion. All the same, the two words, «geography» and «landscape» still share a close connection, since they both may refer to «the thing» (to the geo-structure), and also to the «representation of the thing» (to the meta-geography). And representation is a form of power. So, while the popularity of landscape as an objective analytical tool has been fading away, the significance of landscape as a way of representing things is proving to be more and more relevant. Not only landscape is no more supposed to be «objective» reality, it does not even have to be an objective representation or to have an indisputable aesthetic quality. All the same, it is a way of seeing, and of retelling, regional, and geopolitical, stories. Thirty years after the Rumley and Minghi’s seminal book on «the geography of border landscape» (1991), the new geo-graphies of border landscapes are aimed at analysing different ways of «speaking about» and of «visualizing» border relations, from cinema to art, to literature and photography, music, cartoons.

At the time of more and more perfect measure and representation of the territory follows trivialization and proliferation of plans. In Nineteenth century appear Atlases that dissect the image of the city, and statistical mapping that allows to represent structural dimensions of the urban phenomenon: population density, hygiene and functionality of spaces, services allocation, traffic flows, etc. The paper aims to show that urban planning was born during this process of cartographic production and statistical measurement of urban context. This course introduce a new form of urban design which records concepts such «standard» and «prediction» in the iconic order of planning. To what extent accumulation of maps and numbers in the Nineteenth and Twentieth century gave rise to modern urban project?

Franco Farinelli

Dove (e quando) il luogo divenne spazio

MEMORIA E RICERCA

Fascicolo: 45 / 2014

Globalization means the end of modern perspective, i.e. of the Euclidean space as it was perceived, represented and produced in the modernity. The attempt to work out new occurring reality requires the genealogical reconstruction of this course. This tool is rather urgent and problematic because involves two crucial analytical levels: distinction between subject and object and nature of causal explanation, a sign of the recursivity of the problem. Prescribing instructions to measure the earth - by deducting one dimension of the sphere in order to reduce it to a table - in the second century A.D. Ptolemy determines all modern epistemological values. Principles shattered today by globalization, because measuring place (the linear distance between the objects disposed on the earth conceived as a plane) is proved to be less and less significant to understand the world mechanism. Is it a matter to change the model of measurement or to give up the idea of measurement itself?