RISULTATI RICERCA

La ricerca ha estratto dal catalogo 104759 titoli

Mariolina Ballardini

Analisi bioenergetica e patologie del Sé

GROUNDING

Fascicolo: 1 / 2014

L’autrice ripercorre le fasi evolutive, evidenziando le difficoltà che provengono da un accudimento inadeguato, difficoltà che portano disturbi del Sé, cioè dell’identità. Di fronte a questo tipo di problemi il compito del terapeuta è di essere presente nel setting fornendo l’esperienza dell’accoglienza, della sintonizzazione, della nascita e del riconoscimento dei confini per rendere possibile l’emergere o il rafforzamento dell’identità.

Patrizia Moselli

Dall’isteria alle neuroscienze: la presenza del corpo in psicoterapia

GROUNDING

Fascicolo: 1 / 2014

L’autrice ripercorre alcuni degli studi di Freud e le innovazioni reichiane, evidenziando come in molte intuizioni del fondatore della terapia corporea fossero presenti in nuce tematiche come ad esempio quella dell’intersoggettività e della relazionalità che verranno sviluppate molti decenni dopo.

Gli autori riflettono sull’evoluzione della terapia corporea a partire da Reich e Lowen alle sfide che derivano dalle nuove patologie. La necessità di aiutare i pazienti a rendere il proprio Sé più coeso e a radicarsi nella propria identità sono diverse dai bisogni terapeutici di 50 o 60 anni fa, quando le persone avevano principalmente bisogno di liberare la propria possibilità di affermare la propria individualità conculcata dalle severe regole sociali e del Super Io. Le ricerche dell’infant research e il dialogo con gli altri approcci arricchisce l’analisi bioenergetica che resta fedele alla sua tradizione di lavorare con forti affetti, lavoro corporeo profondo, dinamiche psicologiche e interpersonali.

Rosaria Filoni, Christoph Helferich

Presentazione

GROUNDING

Fascicolo: 1 / 2014

A cura della Redazione

Abstracts

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2014

A cura della Redazione

Recensioni

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2014

Virginia Guarneri

Sulle tracce di un ritratto: cronaca di una ricerca

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2014

Il ritrovamento di un vecchio ritratto ha riportato alla mente dell’autrice il racconto che la madre le faceva da bambina di un’impresa compiuta più di un secolo prima dall’antenato che vi è raffigurato, padre Maurizio Malvestiti. Da lì è nato il desiderio di conoscerlo meglio e di capire quali fossero i meriti che l’hanno portato a rappresentare la città di Brescia in un momento storico altamente drammatico. L’articolo riferisce come si sono svolte le ricerche, che hanno avuto inizio dal luogo natale del personaggio e sono proseguite scoprendo, attraverso lettere, scritti e componimenti custoditi in conventi e in collezioni private, le vicende che l’hanno visto accanto a personaggi storici, scientifici e letterari del suo tempo. Ne è emersa una figura umana di altissimo livello intellettuale e morale alla quale gli storici bresciani, proprio sulla base della documentazione ritrovata da questa ricerca, vogliono dare nuovo lustro e far riscoprire al grande pubblico.

Andrea Bocchiola

Psicopatologia e politica. Questioni per una psicoanalisi laica

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2014

L’articolo prende in considerazione il rapporto tra politica e psicopatologia e tra politica e psicoanalisi. Viene proposta una riflessione sulla trasformazione contemporanea della politica in biopolitica-postpolitica e sul ruolo in essa delle scienze dell’uomo. Al riguardo viene riproposto il problema attualissimo della psicoanalisi laica (ossia non conforme all’ideologia biopolitca). Quindi viene preso in esame il nucleo genealogico della politica ed il trattamento di forclusione che questo patisce ad opera della biopolitica. Si mostra come lo stesso trattamento venga riservato, nella pratica prima ancora che nella teoria, all’inconscio freudiano.

Paolo Colavero

Qualcuno ci pensa. Pensiero del corpo e corpo del pensiero

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2014

Il presente lavoro, a metà tra clinica e teoria, tratta di una esperienza clinica di gruppo tenuta in una Comunità psichiatrica terapeutica per minori di alta collina, ospitante minori con gravi problemi comportamentali e psicopatologici. Il gruppo ed il terapeuta, anch’esso naturalmente preso dal principio delle cose, prova a definirsi, a darsi un’impostazione di lavoro che tolleri il pensiero in un campo solitamente invece dominato da manifestazioni principalmente fisiche e aggressive. Dopo alcuni momenti difficili, ingressi ed uscite dal gruppo, un fischio gruppale alle orecchie sarà il segnale del primo timido introdursi di una embrionale forma di pensiero del gruppo sul gruppo stesso.

Gabriele Profita

Malinteso e conflitto: il sottile confine tra negoziare e agire

GRUPPI

Fascicolo: 1 / 2014

Il malinteso ha origine dalla difficoltà comunicativa che due persone o due gruppi hanno per ragioni linguistiche o culturali. Nasce dalla difficoltà che la differenza ingenera nelle relazioni. La sua caratteristica specifica è quella che consente di mantenere una relazione sospesa, in attesa di un chiarimento o di un distacco, senza pregiudicarne la prosecuzione. Il malinteso è in attesa di un possibile chiarimento. Nelle situazioni di conflitto i partner sono invece ingaggiati in una relazione che può durare a lungo e che modifica la natura dei contendenti. Nel conflitto le parti in causa si modellano in una relazione di reciprocità, a volte forte e determinata quanto insostenibile. La faida ne è un esempio. Il lavoro mostra come il malinteso sia una modalità di negoziare significati condivisi, mantenendo ciascuno una propria visione e una propria libertà. Nel conflitto i contendenti si ritrovano in un rapporto di dipendenza reciproca difficile da risolvere senza l’intervento di un terzo che possa mediare o autorevolmente decidere. Una parte del lavoro è dedicata alla discussione della tematica del "riconoscimento" inteso come soluzione possibile sia per risolvere il conflitto, sia per affievolire i malintesi..

L’articolo analizza come il nuovo ruolo assunto dai mercati finanziari all’interno del paradigma del bio-capitalismo cognitivo abbia pesantemente inciso sulla distribuzione del reddito, ampliando l’ineguaglianza. L’aumento di reddito per le classi più abbienti, in misura molto concentrata, è avvenuta a danno delle fasce più deboli della società. Ciò è dovuto all’effetto distorto causato dalla distribuzione della rendita finanziaria a vantaggio dei più abbienti e a svantaggio dei più poveri. La situazione di recessione economica degli ultimi anni ha ampliato questa tendenza. Tra diversi effetti (tra cui le conseguenze perverse delle politiche di austerity), abbiamo assistito ad un forte aumento della vulberabilità sociale, che si è tradotta spesso in atteggiamenti auto-distruttivi e nichilisti, a riprova della violenza dell’attuale sistema economico.

Se le emozioni sono parte integrante della vita di un gruppo e gli individui portano le loro particolari tendenze emotive al gruppo, il modo in cui queste emozioni interagiscono e si compongono può produrre una sorta di "bonifica emozionale" che penetra le tendenze dei singoli membri, le attraversa e le supera. Nell’approccio che definiamo top-down il gruppo viene considerato come un tutto e i conduttori del gruppo cercano di catturare le dimensioni dell’elusivo sentimento che sorge dalle dinamiche del gruppo, focalizzandosi sul gruppo come entità olistica che influenza i sentimenti e i comportamenti dei membri. Nell’approccio bottom-up le emozioni del gruppo sono invece viste come somma delle sue parti, vagliando il modo in cui le emozioni dei singoli membri si combinano insieme creando un’emozione a livello di gruppo. Il gruppo che viene presentato appartiene al lavoro dei servizi psichiatrici di una città mista della Galilea. Era composto di 12 membri: 8 uomini (4 arabi e 4 ebrei) e 4 donne (2 arabe e 2 ebree). Il gruppo, che ha lavorato per un anno e mezzo, cercava di sostenere individui che soffrivano di disagi sociali per cause principalmente relazionali e le cui diagnosi psichiatriche andavano da moderati disturbi affettivi e d’ansia a disturbi d’adattamento. Nella discussione affrontata dallo staff prima di formare il gruppo ci si interrogava soprattutto sulla capacità e la disponibilità dei pazienti di nazionalità araba a prendere parte a questo genere di terapia di gruppo, visto che precedenti esperienze avevano rivelato la riluttanza dei pazienti arabi a prendere parte a questo tipo di aiuto professionale e ci si domandava se la terapia di gruppo potesse essere benefica per i sintomi clinici nel caso di pazienti di nazionalità differenti, con conflitti e tensioni bi-nazionali. Descrivendo il percorso del gruppo, si rileva come nell’ultimo periodo vi sia stata una maggiore elaborazione da parte dei partecipanti delle differenze ed eterogeneità fra le emozioni e, parallelamente, sentimenti attivi, negativi e diretti come la rabbia, il risentimento e persino l’odio abbiano avuto maggiore espressione e, addirittura, un maggiore contenimento.

Le questioni della violenza dovrebbero essere considerate sia a livello personale che gruppale. Quando l’individuo è sotto la totale influenza della propria società, è estremamente difficile separare i suoi sentimenti e i suoi atteggiamenti personali da quelli che derivano dalla sua Matrice. Descrivere una "matrice-soldato" in cui tutti i membri di una società sono arruolati fisicamente e mentalmente nella loro lotta aiuta a capire la posizione e l’identificazione di ognuno di loro. In questo articolo ci interroghiamo sul tema della "regressione" nei grandi gruppi o nelle masse. Forse sarebbe più vicino alla realtà psichica dire che l’individuo, quando è sotto l’influenza della matrice-soldato, cambia il proprio stato mentale entrando in una cultura in cui non c’è spazio per sensi di colpa, vergogna o empatia con gli altri (e a volte con se stessi e le persone care). Sarebbe in questo caso regressivo non identificarsi con il grande gruppo, il quale ha una enorme influenza sull’individuo. La violenza è particolarmente comune quando un gruppo o una società attraversano un disturbo relazionale dove c’è il meccanismo del capro espiatorio. Cosa si può fare per cambiare questa situazione e reintrodurre il senso di colpa, la vergogna e l’empatia per ritrasformare un grande gruppo in un’entità fatta di coesistenza? Come dobbiamo comportarci di fronte a sentimenti inconsci di annientamento, ansia e al vissuto inconscio collettivo di base di paura del rifiuto? .