RISULTATI RICERCA

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Alessandro Voltolin

L’intuito di Svevo Senilità: un percorso d’analisi

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 27 / 2014

Nella poetica sveviana non esiste, o meglio, viene scardinato il concetto d’idea tout court; per imparare a scrivere sul serio non bisogna più ideare un soggetto attingendo alla cronaca o alla fantasia, o meglio, non bisogna farne il nucleo del nostro racconto, si deve invece progettare una ricerca interiore di qualcosa di sincero, qualcosa di non meditato che venga pescato dall’imo del proprio essere prima di poter essere filtrato dalla coscienza, qualcosa, insomma, che un po’ è nascosto anche a noi stessi.

L’autore, attraverso una revisione e un’integrazione del modello bioniano del pensiero, studia i modi in cui si costruiscono le storie. In particolare si nota che, all’interno di un unico pensiero narrativo, si distinguono due diverse forme di racconto, una caratteristica della psicoanalisi e una extra-analitica, che a sua volta comprende forme differenti che riguardano la letteratura, l’autobiografia e le narrazioni quotidiane. Ogni forma si distingue per il coinvolgimento dell’inconscio, per gli obiettivi perseguiti, per le componenti pragmatiche, per il setting e per la conoscenza e la cura di sé.

Cristina Bacchetta

El analisis como anudamiento: estilo e inconsciente

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 27 / 2014

Il testo, seguendo ciò che Freud e Lacan ci dicono circa la relazione tra scrittura e inconscio, tra il funzionamento dell’inconscio e quello del linguaggio, prende in esame il perchè della relazione profonda tra letteratura e psicoanalisi. La letteratura è sempre intrecciata al lavoro dell’analista, è intrinseca al lavoro analitico stesso: storie cliniche che diventano letteratura, l’interpretazione come effetto di una rete intertestuale, il metaforico annodamento tra fantasmi e racconti illumina questo legame incrociato. Lo stile come modo di lavorare sul significato da parte del significante, raccogliendo oggetti scomparsi, è anche lo stile dell’inconscio ed è lo stile seguendo il quale l’analista percorre il viaggio dell’analisi.

Andrea Papp

Letteratura e psicoanalisi nell’Ungheria del Novecento

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 27 / 2014

Lo scritto tratta l’incontro della letteratura con la psicoanalisi nell’Ungheria del Novecento. L’autrice esamina gli effetti prodotti delle teorie freudiane sui letterati del Nyugat e sulle loro opere, alla luce di un libro di Lívia Nemes. Nello specifico, prende in considerazione un famoso romanzo di Dezso Kosztolányi, Édes Anna (Anna Dolce).

Margaret Rustin, Michael Rustin

Antigone and Electra: a psychoanalytic study of tragic siblings

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 27 / 2014

In questo articolo vengono prese in esame due tragedie, l’Antigone di Sofocle e l’Elettra di Euripide, al fine di cogliere il parallelismo tra la comprensione psicoanalitica da un lato e ciò che viene colto nella tradizione del dramma classico che inizia con la Grecia antica. È possibile vedere come in entrambe queste forme di conoscenza risultano centrali la natura e la dinamica delle relazioni famigliari, e, rispetto a queste, si formulano delle spiegazioni. Viene poi messo in luce come le relazioni tra fratelli all’interno delle due tragedie rappresentino una forma particolare delle relazioni di parentela. Le due opere ci mostrano come quando questi legami primari subiscono un irrimediabile danneggiamento, le conseguenze per gli individui e la società possono diventare catastrofiche.

Adriano Voltolin

The Papa

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 27 / 2014

L’autore mette in rilievo come nell’opera di Hemingway, soprattutto ne Il vecchio e il mare, emergano figure maschili complesse che, accanto alla capacità paterna di proteggere e di aiutare i figli ad entrare nel mondo, mostrano del pari notevoli difficoltà a rapportarsi al femminile. Il lavoro di Hemingway, letto alla luce della psicoanalisi kleiniana più recente, ci dà un esempio della capacità maschile, oggi decisamente in crisi, di porsi nella posizione di "terzo" rispetto alla coppia madre/bambino favorendo lo sviluppo individuale e quello famigliare.

Enzo Paci

Sulla concezione psicoanalitica dell’angoscia

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 27 / 2014

Differentemente dalla filosofia sostanzialista, la psicoanalisi considera l’identità una aspirazione all’origine, all’unità con la madre, indistinta pace dell’originario. La psicoanalisi denuncia la nostalgia dell’identico e del primordiale. Nascere è strapparsi dal materno nulla, o dal materno tutto; laddove non c’è relazione e distacco, tutto e nulla si equivalgono, come si equivalgono essere e non essere. La tradizione filosofica può imparare dalla psicanalisi che l’aspirazione all’assoluto e al tutto è la mitica condizione prenatale. La psicoanalisi rappresenta un momento critico di notevole forza contro ogni filosofia di assolutizzazione dell’Io.

A cura della Redazione

Book reviews

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2014

Ioannis A. Katselidis

From Beveridge to "Flexicurity": Old and Recent Labour Policies

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2014

The modern labour market policy of flexicurity has been adopted as a leitmotiv of the European employment strategy and the revised Lisbon Strategy for Growth and Jobs. This paper examines the two main influences behind the concept of flexicurity, namely the New Keynesian active labour market policies and the early ideas of William Beveridge. In particular, we contend that the flexicurity agenda originated from the New Keynesian employment policy agenda, which incorporates active measures for employment, aiming at both flexibility and security in the labour markets. These ideas and proposals can be traced back to William Beveridge’s work on labour market policy. Beveridge proposed a progressive and forward-looking labour policy, which combined flexibility and security together with active labour market measures, without disregarding the weaker labourers’ groups (e.g. casual workers). Thus, the paper shows that his policy proposition resembles the modern policy concept of flexicurity in such a degree that we can characterize Beveridge as the precursor of the flexicurity phenomenon.

James Rising

Creating the Commons: Fisheries and the World Bank

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2014

World Bank fishery-development project reports offer a window into the intellectual history of the tragedy of the commons. This article focuses on the evolution of management priorities and the role of access restrictions between the first World Bank fishery project in 1963 and key policy briefs in the mid-1990s. Early projects reflect little awareness on the part of the World Bank of open-access problems or over-fishing, but demonstrate that some national agencies were engaged in active management and considered equity to be central concern. By the mid-1990s, a contemporary, economic understanding of commons problems and solutions had emerged, which forced a reinterpretation of the status of previous fishery projects and of the value of various management approaches. This evolution parallels changes in World Bank priorities and informs the dynamic between the World Bank, national institutions, and resource users.

Daniel Schiffman

Richard Kahn and Israeli Economic Policy, 1957 and 1962

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2014

This paper documents Richard Kahn’s role as an unofficial advisor to the Israeli Government, using archival and published sources. In 1957, Kahn predicted that the European Economic Community (EEC) customs union would harm Israel’s trade and that the EEC would reject Israel’s application for Associate Membership. He proposed a major reform of the Cost of Living Allowance (COLA) that would significantly reduce real wage protection and move Israel closer to the Swedish wage system. In 1962, he took a neutral position regarding the sustainability of Israel’s international imbalances. He also criticized Israeli policymakers for overestimating the potential benefits of an Israel-EEC commercial agreement, and argued that the EEC would make reducing Israel’s trade deficit more difficult, even if the United Kingdom did not join. Ultimately, Israeli policymakers ignored Kahn’s advice: they continued to push for EEC Associate Membership and failed to adopt his proposal for COLA reform. In that sense, Kahn was unsuccessful as an advisor, but he was probably successful in the more limited sense of helping government officials attain greater clarity on economic issues.

Paolo Paesani, Annalisa Rosselli

The Case for a Supra-national Control on Commodities in the post WWII World: Novel Perspectives from FAO and Kaldor Archives

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2014

Commodity markets are characterized by high price volatility, inefficient resource allocation and the cyclical reappearance of excessive surpluses and shortages. Historically, these problems and their relevant socio-economic implications have been tackled by means of protectionist measures at the national level, with cartels among producers or, in some rare cases, with international agreements among producers and consumers of a single commodity. At the end of World War II, however, a number of ambitious projects were put forth by multilateral organizations and by individual economists. These projects (e.g. World Food Board, International Commodity Clearing House, International Commodity Reserve Currency) aimed at overcoming traditional commodity problems by means of supra-national institutions and the coordinated management of all the main commodities within a unified scheme capable of combining stable prices and abundant supplies. The goal of this paper is to reconstruct some of these proposals, their theoretical underpinnings and the debate they roused. In particular, we intend to focus on the role played by the Food and Agriculture Organisation and by the experts who were involved in its projects. While individual contributions by some economists belonging to this group of experts have been widely investigated in the literature, their reciprocal influences and the relevant intellectual and historical context have received much less attention. Recent important publications bearing on this question and the re-opening of FAO archives add new angles on and insights into this issue.

Vittorio Gallese, Michele Guerra

Corpo a corpo. Simulazione incarnata e naturalizzazione dell’esperienza filmica

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 1 / 2014

Recenti scoperte neuroscientifiche, tra cui quella dei neuroni specchio, hanno fortemente influenzato il dibattito sulla cognizione spaziale, l’azione, le emozioni e l’empatia, tutti aspetti recentemente riconsiderati dagli studi sul film. Questo articolo si concentra sul ruolo che la teoria della simulazione incarnata - elaborata a partire dalla scoperta dei neuroni specchio - svolge nell’esperienza filmica. È stato proposto che la simulazione incarnata costituisca un meccanismo funzionale di base del cervello umano. Grazie ad un formato rappresentazionale corporeo condiviso, mappiamo le azioni altrui sulle nostre rappresentazioni motorie. Ci chiediamo quanto questo meccanismo sia rilevante per l’esperienza filmica, riconsiderando sia le teorie classiche che quelle più recenti sul film che in qualche modo hanno anticipato la simulazione incarnata. Vaglieremo la nostra ipotesi attraverso l’analisi stilistica di due sequenze tratte da Notorius di Alfred Hitchcock e Il grido di Michelangelo Antonioni.

Giuseppe Riefolo

Costruire percorsi. Nella casa di François Ozon, Francia, 2013

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 1 / 2014

Il film offre la possibilità di riflettere sulle modalità di costruzione dei percorsi di cura analitici e, in generale, psicoterapeutici. Si sottolinea la necessità di un continuo scambio di ruoli fra terapeuta e paziente che, attraverso l’interazione costruiscono, passo passo, il percorso. La curiosità e la sorpresa sono importanti motori del processo terapeutico. Tale processo di cura è fatto di momenti intensi e di alta tensione, dove le emozioni potenti e la passione prendono il campo spesso sfuggendo al controllo discreto. Poi accadono soste pacate in cui paziente e terapeuta possono fermarsi ad osservare con una sufficiente distanza il percorso realizzato.

Maurizio Viaro

Un mito per la formazione sistemica

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 1 / 2014

In quest’articolo è descritta una procedura in 5 passaggi, per ottenere variazioni "sistemiche" da una storia data. Sono state analizzate sei opere teatrali sul mito di Elettra, proposte da diversi autori (Eschilo, Sofocle, Euripide, von Hoffmansthal, O’Neill e Yourcenar), come esempi di variazioni di una stessa storia. Nella psicoterapia reale, il terapeuta può promuovere solo alcuni tipi di variazioni della storia raccontata dai pazienti, sia in terapia familiare che individuale. Un primo tipo di restrizioni è di origine etico-deontologica. Ulteriori restrizioni, legate alla necessaria condivisione di alcune premesse, sia all’interno che all’esterno della terapia, sono state analizzate. Infine, sono state delineate alcune differenze di base tra storie "sistemiche", "psicodinamiche" e "organiciste". Viene anche sottolineata la necessità, nella pratica reale della psicoterapia, di integrare questi principi, utili a generare narrazioni, con le acquisizioni dei modelli psicologici e psicobiologici accreditati dalla comunità scientifica.

Maurizio Dodet

Costruire storie e significati in terapia di coppia

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 1 / 2014

Lavorare in psicoterapia con una coppia comporta dover mantenere un’attenzione contemporaneamente alle dinamiche intrasoggettive ed a quelle intersoggettive operando sui processi identitari che permettono il mantenere un sentimento di sé coerente all’interno di una relazione sentimentale. Le emozioni in terapia vengono riconosciute, contestualizzate, spiegate nel creare una storia in cui emergono i significati individuali ed il loro ingranarsi nella coppia. Emozioni e cognizioni nel lavoro psicoterapeutico creano storie a vari livelli di astrazione: nel caso presentato attraverso il racconto sistemico e le sculture familiari, nel modello cognitivo post-razionalista attraverso la ricostruzione di eventi significativi montati in Moviola. Il confronto tra modelli diversi permette numerose considerazioni su come lavorare sull’immediatezza emotiva nel trasformarla i narrazioni attraverso metodiche diverse ma che ricercano un’elaborazione che sia sempre rispettosa dei significati individuali.