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Natalia Paci

Editoriale

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 1 / 2014

Rianalizzare la disputa tra Husserl e Schlick sulla nozione di a priori materiale significa ripensare criticamente ai presupposti teorici delle distinzioni concettuali che vengono oggi utilizzate per districare il nesso che lega percezione, linguaggio e mondo. Scopo di questo articolo non è quello di ricostruire in tutti i suoi aspetti e ramificazioni teoriche il tema dell’a priori materiale, bensì più semplicemente quello di mostrare che la difficoltà che gli interpreti hanno sempre trovato nel comparare la prospettiva husserliana con quella schlickiana è dovuta alla diversità dei problemi da cui i due autori prendono le mosse: se Husserl è intento alla formulazione di una teoria dell’esperienza trascendentale che dia conto di una teoria non psicologistica dell’intenzionalità, Schlick parte invece da una teoria comprensiva e sistematica dell’uso linguistico caratterizzata principalmente dalla dicotomia wittgensteiniana dire/mostrare, da una posizione antimentalista e dalla tesi del carattere pubblico del significato. Entrambi i filosofi sono però intenzionati a rispondere allo stesso quesito: qual è la natura della presa discriminante che il concetto ha sulla realtà?

Andrea Altobrando

I "soggetti" di husserl e la questione del soggettivismo

PARADIGMI

Fascicolo: 1 / 2014

Il contributo affronta la questione del soggettivismo husserliano, in particolare in chiave epistemologica. Sulla base di una distinzione tra tipi fondamentali di soggettivismo e di una chiarificazione dei significati principali che il termine "soggetto" può avere nel contesto dell’epistemologia husserliana, viene infine discusso perché quest’ultima sia da considerarsi soggettivista e quale sia il senso di tale soggettivismo.

Fulvia De Luise

Why is Diotima Socrates’ first teacher?

PARADIGMI

Fascicolo: 1 / 2014

L’argomento di questo saggio è la singolare trasmissione di esperienza da Diotima a Socrate sulla natura del desiderio e del bene umano: un evento che Platone rappresenta nel Simposio come un momento decisivo di formazione del giovane filosofo. La peculiarità del sapere di Diotima e il fatto che sia una donna vengono presi in esame come parti di una strategia rappresentativa adottata da Platone per connotare gli "inizi" della filosofia socratica. La tesi principale qui discussa è che, all’interno di questa strategia, la forma di coscienza esistenziale trasmessa da Diotima svolga un ruolo decisivo per preparare l’anthropine sophia di Socrate: mostrando in eros il segno della fragilità e della creatività umana, la sacerdotessa allontanerebbe Socrate dalla hybris del possesso e dalla pretesa di immortalità.

Il ruolo della conoscenza nella produzione e nella vita sociale sta cambiando radicalmente. Nel mercato globale le conoscenze codificate possonoessere riprodotte, trasferite e meccanizzate a costo zero, in tempo reale. Questa possibilità mette in gioco le produzioni low cost dei paesi emergenti e fa saltare i vecchi equilibri di potere. I paesi del capitalismo maturo hanno tuttavia importanti chances in questo processo, se riescono a guidarlo investendo risorse nella creazione di conoscenza generativa. È una sfida non solo per le imprese, ma anche per lavoratori e territori, che devono imparare a mettere insieme fare, dire e pensare.

L’‘Introduzione del 1857’ ai Grundrisse è il più ampio e dettagliato pronunciamento di Marx sulle questioni epistemologiche, ed è una importante fonte per comprendere la sua idea di "produzione". A partire dal 1960 la diffusione dei Grundrisse ha permesso di ripensare l’alienazione in un nuovo modo rispetto a quello prevalente in sociologia e psicologia. Questo ripensamento era volto al superamento dell’alienazione nella pratica mediante l’azione politica di movimenti sociali, partiti e sindacati, al fine di cambiare il lavoro e le condizioni di vita della classe lavoratrice. La pubblicazione di ciò che può essere definita la "seconda generazione" degli scritti di Marx sull’alienazione, ha fornito non soltanto una baseteoretica coerente per nuovi studi sull’alienazione, ma soprattutto una piattaforma ideologica anticapitalista per lo straordinario movimento politico-sociale che esplose nel mondo in quegli anni.

Diego Fusaro

Apraxia ed eclissi del lavoro nel capitalismo assoluto

PARADIGMI

Fascicolo: 1 / 2014

L’autore prova dapprima a soffermare l’attenzione sull’apraxia come tratto saliente dell’attuale congiuntura (il venir meno di ogni istanza prassistica), per poi concentrare l’attenzione sulla crisi del concetto stesso di lavoro. L’autore propone di interpretare tale crisi come compimento della logica di assolutizzazione del capitale così come l’ha tratteggiata Das Kapital. Infine si tenta di mostrare come solo una riattivazione della prassi - intesa nel più ampio senso dell’agire - possa costituire una reazione all’odierno oblio del lavoro.

È utile sviluppare oggi una «sociologia economica comparativa» (sul modello di quella delineata dal giovane B. Croce) per analizzare le ‘sorti dell’uomo’. Nella società contemporanea, il «lavoro vivente», mercificandosi, si trasforma sempre più in semplice mezzo del puro guadagno. Ma la mercificazione del lavoro non è che uno degli aspetti della mercificazione di tutti i valori. A causa della mercificazione totale i due più tipici valori ‘borghesi’, il lavoro e la proprietà, entrano in crisi nella società globalizzata dominata dalla ‘ricchezza impersonale’, ovvero dal capitale finanziario (gestito non più da uomini, da imprenditori in carne ed ossa, ma da ‘funzionari del guadagno fine a se stesso’: i manager). Le politiche economiche negli ultimi trent’anni hanno favorito il «finanzcapitalismo» ovvero «i troppo grandi per fallire» (L. Gallino), colpendo l’industria, il lavoro e la proprietà, e favorendo il diffondersi del mito del guadagno infinito e del PIL. Si sta perciò realizzando l’ideale morale dell’etica del capitalismo (il guadagno come unico scopo ultimo) ovvero quella «inversione» del ‘naturale’, pensata da Weber sulla base del concetto kantiano di ‘persona’

Tom Rockmore

Old theories and new forms of modernity

PARADIGMI

Fascicolo: 1 / 2014

Il mondo moderno è caratterizzato dall’emergere del capitalismo e, quindi, da un peculiare tipo di struttura economica. Eppure il capitalismo non è immobile, ma è piuttosto una variabile storica, che si manifesta in luoghi e tempi differenti. Questo contributo prende in esame il rapporto attuale tra capitalismo e teoria del capitalismo. Sarebbe un fraintendimento pensare che la posizione di Marx non possa essere riformulata e rafforzata. Anche se il marxismo sostiene che egli è riuscito a lasciarsi alle spalle l’idealismo tedesco e la filosofia, Marx, di fatto, non ha abbandonato l’idealismo tedesco, che rimane la fonte delle sue più significative intuizioni, ma anche, specialmente per ciò che concerne l’idea di sistema, l’aspetto più problematico.

Francesco Totaro

Per una critica del produttivismo. Un punto di vista ontologico

PARADIGMI

Fascicolo: 1 / 2014

In questo contributo non è in questione la dimensione del produrre in quanto tale, ma la sua ipertrofia, che a ragione possiamo chiamare "produttivismo". Quest’ultimo è la riduzione dell’intera realtà a oggetto di produzione, con l’annesso obbligo di accrescerne la quantità e di conferire senso esclusivamente a ciò che può essere impiegato come mezzo di produzione. Per dar conto del problema, si fa riferimento ad autori quali Aristotele, Heidegger e Marx. Si giunge così alla domanda cruciale: come preservare la totalità dell’ente da un destino di manipolabilità illimitata? Si tratta di tutelare la differenza tra produzione e generazione, ri-pensando l’accadere dell’ente in rapporto all’essere che è improducibile perché incondizionato.

A cura della Redazione

Recensioni

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 1 / 2014

Anna Carbone, Alessandro Corsi

Dinamica generazionale e dimensione territoriale dell’agricoltura italiana

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 1 / 2014

Senilizzazione e scarso ricambio generazionale minacciano il futuro del settore agricolo. Il lavoro analizza le modifiche della struttura demografica della manodopera familiare con un duplice obiettivo. Ricostruirne le dinamiche recenti per isolare le componenti inerziali e gli elementi di novità. L’ultimo Censimento mostra che lo squilibrio attuale si deve in buona parte alla mancata sostituzione di manodopera familiare presente negli anni del grande esodo ed in procinto di uscire di scena. Una cluster analysis su dati provinciali analizza il complesso intreccio di fattori che influenzano la presenza giovanile in agricoltura. Vengono evidenziate differenze significative tra circoscrizioni geografiche. Al Nord vi è una relazione positiva tra presenza di conduttori giovani, solidità strutturale e redditività del settore, da un lato, e sviluppo economico generale del territorio. Nel Mezzogiorno, la presenza giovanile si associa a condizioni generali di fragilità e va interpretata come la conseguenza della mancanza di alternative occupazionali.

Roberto Henke, Andrea Povellato, Francesco Vannmi

Elementi di multifunzionalità nell’agricoltura italiana: una lettura dei dati del censimento

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 1 / 2014

L’articolo propone una riflessione sul carattere multifunzionale dell’agricoltura italiana sulla base dei dati del 6° Censimento dell’Istat. Partendo da un’analisi delle nuove funzioni affidate all’agricoltura dal modello di sviluppo post-produttivista, il contributo si concentra su due questioni fortemente interconnesse: la capacità delle aziende agricole di produrre e valorizzare i beni pubblici a carattere ambientale e la diversificazione delle attività produttive in azienda. Da un lato, l’agricoltura italiana si mostra particolarmente vocata alla produzione di beni pubblici ambientali; dall’altra, i dati evidenziano una capacità piuttosto limitata, da parte delle aziende, ad accedere a nuove attività di diversificazione. Nel complesso, emerge un quadro estremamente composito, caratterizzato dalla coesistenza di diversi modelli produttivi, in alcuni dei quali la consapevolezza del ruolo multifunzionale dell’agricoltura diventa centrale, valorizzandole nuove funzioni ambientali e le attività remunerative complementari o alternative all’attività agricola.

Andrea Arzeni, Franco Sotte

Agricoltura e territorio: dove sono le imprese agricole?

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 1 / 2014

Il Censimento dell’agricoltura del 2010 offre un quadro informativo articolato delle aziende agricole e delle loro molteplici configurazioni organizzative, dimensionali e produttive. Attraverso una semplice metodologia di classificazione tipologica, il lavoro propone una lettura dei risultati censuari distinguendo le aziende dalle imprese, su diversi livelli di crescente orientamento imprenditoriale. L’obiettivo principale è identificare e localizzare a livello comunale diverse tipologie di aziende/imprese. I risultati dell’analisi confermano il legame dei fattori locali con la diffusione e la crescita delle imprese, tuttavia vi sono anche altre evidenze che stimolano una riflessione sul ruolo delle politiche per lo sviluppo agricolo e rurale

Alan Matthews

Doha negotiations on agriculture and future of the WTO multilateral Trade System

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 1 / 2014

The WTO Doha Round of trade negotiations was launched in 2001 and after twelve years of negotiations members seem unable to bring it to a successful conclusion. The agreement on an "early harvest" of deliverables at the 9th WTO Ministerial Conference in Bali in December 2013 may give some renewed momentum, but the prospects for success appear uncertain. This paper describes the stage that the negotiations have reached in agriculture and summarises the most recent draft modalities for agricultural trade liberalisation. It surveys recent estimates of the value of what is currently on the table. It discusses the reasons for the current impasse in the negotiations and asks whether agricultural trade liberalisation would be better served by abandoning the Doha Round. The paper argues that this would not be the case, and concludes by speculating on the minimum conditions necessary to ensure a conclusion to the Round. EconLit Classification: F130, Q170

Guido Fabiani

L’agricoltura che cambia. Dalla grande crisi alla globalizzazione

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 1 / 2014

Il saggio ripercorre le tappe salienti del processo di definizione del paradigma di politica agraria che ha dominato, pur con significative varianti, il XX secolo. La ricerca delle radici e delle motivazioni profonde dell’intervento pubblico in agricoltura offre lo spunto per gettare avanti lo sguardo. È nel passato che occorre cercare un appiglio per guardare al futuro con fantasia e poter immaginare nuovi modi e nuovi soggetti per il governo del settore nella fase di estrema complessità che esso attraversa.