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Questo articolo vuole rileggere i temi centrali dell’opera di Sándor Ferenczi, psicoanalista ungherese della prima generazione, amico intimo e stretto collaboratore di Freud, come filtro sensibile della storia di una scienza lunga un secolo. Egli ha portato alla luce la teoria della formazione celata nell’impianto clinico freudiano per evidenziarne, oltre all’enorme portato rivoluzionario, i limiti e le collusioni con i dispositivi educativi dell’epoca. La sua aderenza alla matrice esperienziale del processo di cura gli consentono di disegnare i tratti di una nuova educazione, sganciata dall’impianto morale dell’educazione corrente del suo tempo e vivificata da un sapere relazionale che esalta la forza vitale dell’uomo. Il suo contributo così originale e inedito consente di rileggere la sua opera come una testimonianza viva, capace di interrogare le domande che legano, ancora oggi, le pratiche educative di genitori, educatori ed insegnanti alle loro trame biografiche inconsce.

Adelaide Baldo, Laura Mazzolari

Apprendimento e generatività (dialogo tra due amiche)

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 24 / 2015

Partendo da suggestioni iconiche riguardanti la fatica della gestazione e l’entusiasmo per la nascita, le autrici si interrogano su quale fatica debba sostenere il formatore nell’attraversare i momenti depressivi che si incontrano in un’aula di formazione. La fantasia di potenza si deve confrontare con la possibile imperfezione del risultato. Così come i possibili tratti d’invidia devono essere elaborati e trasformati nella possibilità di sognare assieme, in quello spazio mentale dove l’incontro diventa metafora della coppia amorosa, desiderante e capace di cura

Forti Dario, Laura Mazzolari

Come lavora il formatore clinico

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 24 / 2015

Il formatore a orientamento clinico riconosce la presenza dei processi inconsci di relazione e comunicazione che si stabiliscono in aula tra partecipanti e formatore, è in grado di coglierne l’impatto su di sé, sul gruppo e sull’apprendimento individuale e gruppale, utilizzandoli e orientandoli, nei limiti del possibile, al fine di migliorare l’apprendimento, nella costante consapevolezza delle differenze tra formazione e analisi. Il contributo prende in esame alcuni dei principali fattori strutturali (relativi al "contenitore") e metodologici considerati e utilizzati dagli psicosocioanalisti

Giuseppe Varchetta

Apprendimento e inconscio: il costrutto di competenze

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 24 / 2015

Il contributo, per rinforzare l’ipotesi di una relazione sistemica tra apprendimento e inconscio, sostiene l’esigenza che tale prospettiva abbia dei riferimenti capaci di aiutare a reggere lo spessore di tale sfida. Il primo di tali riferimenti è la prospettiva dell’organizing rispetto a quella dell’organization; la seconda è quella di adottare come riferimento professionale del formare il costrutto di competenza in un approccio tuttavia di tipo fenomenologico e costruttivistico. Nella parte finale del contributo la competenza interpretata come "intermedietà" e come "presente esteso" viene proposta all’interno di un modello contenente le prospettive dello stupore, della cura, dell’ascolto, dell’attenzione e della capacità negativa

Paolo Magatti

Formazione, trasformazioni e campo analitico

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 24 / 2015

L’articolo propone una riflessione sul rapporto tra la formazione, concepita secondo l’approccio della scuola psicosocioanalitica italiana, e alcuni sviluppi recenti della psicoanalisi. Dopo aver identificato nel paradigma delle terzietà un terreno comune alle due discipline, l’autore si sofferma sui costrutti fondamentali di derivazione psicoanalitica che per decenni hanno costituito una sorta di "cassetta degli attrezzi" per i formatori a orientamento psicosocioanalitico. La tesi sostenuta nell’articolo è che la forte scossa che i post-bioniani hanno dato alla concezione dell’inconscio apra, per chi si occupa di formazione nelle organizzazioni, dei territori fecondi sia per inquadrare la propria pratica sia per raffinare la propria tecnica di lavoro. Il costrutto di campo analitico e quello di spettro dell’onirico, in particolare, forniscono al formatore psicosocioanalista una lente di ingrandimento per lavorare in maniera più fine e precisa sull’emergente. Viene inoltre mostrato come nel pensiero di Pagliarani vi siano diverse intuizioni che possono essere interpretate come anticipazioni di linee di ricerca attuali

Adelaide Baldo

L’inconscio in aula. Psicoanalisi e formazione: un matrimonio possibile?

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 24 / 2015

The unconscious in the classroom (training situations). Psychoanalysis has long reflected on the processes by which, through sensory and protomental experiences, we build the symbolic structures that underpin our thinking. It has also made clear the difference between the unconscious, our emotions and capacity for self-reflection, which pivot on our ability to relate with reality, through which we foster our personal identity, knowledge and culture. In light of these studies, psychoanalytic theory can be usefully applied in the practice of training, despite the evident differences in setting and method.

Giuseppe Varchetta

Apprendimento e inconscio: una sfida per le competenze formative

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 24 / 2015

Il saggio cerca di fondare l’ipotesi centrale della nostra ricerca presentata in questo numero della nostra rivista: l’ipotesi dell’inconscio, pur senza essere in sé risolutiva, è un’utile variabile contributiva per una comprensione più densa e organica dei processi di apprendimento e cambiamento. L’analisi è programmaticamente generale: una prima parte presenta una riflessione di sintesi sul contesto contemporaneo, mentre una seconda parte analizza la prospettiva dell’inconscio in relazione all’apprendimento in contesti di ricerca diversi con un approfondimento dei contributi psicoanalitici ma senza trascurare quelli che ci vengono da altri campi di ricerca quali, ad esempio, le neuroscienze

Paolo Migone

Premessa

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 24 / 2015

A cura della Redazione

Editoriale

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 24 / 2015

Aristide Canepa

Forma di governo e collettività locali nella Costituzione tunisina del 2014

CITTADINANZA EUROPEA (LA)

Fascicolo: 1 / 2015

Sullo sfondo della necessità sempre più sentita di un dialogo tra i paesi europei e islamici (almeno quelli più vicini al continente), il lavoro analizza i tratti salienti della forma di governo e delle autonomie locali previste nella Costituzione tunisina del 2014. L’analisi della forma di governo semi-presidenziale tunisina si incentra soprattutto sui complessi equilibri tra Parlamento, Capo del Governo e Presidente della Repubblica, evidenziando i caratteri innovativi del testo costituzionale, ma anche le estese possibilità di conflitto istituzionale tra gli organi costituzionali di vertice. L’analisi della disciplina del decentramento rileva le importanti innovazioni introdotte dal testo del 2014, ma evidenzia anche i rischi derivanti dai grandi margini di manovra lasciati al legislatore nell’attuazione concreta del disegno autonomico

Ermanno Calzolaio

La competenza consultiva della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dopo il Protocollo n. 16

CITTADINANZA EUROPEA (LA)

Fascicolo: 1 / 2015

Il presente articolo prende in esame il Protocollo n. 16 della CEDU, che consente alle più alte giurisdizioni degli Stati aderenti di richiedere alla Corte di Strasburgo la pronuncia di pareri consultivi su questioni di principio relative all’interpretazione o all’applicazione dei diritti e delle libertà definiti dalla Convenzione e dai suoi protocolli. Al di là del dichiarato valore non vincolante dei pareri (art. 5), questo nuovo strumento potrà rafforzare il ruolo della Corte quale principale artefice di un sistema di tutela dei diritti umani a base essenzialmente giurisprudenziale, laddove ne verranno colte le potenzialità, nella prospettiva di un sempre più intenso dialogo tra i giudici nazionali e la Corte. In quest’ottica, l’Autore svolge anche alcune considerazioni critiche sul parere reso dalla Corte di Giustizia dell’UE nel dicembre 2014 con il quale ha ritenuto non conforme al diritto dell’Unione il progetto di adesione dell’UE alla CEDU

L’articolo, incentrato sulle dinamiche evolutive del processo di integrazione europea alla luce del riconoscimento del valore giuridico della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, prende in esame le problematiche relative al rapporto fra primato del diritto dell’Unione e diritto costituzionale nazionale, evidenziando opportunità e limiti dei diritti di cittadinanza europea alla luce delle innovative disposizioni sancite nell’art. 53 della Carta. Queste disposizioni, prevedendo forme di protezione dei diritti e delle libertà secondo lo standard di protezione più elevato "pro individuo" quale previsto nelle costituzioni nazionali, nel diritto dell’Unione e nella CEDU ("multilevel contitutionalism"), lasciano aperta la questione concernente la pretesa "primauté" generalizzata del diritto dell’Unione sul diritto costituzionale nazionale riguardo agli stessi principi e diritti fondamentali, come dimostrano alcuni noti casi giurisprudenziali in materia di rapporti fra libertà economiche al livello europeo e corrispondenti libertà/diritti costituzionali nazionali, così come in materia di mandato di arresto europeo

Callejón Francisco Balaguer

Profili metodologici del Diritto Costituzionale europeo

CITTADINANZA EUROPEA (LA)

Fascicolo: 1 / 2015

Il "diritto costituzionale europeo" è una disciplina di recente formazione, a partire dal cosiddetto "diritto costituzionale comune europeo" derivante tanto dello sviluppo di principi comuni a tutti gli Stati membri quanto dall’attività delle diverse istituzioni europee (incluso quelle non comunitarie, come il Consiglio d’Europa e la Corte Europea dei diritti dell’uomo). Il diritto costituzionale comune europeo, insieme con il suo valore ermeneutico, ha natura di fonte comunitaria del diritto. Il diritto costituzionale europeo ha un contenuto più ampio, perché parte da un approccio metodologico integrativo in virtù del quale i problemi costituzionali dell’Unione devono essere considerati problemi costituzionali propri di ciascuno degli Stati membri dell’Unione. In senso stretto, per diritto costituzionale europeo s’intende il diritto costituzionale dell’Unione europea; mentre lato sensu s’intende il diritto costituzionale dei diversi spazi costituzionali che compongono l’Unione, quali lo spazio costituzionale europeo, quello statale e quello degli enti territoriali (nel caso di Stati politicamente decentrati come Spagna, Germania, Italia). La tensione e la dinamicità del diritto costituzionale europeo così inteso spingono verso l’adozione di nuovi approcci metodologici che, senza basarsi su una separazione rigida tra ordinamento europeo e ordinamenti statali, prendono in considerazione il riconoscimento di un rapporto dialettico tra questi ordinamenti

Giuseppe Vecchio

Stato nazionale senza partiti e partiti europei senza Stato

CITTADINANZA EUROPEA (LA)

Fascicolo: 1 / 2015

Il Regolamento dell’Unione europea del 22 ottobre 2014, relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee, pone all’attenzione il problema della natura giuridica dei partiti politici. Al riguardo si possono individuare due ambiti distinti ma connessi di indagine. In primo luogo, quello del confronto fra il regime nazionale, alla luce della normativa italiana in materia, e il regolamento europeo. In secondo luogo, quello della comparazione fra i regimi nazionali di diritto privato in materia di partecipazione politica. Il saggio costituisce un primo tentativo di analisi nelle due direzioni indicate, e propone una lettura della normativa nazionale alla luce dei principi dell’Unione e delle esperienze di altri paesi membri dell’Unione

A cura della Redazione

Libri ricevuti

STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI

Fascicolo: 68 / 2015

A cura della Redazione

Abstract

STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI

Fascicolo: 68 / 2015