RISULTATI RICERCA

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La determinazione del miglior skillmix di professionisti rappresenta un aspetto fondamentale nella programmazione sanitaria. In tutti i Paesi europei si sta discutendo come fronteggiare la carenza di professionisti sanitari ed e ravvisata la necessita di disporre di una metodologia scientificamente valida per programmarne la domanda futura. Nel 2013 la Regione Veneto ha aderito al progetto pilota coordinato dal Ministero della Salute nell’ambito dell’azione comunitaria Joint Action on Health Workforce Planning and Forecasting, in cui e stato sviluppato un modello previsionale. Durante i lavori la Regione Veneto ha elaborato una metodologia che utilizza il sistema di classificazione Adjusted Clinical Groups (ACGR) in grado di fornire una stima della domanda di medici e infermieri tenendo conto dell’utilizzo dei servizi da parte della popolazione.

Con l’obiettivo di fornire una fotografia circa lo stile di negoziazione adottato dai medici italiani staffati in posizioni manageriali e per tale ragione coinvolti, a partire dagli anni Novanta, in tavoli negoziali, il presente studio analizza attraverso l’impiego di questionari semistrutturati la presenza degli stili di negoziazione adattati dal modello proposto da Thomas- Kilmann (1974) quali Competizione, Angoscia, Arroganza, Evitamento, Fatalismo. Gli stili sono stati rilevati chiedendo agli intervistati di rispondere attraverso scale Likert a 5 punti indicanti il grado di accordo/disaccordo dei medici rispetto alle affermazioni proposte. Il campione composto da dodici medici con diverse specializzazioni e con in comune l’assegnazione di un ruolo di management, ha risposto alla rilevazione mostrando la coesistenza di piu stili negoziali che emergono in grado molto similare. Cio identifica una non matura consapevolezza circa il proprio stile di negoziazione che appare per tale ragione camaleontico. Tale approccio puo risultare utile nelle prime esperienze di negoziazione, diviene un ostacolo in presenza di controparti esperte. In linea con la letteratura le evidenze prodotte dalla presente ricerca confermano il ruolo importante che le variabili individuali e di contesto giocano sugli stili negoziali. Per esempio essere un medico di genere femminile e rilevante ai fini della diminuzione dello stile dell’Arroganza. L’elevato coinvolgimento in tavoli negoziali conduce a sviluppare sicurezza nelle proprie abilita, conducendo, talvolta, alla eccessiva concentrazione su se stessi a scapito della comprensione dell’interlocutore. Al contrario chi ha una bassa frequenza di negoziazione tende a evitare contrattazioni troppo lunghe, sentendosi non del tutto padrone degli eventi. I nostri risultati sono in controtendenza rispetto a quanto affermato dalla letteratura ovvero che, al progredire nella scala gerarchica con l’aumento di esperienza e di visione globale dei processi organizzativi, diminuiscono le sensazioni di stress e paura legate alla negoziazione. Il quadro che emerge offre interessanti spunti di riflessione circa il grado di maturita e consapevolezza nei confronti dello stile negoziale prevalente, lasciando spazio alla progettazione di percorsi formativi volti alla matura importanzione e alla stabilizzazione dei tratti negoziali. La conoscenza e la maturazione dello stile di negoziazione sono di strategica importanza non solo per l’individuo ma anche per l’organizzazione in cui esso e inserito, consentendo di ragionare sulle piu idonee metodologie di risoluzione dei conflitti. Pur non libero da limitazioni legate al campione ristretto e allo strumento impiegato che si concentra solo sugli stili individuati dal modello di Thomas-Killman e non su altri, il presente studio rappresenta un contributo innovativo sulla comprensione di come i medici collocati in posizioni manageriali approccino il problema della negoziazione.

I volumi dei pazienti presi in carico dai presidi territoriali di cure primarie sono destinati a crescere a causa dei trend demografici e della crescente diffusione di patologie croniche. Allo stesso tempo, le aspettative dei pazienti in termini di servizio e qualita delle cure sono in aumento. I sistemi territoriali si devono dotare di logiche per governare i processi, come gli strumenti di operations management, soprattutto per gestire i rilevanti volumi di prestazioni potenzialmente indotti dalle patologie croniche, per riprogrammarli in un’ottica di presa in carico del paziente. Il presente lavoro applica logiche di operations management a una tipologia di setting assistenziale territoriale chiamato "presidio di erogazione delle cure primarie", focalizzandosi sulla capacita esistente in termini di dotazione e mix di professionisti e indagando il gap esistente rispetto alla capacita desiderata per la presa in carico della cronicita. In particolare, la domanda di ricerca del presente lavoro si concentra sull’analisi della coerenza tra la dotazione del personale medico e infermieristico dei presidi di erogazione delle cure primarie e i carichi di lavoro necessari a garantire una presa in carico universalistica del paziente cronico. Dallo studio emerge: a) l’utilita di applicare logiche di operations management nelle cure primarie per comprendere gap tra bisogni e offerta; b) la necessita di definire priorita cliniche o di riconfigurare gli skill-mix dei professionisti per mantenere ambizioni universalistiche; c) la particolare coerenza delle logiche di operations management nelle cure primarie, essendo l’epidemiologia e la cura delle cronicita particolarmente adatte a logiche di clusterizzazione dei pazienti e standardizzazione dei servizi. Inoltre, il modello di analisi utilizzato permette di verificare la presenza di un gap tra la domanda assistenziale che deriva dalle patologie croniche e la disponibilita di personale medico e infermieristico, mostrando un contesto in cui la capacita attuale di risorse del personale nel sistema e in generale insufficiente per assicurare una presa in carico universalistica dei pazienti cronici. I servizi territoriali in genere e le cure primarie in particolare sono distanti da prassi di operations management: l’indagine svolta utilizzando le evidenze della Regione Emilia-Romagna mostra l’economicita dello strumento.

Floriana Fusco, Marta Marsilio, Chiara Guglielmetti

La co-production in sanità: un’analisi bibliometrica

MECOSAN

Fascicolo: 108 / 2018

La co-produzione nei servizi pubblici e una modalita gestionale sempre piu diffusa e consolidata in molti Paesi anglofoni e nord europei ed e quindi di grande interesse sia per la comunita accademica, sia per gli stakeholder politico-istituzionali. La sanita e uno degli ambiti elettivi e piu studiati. Il presente articolo si pone la finalita di fornire un quadro sullo stato dell’arte della letteratura sulla co-production in sanita e individuare possibili future direzioni di ricerca. Attraverso un utilizzo combinato di tecniche bibliometriche (performance analysis e co-citation analysis), lo studio quantifica il campo di ricerca e ne descrive l’evoluzione; delinea la struttura intellettuale ed evidenzia le principali tematiche affrontate. L’analisi conferma una consolidata attenzione scientifica per il tema lungo due distinti filoni disciplinari e una specifica collocazione geografica, ma evidenzia anche una certa frammentarieta del campo di indagine e l’utilizzo di metodi e strumenti di analisi empirica non sempre chiari e metodologicamente robusti.

Nel contesto dei servizi sanitari, le politiche condotte a livello sia internazionale sia nazionale hanno portato alla ribalta il concetto di decentramento dei sistemi di governance. In Italia, in particolare, con l’approvazione del D.Lgs. n. 56 del 2000 sul federalismo fiscale e la modifica del Titolo V della Costituzione (Legge Costituzionale n. 3 del 2001), le regioni hanno ottenuto maggiori competenze politicoamministrative, organizzative e gestionali anche in ambito sanitario. A livello internazionale diversi sono gli studi che hanno approfondito la tematica dell’equita all’interno di un sistema sanitario decentrato che, nel contesto italiano, si sostanzia nella garanzia di un’equa erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) tra le diverse regioni. L’equita rappresenta un principio costituzionale, perseguito dal livello centrale che ne valuta e monitora il rispetto, tra l’altro, attraverso il set di indicatori della Griglia LEA. A partire dagli indicatori della Griglia LEA, attraverso un’analisi multidimensionale per componenti principali, lo studio analizza l’evoluzione della differenziazione interregionale nell’assistenza sanitaria (prevenzione, assistenza ospedaliera, assistenza territoriale) tra il 2001 e il 2012, quando si e maggiormente sviluppato il processo di decentramento sanitario. In linea con la letteratura internazionale, questa analisi coglie l’esistenza di situazioni di differenziazione interregionale. Si osserva in particolare: 1) una differenziazione interregionale sulle componenti delle coperture vaccinali, della performance nell’assistenza ospedaliera e dell’assistenza distrettuale per disabili; 2) una persistente differenziazione nell’assistenza ospedaliera tra centro-nord e sud; 3) un trend in peggioramento per le regioni a statuto speciale e province autonome sia nell’erogazione di assistenza ospedaliera sia sulle coperture vaccinali. I risultati dello studio, innovativo per dimensioni dell’equita esplorate e dati a disposizione, giustificano l’intervento del livello centrale nel suo ruolo di garante dell’e- quità territoriale rispetto all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

A cura della Redazione

Autori

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

Giovanna Lucia Piangiamore

Metodologie didattiche innovative di educazione dei rischi naturali nei progetti per le scuole del territorio spezzino

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

La ricerca e la scuola possono pianificare insieme strumenti e strategie sulla comunicazione e l’apprendimento del rischio, avvicinando i cittadini a nuove scoperte scientifiche per una geo-scienza "con" e "per" la società. I progetti descritti in questo documento fanno parte di un programma di sensibilizzazione a lungo termine, sostenuto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per promuovere la consapevolezza pubblica e l’educazione alla riduzione del rischio dei disastri, attraverso attività tra enti istituzionali e autorità locali, finalizzate all’apertura di un dialogo sociale. La crescente attenzione all'aspetto sperimentale delle nuove strategie di comunicazione trasmette metodi didattici innovativi, finalizzati a coinvolgere l'intera comunità e, soprattutto, la scuola, con attività continuative di diffusione della cultura del rischio per la prevenzione dei disastri naturali. Tutte le collaborazioni rappresentano un prezioso scambio di idee tra coloro che lavorano in situazioni di emergenza, considerando l’importanza del fare prevenzione e dell’incorag-giare la mitigazione del rischio, coinvolgendo gli studenti in progetti di formazione e in attività di ricerca su questioni geofisiche. Qui vengono spiegate alcune attività, realizzate allo scopo di trovare soluzioni creative per una comunità più resiliente.

Francesca Romana Lugeri

Lo studio del paesaggio per la prevenzione dei rischi naturali

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

I problemi territoriali e ambientali, sempre più delicati e drammatici nel nostro Paese, richiedono, ora più che mai, la presenza costante del geologo in tutti i contesti sociali, culturali, economici e territoriali. È necessario agire con maggiore autorità e coinvolgere la società, rendendo il pubblico consapevole dello stato reale della terra in cui viviamo: in che modo il territorio possa essere fonte di rischio o risorsa. La conoscenza è lo strumento chiave: la diffusione del patrimonio scientifico, utilizzando argomenti ben noti e apprezzati, più accessibili al pubblico, può rappresentare uno dei nuovi obiettivi per la comunicazione e la presa di coscienza dei disastri naturali. Il paesaggio è fatto di ambienti geologici: è il risultato dei processi endogeni ed esogeni che modellano la superficie terrestre. Quindi può essere usato come un vettore di informazioni geologiche. C’è un’evidente necessità di un nuovo approccio ai problemi relativi al complesso contesto che ci mostra un pianeta che sta oltrepassando il punto critico. Un approccio olistico è fondamentale per studiare il nostro pianeta, un metodo che consideri l’ecosistema ambientale e sociale nel suo complesso. Solo in tal modo sarà possibile fornire a tutti i responsabili politici una visione realistica della situazione attuale e dei possibili sviluppi.

Alessandra Fermani, Angelo Carrieri

La percezione del rischio dei disastri naturali in adulti emergenti

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

Un’efficace prevenzione dei rischi è un modo vitale per ridurre la vulnerabilità delle persone quando si trovano ad affrontare rischi ed emergenze, in particolare per quanto riguarda i terremoti o altre catastrofi naturali. Un’indagine sulle percezioni a livello individuale nei contesti di rischio è molto importante per una migliore prevenzione dei rischi. Lo scopo principale di questo studio è quello di analizzare il livello e la relazione tra: la paura dell’evento; la percezione della controllabilità; la percezione della prevedibilità e le cause attribuite ai disastri naturali, il giudizio sulle attività preventive svolte sul territorio e il motivo per cui l’individuo, pur avendo subito danni, aveva deciso di rimanere. I partecipanti sono 296 adulti emergenti italiani che hanno valutato gli elementi di informazione in un questionario riguardante la loro percezione del rischio di disastri naturali. La percezione della controllabilità dell'evento e la preoccupazione per la ripetizione della catastrofe hanno un impatto sul benessere dell’individuo anche in termini di percezione della necessità di attuare azioni di prevenzione. I partecipanti considerano inappropriata l’attività di prevenzione promossa nell’area.

Piero Farabollini

La sequenza sismica del centro Italia iniziata il 24 agosto 2016. L’alfabeto della ricostruzione

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

Le pagine seguenti mirano a illustrare, attraverso una sorta di alfabeto (dove però mancano alcune lettere, poiché il percorso di ricostruzione non è ancora completato) l’attività del commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, il sistema legislativo e finanziario, e il percorso - con le relative regole per raggiungere gli obiettivi - necessario per dare alla società le dovute garanzie. Una così grande operazione richiede collaborazione, condivisione, intelligenza, lungimiranza e volontà di tutti. E soprattutto ha bisogno di FIDUCIA!

Daniela Di Bucci

Elementi di scienze comportamentali nella comprensione (e comunicazione) dei rischi di protezione civile

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

Negli ultimi anni, le scienze comportamentali stanno diventando progressivamente parte della cultura della protezione civile. Infatti, in questo campo, la loro poten-ziale applicazione copre diverse aree di interesse. Qui viene presentata una pano-ramica delle esperienze, già concluse e ancora in corso, incentrate su un’analisi approfondita dei contributi forniti da questo ramo di conoscenza: (i) alla com-prensione dei rischi della protezione civile, incluso il processo decisionale sul livello accettabile di rischio; (ii) al concreto raggiungimento dei risultati per una comuni-cazione del rischio più efficace, ad esempio chiarendo la natura probabilistica che caratterizza la valutazione dei pericoli e dei rischi; (iii) a rendere le comunità più resilienti ai disastri che possono verificarsi, prestando particolare attenzione ai gruppi sociali più vulnerabili.

Valeria Dattilo

Del rischio e della ripetizione. La comunicazione come azione

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

L’argomento di questo articolo è il collegamento tra il concetto di comunicazione e quello dell’azione. Dopo una breve introduzione al concetto di comunicazione come azione, l’autrice ha evidenziato l’aspetto performativo della comunicazione, in relazione ai problemi istituzionali. Un esempio in tal senso è rappresentato dalla ricerca condotta dalla linguista e semiologa italiana Patrizia Violi (1949-) sulle istituzioni museali di siti traumatologici. In conclusione, l’autrice ha svelato il rapporto tra rischio e ripetizione dell’antropogenesi, una dialettica apparsa nel lavoro dell'antropologo italiano Ernesto de Martino che, come vedremo, non riguarda solo un contesto magico-religioso, ma emerge anche in situazioni di esperienza post-disastro, con i cosiddetti "riti di emergenza", fino a pervadere ogni aspetto della nostra vita quotidiana, diventando, cioè, un rischio antropologico permanente.

Loredana Antronico, Roberto Coscarelli, Francesco De Pascale, Giovanni Gullà

La comunicazione del rischio e la percezione pubblica dei disastri: il caso studio della frana di Maierato (Calabria, Italia)

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

Questo lavoro cerca di analizzare la percezione del rischio frana, utilizzando me-todi qualitativi, in un villaggio situato nelle aree interne della regione Calabria, Maierato, colpito da un fenomeno franoso nel 2010. Un questionario strutturato è stato somministrato a 200 cittadini. Nello specifico, questo studio ha lo scopo di indagare i) la conoscenza dei fenomeni di frana e alluvione, la percezione dell'e-sposizione ai rischi (in particolare frane, alluvioni e terremoti); ii) i fattori percepiti come influenti sullo scatenamento della frana del 2010 e sui modi in cui la comu-nità locale è stata colpita dal disastro; iii) le informazioni ricevute dai cittadini sul rischio frana e i livelli di soddisfazione relativi alle attività svolte dalle autorità du-rante l'emergenza e gli otto anni successivi all'evento franoso. La ricerca proposta mira a fornire un aiuto alle autorità nello sviluppo e nel miglioramento delle strate-gie di riduzione del rischio, e nelle attività di pianificazione nel territorio per miglio-rare la governance del rischio e la comunicazione tra i responsabili delle politiche locali e i cittadini.

Francesca Romana Lugeri, Francesco De Pascale, Piero Farabollini

Editoriale

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 3 / 2018

A cura della Redazione

Autori

STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI

Fascicolo: 79 / 2018

A cura della Redazione

Abstracts

STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI

Fascicolo: 79 / 2018

A cura della Redazione

Schede

STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI

Fascicolo: 79 / 2018

Mirco Dondi, Monica Emmanuelli, Fabrizio Solieri, Margherita Sulas

Recensioni

STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI

Fascicolo: 79 / 2018