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Claudio Costa, Patrizia Bonesso, Simone De Bellonia, Simone Stevanin, Domenico Mantoan

Il Fabbisogno di personale e limiti di spesa nelle aziende del SSN: un nuovo strumento di governo

MECOSAN

Fascicolo: 105 / 2018

Le regioni italiane sono tenute a garantire l’offerta di salute programmata in ragione dei nuovi livelli di assistenza e della revisione della rete ospedaliera. Mentre l’organizzazione dell’offerta di salute si evolve verso nuovi modelli e nuove proposte, il costo del personale risulta condannato alla staticità e alla rigidità del 2004, a causa dell’imposizione di un limite mirato al contenimento della spesa sanitaria inadatto allo scopo per il quale è stato creato. Tale limite fa riferimento a un modello organizzativo superato e non tiene conto delle innovazioni e dei cambiamenti intervenuti nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) negli ultimi 15 anni. Per queste ragioni, gli autori suggeriscono due proposte di lavoro per superare il limite attuale e affrontare le criticità che ha indotto, mediante la creazione di uno strumento di controllo della spesa più flessibile ed elastico, in grado di rappresentare le reali necessità delle aziende sanitarie.

Luca Armanaschi, Michele Buonerba

Il valore aggiunto della sanità integrativa territoriale Il caso di Sani-Fonds in Alto Adige

MECOSAN

Fascicolo: 105 / 2018

L’obiettivo di questo lavoro è fornire un caso di studio circa l’esperienza di costituzione e avvio di un fondo sanitario integrativo territoriale nella provincia autonoma di Bolzano. A tale scopo, dopo avere introdotto il contesto della sanità integrativa in Italia e la realtà della provincia di Bolzano, si ripercorrono le diverse fasi di analisi del bisogno, progettazione, costituzione e poi di avvio del fondo Sani-fonds. Tutto ciò consente di entrare nella "scatola nera" di un fondo sanitario integrativo illustrandone non solo gli aspetti gestionali, ma anche evidenziando il percorso svolto per posizionarsi rispetto al SSN e svolgere un ruolo efficace per i propri iscritti.

Irene Gabutti, Daniele Rosario Dimonte, Stella Iaia, Americo Cicchetti

L’applicazione di un dizionario delle competenze al management gestionale di un’azienda socio-sanitaria

MECOSAN

Fascicolo: 105 / 2018

Le pratiche di gestione delle risorse umane sono sovente alla base del vantaggio competitivo e del successo aziendale in sanità, soprattutto se legate a logiche di supporto alla strategia aziendale. Il dizionario delle competenze può, in tal senso, essere di grande supporto, influenzando tutte le fasi di GRU. Pur presente in alcuni setting assistenziali per acuti, lo strumento non è comunemente adottato nel sistema socio-sanitario. Questo case-study vuole produrre evidenza sulle caratteristiche da ricercare in una figura chiave di tale scenario, oltre che generare riflessioni più ampie sull’applicabilità del dizionario in questo tipo di contesto e sul grado di dettaglio/generalizzabilità da privilegiare nel suo utilizzo.

Ernesto D’Avanzo, Paola Adinolfi, Ambrosina Michelotti

Decision-making odontoiatrico: un modello basato su alberi decisionali

MECOSAN

Fascicolo: 105 / 2018

Il lavoro propone un’implementazione di albero decisionale per la modellizzazione dei processi sanitari e il supporto al decision-making in ambito ortodontico. La sperimentazione, che impiega un dataset costituito da 290 cartelle cliniche (costituite da 39 attributi) di pazienti della scuola di Odontoiatria dell’Università d Napoli Federico II, ha il duplice obiettivo di migliorare il grado di within e between agreeement tra gli ortodontisti e validare, da un punto di vista clinico, le euristiche generate tramite l’albero decisionale. La procedura, oltre a soddisfare i criteri di accuratezza, facilità di utilizzo e rapidità proposti da Bodemer et al. (2015), migliora il livello di agreement fra gli ortodontisti e, allo stesso tempo, riduce il numero di attributi impiegati per arrivare alla decisione ortodontica. Tutto ciò, sul piano dell’efficienza gestionale, implica una riduzione dei costi delle prestazioni, sia per gli esami diagnostici sia per quelli clinici.

Bruno Sciutteri, Bruno Tortia, Emanuele Bignamini

Gli outcome nel trattamento dell’alcoldipendenza. L’esperienza del SA di piazza Montale – Torino

MISSION

Fascicolo: 51 / 2018

Lo studio riguarda i dati clinici di efficacia dei trattamenti dell’utenza in carico al Servizio di Alcologia (SA) del Dipartimento Dipendenze Torino Nord nell’anno 2016. A fronte di un’utenza complessiva afferente al servizio nell’intero anno 2016   corrispondente a 212 utenti, i dati di efficacia verificati riguardano 144 pazienti per i quali sono stati individuati e verificati 236 obiettivi di cui 132 sanitari e 104 psico-socio-educativi (pse). La valutazione di efficacia viene espressa percentualmente, a seconda del grado di realizzazione, in obiettivi realizzati, parzialmente realizzati e non realizzati. L’efficacia del SA è quasi sovrapponibile a quella dei SerD in assenza di farmaco agonista. Il dato di efficacia degli obiettivi sanitari è significativamente superiore a quello degli obiettivi pse, tuttavia  bisogna considerare che il trattamento pse richiede  un "cambiamento" della persona  più "realizzativo", inevitabilmente meno efficace nel breve termine, ma potenzialmente determinante nel lungo periodo.

Un'équipe multidisciplinare, composta da operatori del Dipartimento delle Dipendenze dell'ASUITs e del privato sociale, ha avviato un progetto di promozione alla salute rivolto a donne con problematiche alcol correlate che hanno concluso un trattamento di disintossicazione. Molte di loro provengono da contesti relazionali fragili e inadeguati a creare stabilità e motivazione nei percorsi di cura. Gli interventi sono finalizzati a promuovere stili di vita sani e un benessere senza l’assunzione di sostanze psicotrope e contenendo l’uso di ansiolitici e farmaci sintomatici, sostenendo l'empowerment personale per prevenire ricadute e drop out. Lo studio qualitativo effettuato mostra una generale soddisfazione delle donne partecipanti al progetto.

Guido Faillace, Fedinando Davoli, Salvatore Daidone, Cristina Matera

Report. Indagine su atteggiamenti e credenze verso l’uso di sostanze stupefacenti

MISSION

Fascicolo: 51 / 2018

The survey is inspired by the observation of repeated clichés, beliefs, preconceptions, emerged in interviews with consumers or drug addicts and during class discussions with students during the implementation of prevention projects. The young people involved are students aged between 14 and 16, still in the compulsory school age range. The contents that emerged prompted the investigation to verify misinformation or false information, as well as attitudes and disposition for use in an age group where "hearsay" can be the main source of information for the construction of attitudes and beliefs, despite the media opportunities to obtain scientific information on the issues in question. It has often been observed that the computerized medium is used to seek confirmation of street convictions using unscientific sites; that subjects who use so-called "light" substances tend to normalize the phenomenon with phrases like: "Everyone uses them, even the big ones". The research topics concern the perception of danger towards occasional-non-employee consumption; the confusion between therapeutic use and abuse; the cerebral implications of use; the incorrect interpretation of the messages on legalization (generally interpreted as a license to indiscriminate use); the idea that individual freedom authorizes the use of substances; the conviction of their intentions to abstention; the hope of remaining free from use and living in protected environments; the arrangement for use. The answers obtained concerned a sample of 564 students.Emerging data show that about 8 out of 10 students have a general knowledge of the damage and theawareness that the consumption of substances is a risky behavior, while in the remaining two out of 10 the openness to use can be seen. A portion between 15% and 25% proves to have knowledge based on the "heard".Between the ages of 14 and 16 4 out of 5 youngsters hope for a substance-free future. The openness to use is around 15%; a datum compatible with the surveys on the use of cannabis in the 15-year-olds offered by the Annual Report to Parliament.

The development and maturation of group intervention techniques have conferred more and more to grouptherapy the characteristics of an effective intervention technique on many pathologies and from the ‘70s therehas been a progressive application of this technique to the specific field of addiction therapy with a growing consensusby specialists for the positive outcomes supported by scientific literature.Also in Italy, the use of this work tool is a reality that is characterizing more and more the practice in differentclinical areas of addiction and group intervention has become one of the main therapeutic resources of outpatientand hospital team for the wide range of possible strategies and for the high number of patients that is possibleto treat effectively, combining the criteria of efficacy and of efficiency.This article highlights the specific processes and dynamics of psychodynamic oriented psychotherapeutic grouptreatment, which aims to develop a better self-protective ability not only trough the identification and experimentationof new psyco-behavioural strategies different from the dysfunctional ones of substance abuse but alsotrough the acquisition of instruments and resources to find your own "welfare system", affective, emotional,physic and mental, and to try to keep it in balance as much as possible

Roberto Calabria, Amerigo Giuseppe Rota, Alessandro De Simone

Centro antifumo UOC Ser.D (Asp di Cosenza): Storia di una esperienza decennale

MISSION

Fascicolo: 51 / 2018

Il Centro Antifumo (Centro Trattamento Tabagismo - CTT) è stato istituito dall’ASP di Cosenza (Regione Calabria) presso la U.O.C. Ser.D di Cosenza nel mese di luglio dell’anno 2008 e compie quindi 10 anni di attività. In questo articolo si restituisce il report di una esperienza decennale che è riuscita ad ottimizzare un percorso di cura efficace e singolare che ha consentito di raggiungere negli anni alte percentuali di successi terapeutici.

Roberto Berrini, Renato Sidoti, Federica Beltrami, Laura De Vecchi, Eugenia Luraschi, Lucia Monicchi

La dipendenza da sostanze come modalità di disattivazione del sistema dell’attaccamento: una ricerca su un campione di pazienti degenti in comunità terapeutica

MISSION

Fascicolo: 51 / 2018

Questo lavoro si propone di esaminare la connessione tra lo sviluppo di una dipendenza patologica dalle sostanze e la presenza di una diagnosi di attaccamento insicuro, valutato attraverso la somministrazione del Separation Anxiety Test (SAT) su un campione di pazienti degenti in comunità terapeutica. Per ogni paziente sono evidenziati i principali dati storici, ricavati all’interno di un setting psicoterapeutico, che permettono di inferire la sua vicenda di allevamento nella relazione con entrambi i genitori.  Il pattern di attaccamento individuato con il SAT trova corrispondenza nello schema relazionale prevalente adottato dal soggetto nel contesto di cura, consente di orientare le decisioni terapeutiche e aiuta a regolare la responsività degli operatori. I risultati dell’indagine evidenziano la presenza nella quasi totalità del campione di pattern insicuri di attaccamento, con un’elevata percentuale di modelli operativi interni disorganizzati. Questi dati trovano conferma in analoghe ricerche sul pattern di attaccamento di soggetti dipendenti da sostanze.  È quindi possibile che la sostanza, per le sue qualità dopaminergiche che attivano i circuiti cerebrali legati alla ricompensa, alla gratificazione, risponda ad una domanda del soggetto che proviene da uno stato carenziale originario, connesso con esperienze prevalentemente non gratificanti, se non dolorose, nella relazione di caregiving. Sono stati inoltre confrontati i pattern di attaccamento dei soggetti con diagnosi di alcolismo con quelli dei soggetti che hanno una diagnosi di tossicodipendenza in cui le sostanze principali sono oppiacei e cocaina.