RISULTATI RICERCA

La ricerca ha estratto dal catalogo 104759 titoli

Semira Tagliabue, Michela Zambelli, Francesca Farina, Costantino Cimino

Valutare la valutazione in una comunità terapeutica con modulo doppia diagnosi: un percorso di valutazione partecipata

PSICOLOGIA DI COMUNITA’

Fascicolo: 1 / 2020

L’obiettivo del progetto di ricerca-intervento è stato l’analisi e la modifica di strumenti per valutare l’efficacia degli interventi educativi e terapeutici in una comunità terapeutica con mo-dulo doppia diagnosi. Il progetto ha previsto: un percorso di riflessione sui bisogni e sugli obiettivi di valutazione; la creazione e la sperimentazione di strumenti; la valutazione di conte-nuto, utilità e statistica di tali strumenti. Il risultato principale è aver attivato un pensiero rifles-sivo sul tema della valutazione, generando buone pratiche che continuano a durare. Questo in-tervento mette in luce le potenzialità della ricerca partecipativa per affrontare il tema della valu-tazione nei contesti di cura.

Stefano Tartaglia, Chiara Rollero, Elisa Bergagna

Attitudes toward refugees in the Italian context

PSICOLOGIA DI COMUNITA’

Fascicolo: 1 / 2020

Considering the concern over the rising xenophobia, it is particularly relevant investigating attitudes toward refugees in the Italian population. Within literature, a considerable amount of research is related to prejudice toward different immigrant groups, but few studies have inves-tigated the predictors of opposition to hospitality of refugees. The aim of the study was to compare the effects of different variables in predicting the opposition to give hospitality to ref-ugees. The variables investigated were socio-demographic characteristics, political orientation, religiosity, Right-Wing Authoritarianism (RWA), and TV consumption. Data were collected by means of a self-report questionnaire on a sample of 366 Italian adults (Female 55.9%; mean age 39.86, SD=17.09). To test the influence of different variables, we performed a hierarchical regression analysis. We found several significant influences. Results showed that individual factors played an important role in predicting the opposition to hospitality of refugees, but also environmental factors such as mass media influenced the attitude toward this specific social group. Implications in terms of intervention are discussed.

Fortuna Procentese, Anna Gargiulo, Flora Gatti

Local groups’ actions to develop a sense of responsible togetherness

PSICOLOGIA DI COMUNITA’

Fascicolo: 1 / 2020

The study explores the reciprocal acknowledgment between active local groups and citi-zens as a social dynamic aimed at promoting a more responsible style of togetherness into lo-cal communities. Focalized interviews about this topic were administered to eight members of a socially and politically active group; the Thematic Analysis was used. What emerged high-lights the troubles about a reciprocal acknowledgment, which disempowers group’s mission and actions. The need of further spaces to make differences meet and match, to promote partic-ipation and empowerment, and to foster a reciprocal acknowledgment within local communi-ties emerges. .

Rossana Sicurello

La revisione dell’istruzione professionale: giovani, orientamento, competenze trasversali e occupabilità PDF

EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING

Fascicolo: / 0

Il processo di globalizzazione e il progresso tecnologico alla base della Quarta Rivoluzione Industriale hanno sconvolto il tradizionale modello di organizzazione dell’istruzione e del mercato del lavoro divenuti sempre più dinamici e complessi. La formazione professionale, cercando di rispondere ai bisogni attuali dei singoli e della società della conoscenza e del lavoro 5.0, si sta adoperando per assicurare azioni efficaci di modernizzazione e di innovazione delle pratiche didattiche, formative e valutative, facendo dell’orientamento e della pratica lavorativa gli strumenti principali della loro azione. Lo scopo è quello di verificare la propria capacità di stare al passo con i cambiamenti sociali, nonché di contribuire in maniera significativa alla crescita economica e, quindi, alla promozione della mobilità e dell’employability di cui le soft skills costituiscono una dimensione chiave, soprattutto nell’ambito dell’attuale dibattito politico, sociale, culturale ed economico attorno al mercato del lavoro e al tema della disoccupazione.

Cristina Cecchini, Elisa Guidi, Patrizia Meringolo

Evaluating activities in Service-Learning

PSICOLOGIA DI COMUNITA’

Fascicolo: 1 / 2020

This contribution describes the evaluation of a Service-Learning (S-L) experience carried out with students of the Master’s Degree in Psychology in collaboration with a Public Mental Health Service (PMHS). Students explored the role of a sports association, including patients, PMHS professionals and citizens, in improving social integration. Aims. Evaluating the impact of S-L on academic learning, personal growth and commit-ment in the local community. Methods. S-L was monitored through journals and supervision sessions. Semantic analy-sis of the journals content was performed using the software T-LAB. Results. Six thematic clusters emerged related to emotional and cognitive aspects and to the difficulties arising during the experience. S-L improves the student’s capability to apply theoretical knowledge and research instru-ments to meet community needs.

Sara Alfieri, Daniela Marzana, Lia Calloni, Vittoria Pugliese, Maura Pozzi, Elena Marta

Come riattivare i giovani NEET. Alcuni spunti di riflessione a partire da "buone prassi"

PSICOLOGIA DI COMUNITA’

Fascicolo: 1 / 2020

L’acronimo NEET si riferisce a quei giovani che non sono impegnati né nella formazione, né lavorativamente. Questi giovani sono a rischio di esclusione e di compromissione del pro-prio benessere sociale. Esistono tuttavia alcuni progetti di riattivazione dei NEET in vari conte-sti italiani. Il presente lavoro si propone di analizzare la percezione dei partecipanti rispetto ad alcune strategie di riattivazione per i giovani NEET utilizzate in due progetti svoltisi da ActionAid sul territorio milanese. Lo studio è stato realizzato tramite interviste semistrutturate a 18 ragazzi e ragazze tra 15 e 24 anni (M = 18.00; SD = 2.39) che hanno partecipato a 3 progetti di reinserimento. Dal presente lavoro di ricerca emerge l’importanza di fornire ai NEET delle occasioni di crescita e sperimentazione in contesti "protetti". La riflessione conclusiva sottolinea l’importanza di agire su più livelli: lo sport o comunque attività ricreative, la presenza di coetanei simili e di adulti competenti.

Chiara Curiale, Michela Lenzi, Marta Gaboardi, Alessio Vieno, Massimo Santinello

Libertà di scelta e senso di controllo: impatto sui sintomi psichiatrici in persone senza dimora

PSICOLOGIA DI COMUNITA’

Fascicolo: 1 / 2020

Poco si sa dell’efficacia dei servizi di housing sulla riduzione dei problemi di salute mentale. Scopo del presente studio è quello di valutare come la possibilità di scelta percepita relativamente a vari aspetti del servizio, elemento fondante del modello Housing First, influenzi la severità dei sintomi psichiatrici in un campione italiano di 84 utenti. Il meccanismo proposto per spiegare l’azione del programma è quello dell’empowerment, misurato nella sua accezione di senso di controllo che la persona sente di avere sulla propria vita. I risultati mostrano che l’empowerment si associa positivamente alla percezione di scelta e, in quanto importante fattore di protezione per la salute mentale, media l’associazione positiva tra la percezione di scelta ed i sintomi psichiatrici.

Monica Arnone, Ilaria Demori

Microbiota e tumori ginecologici: dalla patogenesi alla terapia

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2020

L’interesse per il microbiota umano si è recentemente esteso oltre l’intestino per includere molti altri organi nei quali i microrganismi possono avere implicazioni per la salute. Gli autori prendono in esame il microbiota vaginale ed il suo possibile impatto sulla patogenesi dei più comuni tumori ginecologici. Se da un lato la disbiosi vaginale può essere associata allo sviluppo del carcinoma cervicale, così come dei tumori dell’endometrio e dell’ovaio, dall’altro le terapie antitumorali causano molto spesso disbiosi, sia vaginale che intestinale, contribuendo a molti degli effetti collaterali delle stesse terapie. La letteratura dimostra l’efficacia dell’utilizzo di probiotici per la prevenzione e l’efficacia delle terapie in ginecologia oncologica. In ottica Pnei, occorre comunque tenere presente che l’alimentazione nel suo complesso e la gestione dello stress rimangono due pilastri fondamentali su cui agire anche per mantenere l’omeostasi dei microrganismi commensali, che possono così rivelarsi inaspettati "amici" della salute femminile.

Mariapia Chiara Mangiameli, Michela Besso

Doctor Tag e Cartella Clinica Pnei in Medicina Generale

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2020

Nell’ambito del progetto DoctorTag Pnei, le autrici presentano una cartella clinica informatizzata che aiuterà i medici di famiglia a valutare il profilo psico-socio-culturale dei pazienti, tramite un’anamnesi fisiologica che comprende i fattori epigenetici di sette categorie: Attività fisica, Bolo alimentare, Campo di lavoro, Disturbi del ritmo circadiano, Esposizione a sostanze tossiche, Funzionalità gastroenterica, Gestione dello stress. I medici, assieme a professionisti sanitari e non, possono così definire una terapia personalizzata ed integrata - farmacologica, fitoterapica, dietetico- nutrizionale, fisiatrica, riabilitativo-motoria nonché psicoterapica ed educazionale - che responsabilizzi i pazienti, sfruttando le attività relazionali e meditative capaci di condurre a mutamenti delle abitudini utili a migliorare la qualità della vita, in particolare in un contesto di coerenza emozionale. La cartella aiuterà a integrare la Pnei in un contesto di medicina generale sempre più costosa, burocratizzata e standardizzata, così da definire un percorso diagnostico-terapeutico multidimensionale ed interdisciplinare ormai validato dall’evidenza scientifica.

La realtà organizzativa attuale, anche e tanto per i livelli di complessità e la velocità di cambiamento raggiunte, espone i lavoratori a una condizione di distress endogeno che tende a cronicizzarsi ed è generalmente misconosciuta. L’articolo indaga se e come le pratiche narrative - quali veicoli privilegiati di consapevolezza e metariflessività - possano favorire l’emersione, il riconoscimento e la rimodulazione di questi livelli di stress. La metariflessività viene infatti riletta, in un quadro Pnei, come veicolo di ristrutturazione degli appraisal allostatici e delle strategie di coping correlate. In particolare, viene approfondita la possibilità di valorizzare, negli interventi di change management e stress management, tecniche di sviluppo delle capacità mentalizzanti, per lavorare in ottica trasformativa sull’esplicitazione degli stili allostatici individuali (e i modelli operativi interni che ne rappresentano la matrice). L’autrice considera la narrazione come la tecnologia riflessiva capace di veicolare le trasformazioni più profonde e sistemiche, con impatti ristrutturanti sui network cerebrali, le strategie regolatorie dell’organismo e le forme di auto-organizzazione del Sé.

Paola Colagrande, Annalisa Ghiglia, Pierluigia Verga

Malattia di Alzheimer: una storia antica in ottica moderna

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2020

La malattia di Alzheimer (AD) comporta compromissione della sfera cognitiva, delle competenze motorie e delle funzioni superiori, progressiva destrutturazione del sistema mente-corpo e perdita dell’autonomia. Il cervello con AD presenta placche extracellulari di amiloide-ß, grovigli intraneuronali di tau iperfosforilata e infiammazione. L’articolo presenta la patogenesi, la possibile prevenzione e trattamento dell’AD secondo il paradigma Pnei: sono noti i fattori di rischio modificabili e immodificabili. Fra i primi, un ruolo preventivo è assegnato ad alcuni comportamenti: una corretta dieta, la regolare attività fisica, il mantenimento di legami interpersonali significativi, il controllo del rischio cardiovascolare, la protezione dallo stress psicoemotivo, la cura precoce della depressione e l’astensione da alcol e tabacco. L’approccio Pnei garantisce uno sguardo sistemico alle manifestazioni clinico-metaboliche di AD (disease), al vissuto di malattia del paziente (illness) e alle possibilità di autonomia residua (sickness). Allo stato attuale i percorsi di studio sull’AD realizzati da team multidisciplinari di professionisti, fra loro integrati, risultano sempre più validi.

Valentina Zonca, Annamaria Cattaneo

Il ruolo dell’infiammazione nella depressione: dalla patogenesi alla risposta al trattamento

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2020

Negli ultimi decenni la ricerca ha dimostrato un’aumentata attivazione del sistema immunitario nei pazienti affetti da schizofrenia, disturbo bipolare, depressione maggiore e ansia. Tuttavia, non è chiaro se queste patologie mostrino profili infiammatori distinti e se questi profili possano servire per sviluppare terapie mirate. L’efficacia degli agenti anti-infiammatori in caso di depressione rimane inconsistente e risulta evidente solo in alcune sottocategorie di pazienti: in particolare, i farmaci anti-infiammatori sembrano migliorare significativamente la sintomatologia depressiva in pazienti con elevati livelli di molecole infiammatorie nel plasma o nel siero. Dall’altro lato, l’efficacia di una terapia farmacologica sembra associarsi ad una riduzione dei livelli di citochine pro-infiammatorie. Pertanto, come ha anche mostrato il gruppo di ricerca degli Autori e il progetto europeo GENDEP, particolari biomarcatori infiammatori potrebbero predire l’efficacia di un trattamento farmacologico, identificare se i pazienti rispondono o no al trattamento antidepressivo convenzionale e sviluppare terapie coadiuvanti.

Paolo Vineis

Infiammazione e disuguaglianze sociali

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2020

La ricerca Lifepath studia l’impatto biologico delle disuguaglianze sociali. Condizioni socio-economiche (CSE) svantaggiate possono indurre effetti a lungo termine mediante un logoramento fisiologico che coinvolge infiammazione, disregolazione immunitaria e accelerazione epigenetica dell’invecchiamento. I dati della coorte di nascita britannica del 1958 hanno indicato che un’istruzione materna e un’occupazione paterna inferiori ed esperienze infantili avverse (ACE) si associano ad un più alto carico allostatico a 44 anni. L’associazione delle ACE con il carico allostatico era fortemente mediata dallo stile di vita e dal livello di educazione a 23 anni e dalle CSE a 33 anni. CSE svantaggiate si associavano con un invecchiamento accelerato valutato tramite metilazione del DNA, e l’invecchiamento biologico era più rapido in coloro che avevano meno anni di istruzione. Persone con un miglioramento delle CSE nella loro vita avevano livelli intermedi di invecchiamento accelerato rispetto alle categorie con CSE estreme, suggerendo una possibilità reversibilità dell’effetto. Questi risultati mostrano il valore di usare marker biologici per capire la relazione fra fattori sociali e salute.

Piero Porcelli

La solitudine come determinante della salute psichica

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2020

La solitudine costituisce un fattore di rischio essenziale per la salute. A livello evolutivo, il bisogno di connessione sociale è precedente la nascita del linguaggio (vedi i fenomeni di pointing e shared attention); a livello epidemiologico, il c.d. Effetto Roseto indica la stretta relazione fra coesione interpersonale e sopravvivenza; a livello delle neuroscienze affettive, il concetto di embodied cognition indica la connessione all’interno della propria biologia endocrino-immunitaria dei sistemi psichici e relazionali (attaccamento e biological programming). Il costrutto di solitudine viene solitamente distinto in implicito (valutato su indicatori non-verbali) ed esplicito (valutato con scale self-report). Gli studi degli ultimi 20 anni hanno dimostrato che la solitudine, in particolare quella implicita, è un potente fattore di rischio di morbilità e mortalità, con un peso identico a quello dei più noti fattori di rischio (obesità, fumo, attività fisica), e riguarda anche le fasce più giovani della popolazione.

Andrea Minelli

Allostasi e cervello

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2020

Il cervello si è evoluto per garantire l’allostasi, intesa come regolazione predittiva e coordinata dei sistemi fisiologici, cognitivi e comportamentali in anticipazione delle sfide ambientali. La corteccia del cingolo e l’insula anteriore, insieme alla corteccia prefrontale mediale e ventro-laterale, costituiscono un substrato neurale coinvolto sia nei processi associativi superiori alla base delle funzioni psico-cognitive sia nei processi di adattamento allostatico. Tali aree, infatti, comunicano reciprocamente con strutture sottocorticali (amigdala, striato, ipotalamo, sostanza grigia periacqueduttale) che modulano il guadagno e i set-point dei circuiti di controllo omeostatico operanti a livello tronco-encefalico e midollare. Lo sbilanciamento cronico dei sistemi allostatici può indurre un profondo rimodellamento dei circuiti cerebrali, con atrofia e/o alterazioni funzionali specialmente a carico di quelle strutture che sono primariamente coinvolte nell’allostasi. Il modello allostatico fornisce una cornice teorica utile per interpretare la risposta da stress e gli effetti dello stress cronico sulle funzioni cerebrali e sul rischio di patologie neuropsichiatriche.

Le numerose ricerche in atto per la produzione di un vaccino anti-coronavirus efficace richiedono un’illustrazione almeno sommaria dei principi dell’immunobiologia vaccinale. In questo articolo vengono sintetizzati i concetti fondamentali della moderna produzione dei vaccini e vengono illustrati alcuni dei programmi di ricerca in via di sviluppo, che l’autore si augura producano risultati positivi nel più breve tempo possibile, per la risoluzione della pandemia da coronavirus iniziata a fine 2019 e tuttora in corso.

David Lazzari, Anna Giulia Bottaccioli, Francesco Bottaccioli

Promuovere la resilienza della popolazione italiana contro SARS-CoV-2

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2020

La pandemia Covid-19 - per il coinvolgimento delle nazioni più ricche e tecnologicamente avanzate, che sperimentano inedite esperienze di mortalità, di paura ed isolamento sociale, per le difficoltà che incontrano i servizi sanitari e per l’incertezza sull’evoluzione della pandemia e sulle sue ricadute economiche su scala globale - richiede un cambiamento nella prevenzione e nella cura dell’infezione, basato sull’integrazione delle scienze e delle professioni biomediche e psicologiche. Un’indagine sulla popolazione italiana in corso di pandemia mostra un diffuso stato di malessere psichico che, in base alle pluridecennali evidenze scientifiche e cliniche sulle relazioni tra stati mentali ed efficienza del sistema immunitario, plausibilmente indebolisce la resistenza all’infezione da SARS-CoV-2. L’Italia può mettere in campo decine di migliaia di psicologi e psicoterapeuti che, in quanto operatori sanitari, possono essere impiegati, a fianco della medicina del territorio e ospedaliera, nelle cure primarie e nella promozione della resilienza dei cittadini e degli stessi operatori sanitari, sottoposti a uno stress lavorativo che contempla anche una minaccia per la propria vita.