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Diego Napolitani

Il piccolo uomo e il grande inganno

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 1 / 2001

"Icaro 2000": un mito strappato dal grembo delle sue oscure origini per essere lanciato oltre la soglia del nuovo millennio. Un’altra mente poetica ha recentemente "traslocato" il mito di Ulisse dall’antico Egeo ad un "oltre l’infinito" in un grande affresco intitolato "2001 Odissea nello spazio". Questi titoli si collegano indubbiamente con qualcosa che grava su questo nostro appuntamento millenaristico, una sorta di "apocalisse", che non può essere intesa nei termini della "Rivelazione" cristiana sui destini ultimi e ben definiti dell’uomo e del mondo, ma piuttosto come lo spalancarsi di un futuro del quale siamo tutti già partecipi e con-creatori, che si presenta come un inestricabile labirinto senza che nessuno possa disporre a priori di un rassicurante filo di Arianna. "Icaro 2000", quale ciascuno di noi è in questa svolta epocale, è quel piccolo demiurgo (letteralmente "lavoratore pubblico", composto di "Demos" "del popolo" e "Ergon" "opera") che il vocabolario ci dice essere quel personaggio dotato di forti capacità creative e organizzative che gli consentono di dominare il suo tempo e dar vita a nuove realtà. La nuova realtà nella quale siamo di fatto già immersi è quella che si guarda (o si inventa?) come complesso e irriducibile confronto tra il già stato nella sua perfetta oggettiva fissità e il non ancora. La nuova realtà non è quella che si struttura riconducendo il divenire a puro e semplice effetto della Causa, ma quella che si va costruendo nel momento in cui il genio utilizza energie, economie, meccanismi che misurano e regolano le cose fin qui, in funzione di un procedere verso lo squarcio che si apre allo sguardo che osa bucare la grande finzione. La gioia non si sostituisce al piacere soddisfatto ma deve confrontarsi con questo, pateticamente, sgusciando fuori dall’insidia della gabbia clinica che tenderebbe ad omologare il tutto in una classificazione seriale di "fisiologie" versus "patologie".

Adriano Voltolin

Transitabili utopie

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 1 / 2001

"Intransitabili utopie" aveva definito Massimo Cacciari nella presentazione dell’edizione italiana della Torre (Adelphi 1978) l’originaria ispirazione rivoluzionaria di Sigismund, il protagonista di quest’opera, che riprende la trama di La vita è sogno di Pedro Calderón de la Barca. La Politica non consente, esattamente come la Chiesa, che vi sia possibilità alcuna di ragionamento e di azione al di fuori di essa. E la Politica è pratica concreta, a sua modo nobile, anche nella miseria nella quale è necessario spesso affondare le mani. Politica tuttavia a noi pare che sia anche il fermento e l’articolazione delle iniziative che vengono dalla società e che in qualche modo, diretto o indiretto, si propongono di incidere sul tessuto sociale, modificandone talvolta anche il profilo. La storia del movimento psicoanalitico, che data ormai da cento anni, più volte si è incontrata, durante il secolo, con la questione delle dinamiche sociali. Freud, come è noto, fu sempre molto scettico sulla possibilità della psicoanalisi di raccordarsi con la società e le sue dinamiche. È però Freud stesso ad aprire prospettive diverse e più larghe, se si intendono correttamente le ragioni e gli sviluppi del suo ostinato difendere, contro le stesse generosità ideali dei suoi allievi, il territorio della clinica. Fu Wilfred Bion a notare, da vero continuatore, insieme a Melania Klein e a Jacques Lacan, del lavoro di Freud, come sia nella natura della psicoanalisi il crearsi un campo di indagine nel mentre lo studia. Ne viene allora che il piano della clinica, dell’operatività, è impensabile senza quello della riflessione teorica che, a sua volta, investe di necessità non solo l’oggetto della riflessione stessa. È ovvio che, essendosi modificata la società, anche i pazienti che ricorrono alla terapia psicoanalitica siano diversi sociologicamente, e va da sé quindi che questo abbia portato delle modifiche evidenti, rispetto al tempo di Freud, nel concreto della clinica.

Isabella Ramaioli

Una psicoanalisi "inattuale"?

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 1 / 2001

A un certo punto del suo lavoro, Silvia Vegetti Finzi dice, riferendosi a questo Convegno, che "qui si è fatta veramente psicoanalisi". L'affermazione della Finzi ha un duplice versante, che mi pare colga appieno due direttrici fondamentali della giornata di studio e, più nella sostanza, lo spirito del lavoro che l’Istituto diretto da Adriano Voltolin svolge e intende svolgere. Il risvolto più profondo a livello psicoanalitico - avverte Massimo Recalcati - di queste trasformazioni è il "discorso del capitalista" che ci aveva illustrato Lacan mostrando come questo si sostanzi nell' ellissi del "terzo tempo dell'Edipo", quello nel quale l'identificazione col padre costituisce il dono che compensa del peso del "patto simbolico" (Voltolin). La psicoanalisi che affronta le questioni della società rapportandosi quindi alla storia, interrogandosi piuttosto che rispondendo a indefiniti e oscuri bisogni, è però oggi, avverte Vegetti Finzi, una psicoanalisi inattuale giacché le correnti psicoanalitiche più consacrate paiono non volgersi più alla storia del paziente, agli annodamenti tra la storia individuale/sociale del paziente ed il sintomo che la esprime dislocandola in altre parole e in parole di altri. In una lettera a Putnam Freud affermava che ciò che vi è di rivoluzionario nella psicoanalisi sta nel suo amore di verità. La verità "è garantita dall’emozione, dalla condivisione dello stato emotivo" (Vegetti Finzi). Qual è allora, in questo quadro, lo statuto dell’oggetto in psicoanalisi? Se difatti la psicoanalisi del controtransfert diviene autoreferenziale, quella della risposta di impronta nordamericana tende ad assumere la realtà esterna come un dato cui l’Io del paziente deve adattarsi. In quanto tale esso non è l’oggetto fantastico di una teoria ingenua della conoscenza, ma non è nemmeno l’oggetto reale ed astratto insieme della scienza.

Roberto Carnevali

Perché una rivista, perché "questa" rivista?

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 1 / 2001

Ho conosciuto l’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica di Sesto San Giovanni poco meno di due anni fa, in occasione del Convegno "Trasformazioni sociali e pratica psicoanalitica", da questo organizzato. Mi sono trovato così a conoscere la realtà di un’istituzione che mi ha subito affascinato per la sua serietà e per la sua intraprendenza, e della quale sono entrato a far parte. Poco tempo dopo la fine del Convegno ho proposto di costituire qualcosa di solidamente strutturato per la diffusione delle tante idee che popolano i nostri incontri. Così nasce la rivista, dopo che un editore come Franco Angeli, gratificandoci della sua fiducia nella qualità del prodotto, ci accoglie nella sua "grande famiglia", offrendoci un contratto cui aderiamo con entusiasmo. Abbiamo pensato di partire proprio con i lavori del Convegno tenutosi a Sesto S. Giovanni nell’aprile del ’99, nato con lo scopo di chiarificare il senso del costituirsi dell’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica della Cooperativa Sociale Icaro 2000, e di diffondere e far conoscere le sue attività e le idee che ne sono alla base. In coda al Convegno si è avuto un dibattito, del quale rimane traccia nel mio lavoro che conclude la prima sezione, e che è l’elaborazione di un intervento che feci sulla scia di un riferimento letterario presente nella relazione di Adriano Voltolin. Agli scritti nati dal Convegno abbiamo aggiunto i lavori di due Autori argentini, Noemi Ribeiz e Aldo Forno, che hanno tenuto un Seminario presso l’Istituto il 19 settembre 2000, e che, qualche giorno dopo, sono intervenuti alla "3a Settimana freudiana" di Collalbo/Renon, portando contributi sul tema "La Psicoanalisi in Argentina". Questo insieme di lavori costituisce il nucleo monografico che dà il titolo al primo numero. Questa modalità sarà mantenuta anche nei numeri a venire, che avranno dunque sempre un titolo configurante un argomento specifico, centrale nei lavori della prima parte.

Adriano Voltolin

L'angelo della storia

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 1 / 2001

L’immagine dell’angelo di Klee evocata da Benjamin rimanda ad una prospettiva dell’avanzare della storia in cui il progresso non si presenta in modo affatto univoco, ma piuttosto come un susseguirsi di eventi e di cause che hanno sovente lo scopo di distorcere la realtà per renderla più accettabile. Benjamin sembra qui collegarsi alla riflessione di Bion sulla distorsione della verità come strumento necessario per proteggersi dall’eccesso costituito dalla verità. Il nesso che Bion ipotizza tra la sanità mentale e la società appare per certi aspetti rovesciato rispetto all’impostazione che tradizionalmente viene data al problema. Il cammino verso la sanità mentale ci appare in Bion come una progressiva, ma dolorosa, acquisizione della capacità di sopportare il peso della realtà, cioè dell’assenza dell’oggetto buono. Lo sviluppo della propria personalità non si presenta quindi come l’acquisizione, magnifica e progressiva, di gradi di libertà sempre maggiori. È piuttosto la tolleranza dell’angustia dei propri limiti che consente di sviluppare un sentimento di gratitudine per quello che abbiamo acquisito - anziché di intolleranza per quello che si sente come ingiustamente perduto - e quindi di metterlo realmente a frutto. Proteggersi dalla verità che affannosamente si ricerca: è su questa cresta sottile che Bion pone di fatto il senso e la sua contraddizione nella vicenda umana. L’avvicinamento alla verità è il cambiamento catastrofico che minaccia alla radice l’Io. La psicoanalisi è peste, scandalo, proprio perché non ha nulla da proporre che possa apparire in qualche modo come un approdo presso il quale il soggetto e la verità possono trovare una qualche conciliazione. Non ci si può avvicinare alla verità perché questa, come il sole nel mito di Icaro, distruggerebbe il soggetto stesso, ma nemmeno è possibile ignorarla giacché è proprio nell’avventura dell’avvicinamento che si conquista il pensiero e, con esso, la sanità mentale.

Margherita Scarlato

Capitale sociale e sviluppo economico: un'analisi empirica per le province italiane

ECONOMIA PUBBLICA

Fascicolo: 1 / 2001

This work provides some evidence for the Italian regions that social capital, under a broad definition, can have a positive impact on development outcomes. Our empirical analysis includes measures of social capital related to the enforcement of formal norms, the extent of social networks, the provision of local public goods. We show that in the less developed regions of Italy, the so-colled Mezzogiorno, the level of social capital is lower compared to the advanced regions and, at the same time, the productive activities born a smaller share of the cost due to the social capital deficit. This result leads to a «wrong» incentive towards the underinvestment in social capital and locks the Southern regions in a trap at a low level of both economic development and social capital development. Absent suitable shocks or policy interventions, this out-come is self-reinforcing.

Carlo Cambini, Giuseppe Turchetti

Organizzazione economica e incentivi in sanità: il caso dell'attività intramoenia

ECONOMIA PUBBLICA

Fascicolo: 1 / 2001

The paper addresses the themes of the economic organization and of the role of the incentives of the different actors in the health care sector. In particular, the paper analyzes the peculiar context of the intramoenia regime, according to which health care services are provided within public hospitals by exclusive physicians, but on a market based logic. The paper evidences the limits of the traditional principal-agent approach in addressing the complexity of the intramoeniaregime and suggests the adoption of a more rich and integrated perspective of analysis, able to take into account the articulated contractual relations originating among the different actors.

Daniele Fabbri

Efficienza tecnica e produzione ospedaliera

ECONOMIA PUBBLICA

Fascicolo: 1 / 2001

The recent reform of hospital financing increased the power of incentives producers respond to. In the meanwhile it made even more necessary to develop tools for productive efficiency analysis in the hospital sector. In this paper we measure technical efficiency of public hospital in Emilia-Romagna, between 1994 and 1995, with DEA (Data Envelopment Analysis). In particular, we investigate how sensitive results are with respect to the definition of output. Moreover we show how to test for significance in efficiency changes, as measured with DEA, by using both parametric and non parametric tests. Results are diffusely discussed and interpreted. The proposed approach, as far as it could lead to useful policy implications, seems definitely relevant.

Amedeo Fossati

L'Italia e il federalismo

ECONOMIA PUBBLICA

Fascicolo: 1 / 2001

The terms of the lively debate on federalism still going on in Italy are presented. Improving efficiency through fiscal federalism is certainly considered, but the dominant theme is perhaps on purely political grounds. Even if the transition process from unitary to federal state has actually started, it is not yet clear what sort of fiscal federalism is being pursued. Co-operative fiscal federalism could be an important vehicle through which northern people’s demand for local autonomy could be made compatible with the less developed economy of southern Italy. To introduce fiscal federalism, however, central government must be willing to reduce its activities. Whilst implementing any reasonable form of fiscal federalism in Italy, the central power would have to considerably change its standpoint and behaviour. In evaluating the achievements towards fiscal federalism up to now, it is possible to perceive an offer of decen-tralisation, which could be an attempt to escape autonomous pressures by building a system of relationships that actually strengthens central predominance. The ideologies of dirigism and centralism appear to be particularly exposed to the danger of using decentralisation as a means of defusing the push for autonomy: this seems to be one of the greatest impediments fiscal federalism is facing in Italy at the moment.

Luciano Segreto

Arar

Un'azienda statale tra mercato e dirigismo

cod. 1580.15