RISULTATI RICERCA

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Monica Tosto, Alessandra Salerno, Iolanda Raciti, Aluette Merenda

Diventare madre mentre si cresce. Influenza dei processi di differenziazione del Sé sull’adattamento al ruolo genitoriale delle madri adolescenti

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 138 / 2025

Questo studio si propone di analizzare la connessione tra la differenziazione del sé e i livelli di parenting stress di un gruppo di neomamme di età compresa tra 15 e 20 anni, includendo alcune variabili moderatrici quali: l’adattamento diadico, l’autostima materna e il supporto sociale percepito. Le analisi hanno evidenziato i seguenti risultati significativi: 1) il taglio emotivo e la fusione con gli altri sono predittori del parenting stress (rispettivamente, X3: ß = -.38 con ? < .05; X4: ß = .36, con ? = .05); il taglio emotivo si è inoltre rivelato un predittore significativo dell’interazione disfunzionale genitore-figlio (ß = -.42 con ? < .05), mentre la fusione con gli altri predice un bambino difficile (ß = .39, con ? < .05). È stato riscontrato un effetto predittivo della sottodimensione positiva dell’autostima sul bambino difficile (ß = -.37; ? < .05), e un effetto predittivo della coesione diadica sul bambino difficile (ß = -.40; ? < .05). I risultati sono discussi in una prospettiva socio-culturale e considerando le loro implicazioni sulla maternità precoce, soprattutto in Italia.

Questo articolo esplora il ruolo della coppia nella psicoterapia dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), evidenziando come il partner possa rappresentare una risorsa terapeutica attiva nel percorso di cura. Attraverso l’analisi delle interazioni tra dimensioni individuali e relazionali, emerge che la terapia di coppia non solo migliora la qualità del rapporto, ma incrementa anche la consapevolezza delle vulnerabilità e delle risorse personali. Un partner consapevole delle dinamiche relazionali e delle strategie di regolazione emotiva favorisce il cambiamento e la mentalizzazione, elementi fondamentali nel trattamento dei DNA. L’approccio terapeutico deve considerare la coppia come un sistema interdipendente, in cui le dinamiche intrapsichiche e relazionali si riflettono e si amplificano reciprocamente. Creare un ambiente sicuro e supportivo all’interno della relazione potenzia l’integrazione del trattamento e la gestione efficace del disturbo. Ulteriori ricerche sono necessarie per definire i criteri ottimali di integrazione della terapia di coppia nei protocolli per i DNA.

Caterina Nardis, Costanza Giordani, Michela Quintaiè, Giulia Meneghetti, Grazia Armenia

Disturbo oppositivo provocatorio: dalla diagnosi al trattamento in un’ottica sistemico relazionale

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 138 / 2025

L’articolo propone una lettura familiare multigenerazionale di un processo terapeutico svolto in favore di una famiglia che presenta una domanda iniziale di trattamento del figlio adolescente con diagnosi di disturbo oppositivo provocatorio. Nel presentare il caso clinico è intenzione delle autrici fornire una panoramica dei possibili interventi clinici afferenti a diversi modelli teorici in presenza della medesima diagnosi di partenza allo scopo di portare alla luce il pensiero di vari autori circa la correlazione tra i disturbi presentati e il contesto relazionale e le sue problematiche, e il ruolo dato alla famiglia in tali condizioni. Attraverso l’utilizzo del modello sistemico multigenerazionale si intende presentare le ipotesi e la diagnosi relazionale che hanno guidato le azioni terapeutiche pensate come più significative e i momenti di svolta che hanno favorito il raggiungimento degli obiettivi terapeutici, focalizzando l’attenzione sulla ri-significazione relazionale del sintomo e sul modo di percepire e guardare alla famiglia. Obiettivo dell’articolo è illustrare e sostenere l’efficacia dell’utilizzo del modello sistemico multigenerazionale nell’approcciarsi a famiglie con bambini ai quali sia stato diagnosticato il disturbo oppositivo provocatorio. Tale modello diventa una modalità di trattamento “ecologico” che tramite l’attivo coinvolgimento dell’intero nucleo familiare mira a restituire competenza alle famiglie e ridurre la somministrazione di farmaci ai minori.

Maria Adelaide Berardi

Lo specchio nello specchio: la ricerca del peccato originale

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 138 / 2025

In questo articolo viene descritta una modalità di conduzione di un gruppo di apprendimento e di supervisione. Seguendo il modello dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia di Roma, si cerca di mostrare come il lavoro sui modelli relazionali appresi nella propria famiglia d’origine, che invariabilmente scatenano emozioni e sentimenti antichi, produca prima una curiosità verso se stessi e successivamente un cambiamento

Questo studio analizza come le piccole e medie imprese (PMI) italiane hanno riorganizzato i propri spazi fisici di lavoro nel contesto post-pandemico, indagando i fattori che influenzano tali scelte e il punto di vista dei dipendenti. Attraverso un’analisi qualitativa basata su novanta interviste semi-strutturate in trenta PMI appartenenti a diversi settori e aree geografiche, la ricerca evidenzia una diffusa convergenza verso soluzioni ibride che combinano spazi condivisi e ambienti riservati. Le configurazioni spaziali risultano fortemente condizionate dalla cultura organizzativa, dalla disponibilità di risorse, dalla natura delle attività svolte e dalle condizioni abitative dei lavoratori. Il contributo offre implicazioni pratiche per la gestione delle risorse umane e arricchisce la letteratura sul workplace design, con un focus sulle PMI, un segmento parzialmente esplorato nel dibattito internazionale sugli spazi di lavoro post-COVID.

Giulia Alonzo, Oliviero Ponte di Pino

The Impact of Theatre in Prison on the Professionalization of Inmates: The European Project “All Hands on Stage”

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

The aim of this paper is to underline what are the opportunities and the challenges for professionalising prison theatre activities for inmates in Europe. The project “All Hands on Stage - Theatre as a Tool for the Professionalisation of Inmates” (AHOS), a professional theatre training program for inmates funded by the European Community and led by the Italian company “Teatro dei Venti”. Its aim is to establish and implement best practices for professional training and employment in the theatrical sector within the prison context. The project creates pathways to train inmates as actors, technicians, costume designers, stagehands, and more, thereby supporting their reintegration into civil society. From the analysis of field observations and interviews with companies and operators, the AHOS project revealed a series of crucial insights concerning the role of theatre in the professionalisation of inmates. The findings from the project show that, under the right conditions, theatre can evolve from a simple pastime into a meaningful pathway for professional development and rehabilitation.

Melissa Morello

Coltivando Diritti. Agricoltrici in Burkina Faso, Italia e Senegal

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

L’autrice analizza il ruolo delle donne agricoltrici in Italia, Burkina Faso e Senegal, evidenziando le differenze socioeconomiche e culturali che influenzano le loro condizioni di lavoro e il loro contributo allo sviluppo agricolo e sociale. Attraverso il capability approach e un approccio intersezionale, la ricerca esplora le disuguaglianze di genere nell’accesso a risorse, formazione e microcredito, sottolineando la marginalizzazione e l’invisibilità del lavoro agricolo femminile. Basandosi su ventuno interviste qualitative e dati quantitativi, l’autrice mette in luce la resilienza e le strategie di empowerment adottate dalle agricoltrici per superare le difficoltà, conciliare lavoro e vita privata e promuovere innovazione e sostenibilità. I risultati indicano che, nonostante i progressi, persistono sfide legate alle norme patriarcali e alla mancanza di supporto istituzionale, ma l’agricoltura resta un settore cruciale per il miglioramento delle condizioni di vita e l’emancipazione delle donne.

Laura de Angeli, Samuele Montibeller, Giorgio Osti, Maria Zamperetti

Gli orti rurali come esperienze di agricoltura sociale diffusa: il caso del Polesine

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

In Italia si parla diffusamente di orti urbani, ma questi esistono anche in aree prevalentemente rurali. Il paper riguarda i risultati di una ricerca sugli orti sociali della provincia di Rovigo. Ne sono stati censiti undici mostrando una buona diffusione sul territorio provinciale e una elevata varietà delle forme organizzative. L’ipotesi di lavoro parte dall’assunto teorico di Granovetter che i legami deboli, che si formano negli orti, producano una socialità capace di aprirsi a terze persone e ai servizi del territorio. I risultati ottenuti con una metodologia qualitativa indicano che alcuni orti del Polesine, grazie ad una organizzazione flessibile latamente istituzionalizzata, riescono ad incorporare attenzioni a fasce della popolazione bisognose di cura.

Sabina Polidori, Alessandra Cornice, Alessandra Innamorati

Rigenerazione territoriale-comunitaria e agricoltura sociale: le esperienze degli orti sociali

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

Nel tempo, la rigenerazione territoriale è stata al centro di politiche pubbliche in contesti rurali, urbani e periurbani, con l'obiettivo di promuovere inclusione sociale, educazione, sostenibilità ambientale e riqualificazione. In questo quadro, le istituzioni hanno favorito partenariati pubblico-privato, coinvolgendo cittadini e associazioni per sviluppare nuovi legami relazionali e reti collaborative. Un esempio significativo di questi processi sono gli orti urbani e periurbani, intesi come spazi di coltivazione, ma anche come luoghi di sperimentazione civica, coesione comunitaria e innovazione sociale. Il presente articolo riporta i risultati iniziali di una ricerca sull’agricoltura sociale e la rigenerazione rurale, periurbana e urbana. Partendo dal paradigma dell’economia civile e dall’ecologia integrale, lo studio analizza quattro esperienze – OrtiAlti a Torino, Le Serre dei Giardini a Bologna, Orti Urbani San Miniato (Siena) e l’Orto Sociale di Ponticelli a Napoli – per esplorare come gli orti civici, intesi come dispositivi multifunzionali, promuovano coesione sociale, inclusione, educazione e innovazione civica. Tali esperienze si inseriscono nelle riflessioni del Piano d’Azione Europeo per l’Economia Sociale (2021-2030), dei Patti di collaborazione promossi da Labsus e delle pratiche di amministrazione condivisa. Il contributo propone una cornice teorica e analitica per leggere queste esperienze territoriali, evidenziando la disomogeneità nei processi di compartecipazione e i limiti delle politiche pubbliche nel valorizzarle pienamente. Si sostiene la necessità di ripensare le politiche di rigenerazione, riconoscendo il potenziale trasformativo degli orti e di altri spazi civici per uno sviluppo sostenibile, civile e integrato.

Francesco Di Iacovo, Roberta Moruzzo, Leonardo Catena, Giulia Granai

Invecchiamento attivo e pratiche di agricoltura sociale: Interventi Assistiti con Animali per anziani in Residenze Sanitarie Assistenziali

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

La crisi della natalità e l’allungamento della speranza di vita stanno determinando in Italia profondi cambiamenti socio-demografici che, in prospettiva, mettono in crisi la sostenibilità finanziaria del già fragile sistema di welfare. Per affrontare questi processi diviene sempre più urgente la necessità di introdurre elementi di Innovazione Sociale (IS) nei servizi per gli anziani, che possano favorire l’invecchiamento attivo della popolazione e il contenimento della spesa sanitario-assistenziale destinata a supportare la condizione di non autosufficienza. Tra gli interventi di IS si focalizza l’attenzione sugli interventi di green care rivolti agli anziani, tra i quali rientrano le attività di inclusione sociale, come l’orticoltura o il giardinaggio, o le pratiche di agricoltura sociale, tra cui gli Interventi Assistiti con Animali (IAA). Il caso studio analizzato è quello del progetto europeo IN-HABIT, attivo nella città di Lucca, che esplora diversi aspetti della relazione uomo-animale con l’obiettivo di co-progettare soluzioni innovative capaci di valorizzare l'interazione tra animali e persone in contesti urbani. Tra le iniziative realizzate, rientra un progetto di IAA condotto in due Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) della città. Il servizio è stato co-progettato con il coinvolgimento di stakeholder dei diversi settori interessati; le attività e gli esiti raggiunti in termini di benefici sugli utenti sono stati valutati tramite due Focus Group, uno in fase iniziale e uno alla fine del progetto svolto. Si è ipotizzato che la co-progettazione di questi interventi potesse essere utile a una migliore impostazione delle attività e, di conseguenza, al raggiungimento degli obiettivi per gli utenti. Dalla discussione sono emersi risultati positivi e alcune criticità sia nella parte organizzativa del progetto stesso e delle attività, sia in termini di impatto percepito degli interventi sugli anziani.

Lo sviluppo e la valutazione di interventi innovativi per rispondere alle esigenze della popolazione di giovani-adulti seguiti dai servizi di salute mentale rappresenta una priorità per i sistemi sanitari contemporanei. Allo scopo di orientare tali interventi all’inclusione, alla destigmatizzazione e al coinvolgimento della comunità, il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL CN1 ha sviluppato il Progetto Vineyard: una sperimentazione pilota nature-based cui hanno partecipato un gruppo di giovani utenti dei servizi, una realtà viticola locale, un istituto scolastico e altri attori sociali del territorio. La cornice teorica entro la quale si inscrive il progetto è incentrata sulla nozione di «paesaggio terapeutico» e sulle proprietà emergenti di spazi e relazioni che qualificano taluni contesti come luoghi abilitanti. L’intervento pilota e una successiva edizione sono stati accompagnati da una ricerca etnografica per valutare l’iniziativa in termini di processo, ricostruendo il “come” e il “perché” dei risultati osservati.

Carla Moretti, Giuseppina De Angelis, Valentina Artoni, Paola Riolo, Danilo Gambelli, Maria Chiara Battistelli, Egea Latini, Elena Bianchini

Percorsi di ricerca valutativa in agricoltura sociale: l’inclusione sociolavorativa nell’ambito dell’autismo

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

L’agricoltura sociale offre servizi innovativi che possono rispondere efficacemente alla crisi dei sistemi di welfare e alla crescente richiesta di personalizzazione dei servizi sociosanitari. Nell’ambito dei percorsi di inclusione sociolavorativa delle persone con Disturbo dello Spettro dell’Autismo (ASD), il lavoro in agricoltura rappresenta una forma d’inclusione sociale sia in un’ottica riabilitativa che in una visione di miglioramento della qualità della vita. Il contributo presenta il percorso di ricerca valutativa, realizzato nella Regione Marche, nell’ambito di un progetto di inclusione sociolavorativa delle persone con ASD nelle aree rurali. Oltre alla descrizione degli obiettivi e del quadro metodologico, verranno illustrati gli strumenti del percorso valutativo e i risultati emersi. Nello specifico la valutazione ha indagato le dimensioni di analisi relative alle seguenti aree: le aziende agricole, le persone con autismo e le famiglie, il sistema di rete territoriale.

Nadia Francia, Marta Borgi, Aldina Venerosi Pesciolini, Flavia Chiarotti , Francesca Cirulli

Il SOIA come strumento innovativo per la valutazione dei percorsi di inclusione socio-lavorativa in agricoltura sociale

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

L’agricoltura sociale è sempre più riconosciuta come elemento di innovazione sociosanitaria, grazie al suo potenziale nell’inserimento sociale e lavorativo di persone con disabilità mentale e/o in condizioni di svantaggio. Tuttavia, la ricerca e la valutazione quantitativa in questo ambito sono ancora agli inizi, e le evidenze sugli effetti su comportamento e abilità sociali e lavorative restano limitate. Questo contributo descrive lo “Strumento Operativo per l’Inserimento socio-lavorativo in Agricoltura – SOIA”, adottato nel Progetto Territori Solidali Organizzati – TSO (Regione Lazio, PO FSE 2014-2020) per monitorare i percorsi personalizzati di inclusione socio-lavorativa di 25 partecipanti con fragilità o disagio psichico, selezionati e presi in carico dalle aziende agricole partner. L’analisi dei questionari SOIA ha evidenziato l’efficacia dei percorsi, confermando lo strumento come valido supporto per valutare e monitorare abilità e comportamenti lavorativi nei contesti di agricoltura sociale.

Maurizio Busacca, Olga Tzatzadaki

Turismo Rurale e Agricoltura Sociale: un’esplorazione delle possibili sinergie

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

La potenziale integrazione tra turismo rurale (TR) e agricoltura sociale (AS) rimane un tema ancora poco approfondito. Da un lato, il TR può generare redditi supplementari per gli agricoltori sociali; dall’altro, l’AS offre ai turisti esperienze autentiche e sostenibili. La realizzazione di sinergie tra i due settori è però ostacolata da barriere normative e da una governance frammentata. Politiche di supporto e una collaborazione intersettoriale efficace si rivelano quindi imprescindibili per massimizzare i benefici derivanti dall’interazione tra TR e AS, attraverso la creazione di reti inclusive in grado di favorire resilienza economica e benessere sociale. Il presente studio, che esamina i casi delle Dolomiti Bellunesi e di Bassano del Grappa, analizza l’influenza esercitata dalle politiche e dai processi di governance su questa relazione. I risultati evidenziano come l’integrazione di TR e AS possa contribuire alla rivitalizzazione delle economie rurali e al rafforzamento della coesione sociale, a condizione che siano adottati quadri normativi chiari e garantito un accesso adeguato alle risorse.

Federica Viganò, Francesca Uleri, Alessandra Piccoli, Susanne Elsen

Multifunzionalità come costruzione territoriale: tensioni e contraddizioni tra istituzionalizzazione e pratica dell’agricoltura sociale in Alto Adige

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

Promuovere l’agricoltura sociale implica la necessità di rivedere il modo in cui le imprese, le istituzioni, e la società civile si rapportano nei processi di creazione e distribuzione di beni pubblici. La produzione di tali beni non può essere ricondotta a capacità di singoli attori, ma dipende dalla capacità delle istituzioni e del sistema territoriale di legittimare, supportare, e connettere innovazioni isolate che già si muovono sulla pratica al fine di valorizzare la valenza pubblica dell’operato. Il quadro di istituzionalizzazione delle pratiche di agricoltura sociale si intreccia a pratiche promosse da aziende agricole e altre realtà, che spesso vanno oltre quanto previsto dal quadro istituzionale. Attraverso un focus sul caso altoatesino, il contributo esplora continuità e contraddizioni tra l’agricoltura sociale istituzionalizzata e la pratica mettendo in luce processi di risignificazione sociale dell’agricoltura e potenzialità di sviluppo territoriale.

Maria Chiara Pedroni, Luca Pavani, Riccardo Bavastro

Ecosocial work in azione: il contributo dell’agricoltura sociale allo sviluppo sostenibile

WELFARE E ERGONOMIA

Fascicolo: 1 / 2025

Il contributo presenta i risultati di un progetto di ricerca volto ad analizzare esperienze di agricoltura sociale presenti sul territorio italiano secondo la prospettiva dell’ecosocial work, prospettiva che considera in modo olistico gli ambienti di vita e promuove concezioni del servizio sociale tese alla sostenibilità. All’interno di un più ampio progetto di ricerca PRIN sul lavoro ecosociale in Italia, il presente contributo analizza sei casi di agricoltura sociale indagando: il ruolo attribuito all’ambiente, il coinvolgimento delle persone beneficiarie, e il ruolo degli attori coinvolti. I dati, raccolti attraverso interviste semi-strutturate e analizzati secondo il metodo dell’analisi tematica, rilevano come le esperienze di agricoltura sociale siano uno spazio privilegiato per pratiche di ecosocial work, mostrando sfide e opportunità per il servizio sociale nella costruzione di politiche locali sostenibili e le potenzialità di una visione olistica.