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Recensioni

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2010

Fabio Rapisarda

L’identificazione proiettiva nella prospettiva della psicoanalisi contemporanea

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2010

In questo lavoro l’autore sostiene la necessità di una revisione del concetto di identificazione proiettiva. Questo meccanismo di difesa, inizialmente coniato da M. Klein ed alla base del Disturbo Paranoideo di personalità, viene rivisto, secondo un ottica relazionale, sia in chiave teorica che clinica e viene proposto di rinominarlo "identificazione intersoggettiva". Partendo dalle recenti scoperte delle neuroscienze e dell’infant research, viene evidenziato come l’identificazione proiettiva costituisca una modalità relazionale fisiologica nelle prime fasi del rapporto madre-bambino e come poi possa diventare disfunzionale nella crescita se non viene sostituita da meccanismi difensivi più maturi. Viene successivamente sviluppato un nuovo modello teorico che ha ovviamente una sua incidenza nel trattamento delle patologie nelle quali l’identificazione proiettiva è presente in maniera determinante.

Il presente lavoro tratta del rapporto tra la psicoanalisi e la teoria della complessità, un’impostazione epistemologica che si è andata sviluppando negli ultimi decenni. Si sostiene che il contributo teorico necessario sia da individuare nello studio della logica sottostante il campo di indagine della psicoanalisi, in questo modo si individuano i concetti di non-linearità, di autopoiesi e di ologramma del campo analitico che devono essere tenuti presenti per comprendere appieno la natura reale dei fenomeni studiati. La psicoanalisi potrà così dare il suo contributo alla teoria della complessità proponendo nuovi sviluppi di senso. Psicoanalisi e complessità potranno così entrare in un rapporto conviviale che feconderà en- trambe le discipline.

Giulia Cavalli

Tu chiamale se vuoi.. Emozioni

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2010

Cosa sono le emozioni? Che funzionalità hanno per l’uomo? Quale ruolo gioca la relazione nello sviluppo della capacità di vivere le emozioni? Che utilizzo fa il terapeuta delle emozioni del paziente durante il processo analitico? Si tratta di domande importanti, le cui risposte mettono in luce le sottostanti idee di uomo e di cura. L'A. avvia una riflessione sulle concezioni attuali di emozione e competenza emotiva e sui risultati delle ricerche in questo ambito, proponendo una visione differente del significato delle emozioni e del vivere le emozioni, alla luce della teoria dei sistemi dinamici non lineari, nell’ottica dell’epistemologia della complessità.

Antonino Ferro

Pensiero onirico e teoria del campo

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2010

L’Autore, attraverso delle vignette cliniche, descrive i punti chiave del proprio modello clinico e traccia il suo modello di mente: "thinking-feeling-dreaming". Il concetto di campo analitico, come vero e proprio luogo d’incontro emotivo e di trasformazione psichica, così come il pensiero onirico della veglia, si collocano al centro del lavoro analitico. Secondo l’Autore, il campo accoglie e genera quelle turbolenze protoemotive che le funzioni alfa del campo alfabetizzano di continuo; il lavoro del campo consente poi lo sviluppo degli apparati per sognare, sentire e pensare. In questa prospettiva, una narrazione clinica con un alto grado di insaturità risulta essenziale per favorire il moltiplicarsi dei punti di vista, cosicché il campo analitico possa diventare matrice di storie possibili. In questo modo l'"impensabile" diventa una storia condivisa, attraverso una serie di passaggi emotivi che permettono di nominare ciò che il paziente non ha potuto fin lì rappresentare.

L’Autore descrive inizialmente il lavoro clinico portato avanti negli anni da George Downing, ne esplicita i referenti teorici sottostanti, con particolare riferimento al concetto di "memoria procedurale" quale costrutto spiegativo della qualità interattiva che caratterizza ogni relazione umana fin dai primi giorni di vita. In un secondo tempo prova ad inserire tale concezione all’interno di una prospettiva più ampia che si colloca, da un punto di vista epistemico, nella teoria dei sistemi complessi dinamici e non lineari. La motivazione del sistema-soggetto, in quest’ottica, non è data dal tentativo di creare o mantenere i legami con l’oggetto, ma dal ricercare o riconquistare lo stato di "coerenza sistemica" in un processo creativo e continuo. Anche il concetto di "riconoscimento" viene rivisitato secondo questa prospettiva prendendo le mosse dalla descrizione che ne diede Hegel nella sua Fenomenologia dello spirito e nella descrizione del processo dell’autocoscienza. Si desume che l’esplicitazione dei referenti teorici impliciti dell’analista sia condizione sine qua non per dare vita, all’interno del processo analitico, ad un percorso che fondi la presenza ai propri stati interni e quindi a sé stesso del soggetto.

George Downing

La video microanalisi nella terapia della coppia madre-bambino

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2010

In occasione di un "incontro/confronto" organizzato dalla SIPRe a Milano il 21 febbraio 2009, George Downing ha illustrato il trattamento tramite video microanalisi di una coppia madre-bambina ricoverata nella clinica universitaria di Heidelberg. La madre, una donna abusata e gravemente traumatizzata durante la propria infanzia, rivela all’AAI di non avere elaborato la perdita traumatica di alcune importanti figure di riferimento e di andare incontro a fenomeni di micro dissociazione quando vengono evocate nel discorso. Nel video dell’interazione madre-figlia si notano con particolare rilievo la disfunzionalità del comportamento materno e le strategie di adattamento della figlia. Messa di fronte a questa evidenza, la madre comprende meglio le ragioni della difficile intesa fra loro e ha la sensazione di "aprire una specie di porta".

Alberto Lorenzini

Editoriale

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2010

A cura di Simonetta Soldani, Gabriele Turi

Schede

PASSATO E PRESENTE

Fascicolo: 79 / 2010