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Francesca Lagomarsino, Jacques Ramirez

I coyotes del Pacifico. Quito-Los Angeles A/R

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 2 / 2009

In questo contributo presentiamo la storia di Luis (l’intervista qui riportata è stata raccolta a Quito nel 2008, dopo il suo rientro in Ecuador), giovane migrante ecuadoriano in transito verso gli Stati Uniti. Luis ha attraversato per alcune settimane paesi diversi, utilizzando mezzi di trasporto diversi, spesso nascondendosi, insieme ai suoi compagni, per non farsi prendere dalle polizie di frontiera dei numerosi paesi di transito. L’esperienza di Luis insieme a quella di migliaia di ecuadoriani e altri latinoamericani ripercorre quella che in letteratura viene definita "migrazione di transito". Partendo dall’esperienza di questo giovane migrante vogliamo qui riflettere sul significato che negli ultimi anni hanno assunto i cosiddetti "paesi di transito", paesi cioè che per la loro posizione geografica vengono attraversati da potenziali migranti diretti verso i paesi sviluppati del nord Europa o del nord America. Ci troviamo all’interno di un tema molto complesso, non a caso ad oggi non esiste una definizione universalmente accettata dei termini "migranti in transito" e i "paesi di transito" e soprattutto non esiste nel diritto internazionale una categoria specifica che li identifichi. Tuttavia il dibattito sul tema è oggi molto intenso non solo a livello accademico ma soprattutto a livello politico poiché la questione sul ruolo svolto dai paesi di transito nel controllo e nella gestione dell’immigrazione irregolare (come si può osservare nel caso degli accordi tra Italia e Libia) appare sempre più centrale e determinante. Come si può facilmente intuire la preoccupazione politica attorno al ruolo dei paesi di transito è strettamente legata alle ansie sicuritarie e di controllo dei paesi ricchi loro confinanti; si parla di paesi di transito per lo più da un punto di vista di politiche migratorie restrittive che cercano di bloccare flussi in entrata percepiti come pericolosi e sostanzialmente non desiderati. È infine importante sottolineare che l’inasprimento dei controlli alle frontiere e le enormi difficoltà di accesso legale hanno agevolato lo sviluppo di un’industria della clandestinità, in cui coyoteros, chulqueros, intermediari di vario tipo sono diventati soggetti indispensabili. In questo senso il caso del cammino verso gli Stati Uniti è paradigmatico: più i controlli si sono inaspriti e più si è sviluppato un sistema capillare e organizzato di gestione dell’immigrazione illegale. E così proprio quei paesi che retoricamente si dichiarano in lotta contro i trafficanti di esseri umani sono i primi a incrementare lo sviluppo di queste organizzazioni, attraverso politiche evidentemente fallimentari che non riescono a bloccare gli arrivi dei migranti ma rendono altamente rischioso il viaggio e violano i loro diritti innanzitutto come esseri umani.

Noel Criado

Messico. Frontiera Sud

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 2 / 2009

Mentre i governi messicani tanto del passato quanto del presente si sono sempre preoccupati di implementare riforme migratorie con gli Stati Uniti (basato sulla situazione legale degli emigranti messicani e sul loro diritto di sicurezza personale), il confine meridionale del Messico sembra essere oggi un lembo di terra dimenticata dove i diritti umani di migliaia di migranti sono quotidianamente violati. Trafficanti di droga, corruttori e membri di bande sono tra i principali protagonisti in questi territori costantemente all’ombra del loro fratello maggiore: il confine nord del paese.

Nel presente articolo si propone una riflessione teorica ed etnografica sulla ‘violenza giovanile’ e sulla rappresentazione sociale che se ne dà nello spazio pubblico della periferia di Barcellona. La riflessione nasce da uno studio sull’uso degli spazi pubblici e sulle pratiche culturali di giovani, in particolare latinoamericani, a L’Hospitalet de Llobregat, città periferica ed industriale dell’Area Metropolitana della capitale catalana. Nel testo si prende in considerazione in modo specifico il caso delle organizzazioni giovanili della strada di origine latinoamericana, denominate dai mezzi di comunicazione e dall’opinione pubblica ‘bande latine’. La nostra proposta si basa sulla de-criminalizzazione delle ‘bande’ e di altri collettivi stigmatizzati per provare a lavorare con questi gruppi rispetto a valori positivi dal punto di vista educativo. Sosteniamo che siano i valori (frutto dell’habitus, nel senso dato da Bourdieu) che si situano dietro le pratiche violente e gli conferiscono validità. Analizzare le pratiche violente in profondità significa elaborare discorsi sui valori soggiacenti e creare un dibattito all’interno dei gruppi giovanili, che è ciò che un buon intervento sociale dovrebbe stimolare.

Agostino Petrillo, Palmas Luca Queirolo

"Andando tranquilli verso la notte?" Discutendo con Mike Davis su Obama, la crisi, le frontiere..

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 2 / 2009

Mike Davis è uno dei più originali sociologi urbani americani degli ultimi decenni. A partire da un testo divenuto ormai classico La città di quarzo, uscito nel 1990, in cui ricostruiva la storia urbana di Los Angeles in chiave di grande disutopia della dispersione spaziale e del controllo sociale, egli ha prodotto tutta una serie di lavori che hanno al loro centro il tema delle trasformazioni delle metropoli contemporanee e il ruolo che in esse giocano le lotte e i movimenti dei migranti. Il presente contributo si interroga, utilizzando la forma dell’intervista, sui temi delle frontiere, della crisi con le sue ricadute sulle vite dei migranti, sulle nuove opzioni politiche sul tema aperte dalla presidenza Obama.

Dimitris Papadopoulus, Vassillis Tsianos

L’autonomia delle migrazioni

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 2 / 2009

Questo contributo sviluppa un approccio in termini di autonomia delle migrazioni all’interno della contemporanea mobilità transnazionale. In particolare, l’ontologia politica di Deleuze e Guattari ed il concetto di divenire sono usati per articolare una pratica politica nella quale gli attori sociali mobili rifuggono dalle loro rappresentazioni normalizzate e ricostituiscono loro stessi lungo il cambiamento delle condizioni della loro esistenza sociale e materiale. Chiamando in causa la ricerca militante sulla migrazione contemporanea in Europa Meridionale, e considerando molti studi di caso sulla mobilità dei clandestini e la ricerca esistente nel campo della sociologia di migrazione discutiamo qui come i diversi movimenti migratori autonomi sfidano le condizioni attuali della sovranità europea. Per esempio viene discusso come le comunità locali e le micro-economie emergono come un risultato dell’attraversamento di confine, come le differenti autorità statali modifichino le loro pratiche di sorveglianza e di detenzione a seconda dei flussi migratori, ed infine a come gli emigranti si trasformano e cambiano costantemente pratiche ed alleanze per sostenere il loro percorso personale di mobilità. I consistenti flussi di lavoratori migranti costituiscono una forza politica anonima ed indefinita, chi arriva in un nuovo contesto pur essendo uno sconosciuto rappresenta una forza sufficientemente potente per sfidare il bilancio delle governance contemporanee.

Il ricorso massiccio a campi (di detenzione, identificazione, accoglienza, ecc.) sembra essere la principale risposta istituzionale per governare il movimento di soggetti a vario titolo !fuori posto". L’articolo prende le mosse dalla proliferazione di centri di confinamento che investe la superficie striata del presente: esplora la continuità tra manifestazioni all’apparenza opposte di campo, ne rilegge la diffusione globale in base al più generale processo di deterritorializzazione dei confini del presente, e ne suggerisce una specifica produttività, come dispositivi che incombono su soggetti displaced ratificandone una costante internabilità e deportabilità. I campi, in questa prospettiva., emergono come snodi di un apparato di cattura che più che definire un’esclusione radicale produce forme di inclusione differenziali all’interno di una superficie problematicamente unificata.

Jorge Durand

Le asimmetrie del potere. Politiche migratorie fra Messico e Stati Uniti

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 2 / 2009

Nel corso degli ultimi 100 anni l’azione politica del Messico ha attraversato cinque fasi: i primi decenni del ventesimo secolo con l’attuazione di interventi finalizzati a dissuadere i potenziali migranti dal lasciare il Messico; una politica di negoziazione durante e dopo la seconda guerra mondiale; un approccio orientato al "laissez faire" negli anni ’70 ed ’80, una politica della "limitazione dei danni" negli anni ’90; infine le proposte ed i discorsi centrati sulla "responsabilità condivisa". Questo contributo esamina ogni fase e come queste abbiano dato forma alle contemporanee modalità di relazione tra gli Usa ed il Messico in relazione ai processi migratori e alla direzione delle politiche migratorie del Messico.

Nel Sahara, i migranti africani lungo la loro strada per la Libia o l’Europa sviluppano una forma specifica di territorialità basata sulla paura della "diversità" e dell’"esteriorità" dell’ambiente geografico che transitano. Le costruzioni territoriali che sono il risultato di questo contribuiscono alla trasformazione del modo in cui tali spazi di transito funzionano così come alle attività che hanno luogo in queste oasi e le infrastrutture che emergono come risposta al crescente traffico trans-sahariano. L’analisi della territorialità e della socialità dei migranti durante il loro arrivo e permanenza in Agadez e durante il loro passaggio successivo attraverso l’Erg del Ténéré permette di studiare come i flussi migratori che passano attraverso il Sahara lasciano la loro imprint socio-spaziale su queste oasi di transito.

Ulrich Beck

L’Europa cosmopolita. Realtà e utopia

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 2 / 2009

Nell’articolo l’autore osserva come il contemporaneo modello d’Europa debba essere riconsiderato data l’assenza di una narrazione politica che lo sostanzi e del venire a meno l’insieme delle istanze che ne giustificavano originariamente l’esistenza. L’Unione Europea si fonda su una storia del no, sulla negazione piuttosto che sull’affermazione: l’Europa non è uno Stato, non è una Nazione, non è un’organizzazione internazionale, non è questo né altro. Proprio a causa di questa identificazione basata sulla negazione l’Unione Europea rimane un corpo politico tronco ed estraneo ai suoi stessi cittadini. L’Europa deve essere oggi ancora concettualmente capita e allo status quo non rappresenta che l’ultima utopia politica sopravvissuta. Per superare questo empasse è necessario muoversi verso la concezione di un realtà cosmopolita dell’Europa. È proprio su questo shift che si concentra l’attenzione dell’autore che discute proprio come questo nuovo sguardo sia indispensabile per comprendere questa forma storica unica di comunità internazionale.

Marco Pini, Alessandro Rinaldi

Le attività reali e finanziarie delle famiglie: un'analisi a livello provinciale

RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO

Fascicolo: 3 / 2009

Real and Financial Assets of Households: An Analysis at Provincial Level - This paper has two objectives. The former is to describe the methodology for estimating household wealth at provincial level adopted by Tagliacarne Institute. In particular, it aims to explain the reasons for which estimates are restricted to real * Gli autori ringraziano il Prof. Paolo Quirino per gli utili suggerimenti forniti. Le opinioni espresse riflettono esclusivamente il pensiero degli autori e non impegnano in alcun modo la responsabilità degli Istituti di appartenenza. ** Istituto di Studi e Analisi Economica - ISAE. *** Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne. (bonds, shares and other equity), and technical reserves (pension funds, insurance technical reserves, etc.), concerning financial assets. The latter is to verify the reliability of the estimate by the comparison of corresponding results with other economic variables. Methods and Results It was applied a regressive model finalized to define the relation between the results of the estimation and other aggregates (employment, added value, income) calculated by the National Institute of Statistics and the above mentioned Tagliacarne Institute. The correlation was generally high and in most cases the statistical tests adopted have confirmed a close interdependence existing between provincial household wealth and respective economic variables. Conclusions Comparing theoretical data derived from the model with actual data, the discrepancies between North and South areas appear considerable. The northern provinces show actual values higher than theoretical ones (especially with regard to financial items), while the southern provinces, generally less developed, present a large proportion of real estate and, on the whole, actual values very low. The conclusion of the research is that it could be utilized for monitoring methods and results derived from the estimate.

JEL: C13, D31, R20

Gian Pietro Zaccomer, Elena Marton

L'indagine di customer satisfaction camerale: un caso di studio per una differente prospettiva di analisi

RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO

Fascicolo: 3 / 2009

The Customer Satisfaction Survey for a Chamber of Commerce: A Case Study for a Different Perspective of Analysis - The present paper aims at analysing the Customer Satisfaction Survey (CSS) dataset of an Italian Chamber of Commerce. This dataset has been collected in years 2006-2007 and previously analysed considering the SERVQUAL method. The idea here is to consider an alternative approach allowing for ordinal qualitative variables. Methods and Results The adopted method is a politomic generalization of Rasch model: the Partial Credit Model. The paper focuses on results regarding a single office, but all other analyses confirm these results: the complete analysis shows that the supplied questionnaire are generally valid identifying some minor issues only. Conclusions The paper concludes with some suggestions to improve the quality of the CSS as the reduction of Likert scale levels, the introduction of "extreme" items (allowing for better measures identification), and, last but not least, the necessity of adoption of a better sample selection method.

JEL: C19, H41, M31

Stefania Tonin, Margherita Turvani, Anna Alberini

Bonifica, recupero e valorizzazione delle aree industriali dismesse e contaminate: percezioni e preferenze dei cittadini

RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO

Fascicolo: 3 / 2009

Cleaning up, Redevelopment and Reuse of Vacant Contaminated Industrial site: People’s Perceptions and Preferences - The aim of this paper is to investigate people’s perception and preference for the remediation and reuse of industrial brownfields sites. Other main objectives are to investigate if people know about abandoned and contaminated sites and if they understand the potential beneficial effects deriving from cleanup and reuse of these sites. Moreover we want to understand if people perceive soil and water contamination and if they consider themselves exposed to environmental risks caused by contaminated sites. Do they support remediation and reuse initiatives? What are their preferred reuse options? Method and Results In order to understand people’s opinions we have administered a questionnaire to the residents in the surroundings of Venice. The questionnaire was selfadministered by the respondents using computers and we collected 400 questionnaires. Conclusions We find that people are very familiar with the problem of contaminated and abandoned sites and they are mainly worried about the effects of contamination on human health and on the general environment. Furthermore, they strongly support future public reuse programs like green parks, cultural and other recreational facilities. They don’t appreciate industrial and other productive reuse alternatives.

JEL: Q53, R52, I18

Brugnoli Brugnoli

L'ISEW applicato alla Lombardia: pregi, limiti e indicazioni di policy

RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO

Fascicolo: 3 / 2009

An ISEW application to Lombardy: merits, limits and policy implications - This study analyses the evolution of well-being in Lombardy for the period 2000-2004. Methods and Results In order to measure well-being in Lombardy we used the ISEW (Index of Sustainable Economic Welfare) in the version produced by the New Economics Foundation. The ISEW is an index derived from a series of corrections and amendments to GDP, made with the aim of obtaining a comprehensive measurement which takes into account income distribution, environmental sustainability, and wealth stocks, and is immediately comparable with the indicator of regional income. Economic quantification of the components of the ISEW necessitated the use of discrete methodologies, in particular for determining the shadow prices of resources. The results also depend at least in part on these discretional elements. Over the period studied the ISEW for Lombardy was found to outperform per capita GDP, though this performance was not evenly distributed across all the components considered. Conclusions The analysis shows that economic growth achieved during 2000-2004 was not at the expense of sustainability; on the contrary, the development model looked carefully at the most crucial factors affecting sustainability itself. The study concludes by presenting some considerations on the possible use of this index for monitoring the impacts of regional policies.

JEL: I31, R11

Giovanni Marini

Alcune proprietà dei cicli industriali regionali italiani in una prospettiva storica

RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO

Fascicolo: 3 / 2009

Alcune proprietà dei cicli industriali regionali italiani in una prospettiva storica

Keywords: regional business cycle, dynamic factor model, regional development model

Parole chiave: analisi del ciclo regionale, modello fattoriale dinamico, modello di sviluppo Territoriale

L'impronta dei laici sulla città devozionale: gli interventi pubblici e privati in edilizia a Milano tra inizio della dominazione spagnola e peste manzoniana - The laical mark on the devotional city: public and private intervention in Milan between the beginning of Spanish domination and Manzoni’s plague The article is aimed to stress the importance of laical action in the building and infrastructural sectors in the period between the second half of 16th century and the pla- gue of 1630. One of the major interventions in this sector was the reconstruction of the city wall, about which the article accounts of a number of important data. This, with other important works carried out in the same period, induces to reconsider the role played by laics, intended as both public institutions and private, in reshaping the urban structure of Milan. The article also gives back to building sector a role of first importance in sustaining the growing phase in Milanese economy, towards a traditional approach that tends to consider this period less dynamic if compared with both precedent and subsequent ones and almost entirely characterised by the initiative of ecclesiastics.