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Editoriale

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2004

Salvatore Geraci

Le politiche socio-sanitarie per gli immigrati in Italia: storia di un percorso

SALUTE E SOCIETÀ

Fascicolo: 2 / 2004

Salvatore Geraci illustrates, through the analyses of different laws, the most important steps of social and health policies in Italy. He believes that this process started under a general unawareness. In time, we became more and more aware of immigrants social and health needs and we reached, recently, a coherent policy on this subject. From a situation of emergency we have now reached a situation characherized by promotion and recognition of this right. An integration between social and health policies is necesseary because, as many epidemiological reports show, social vulnerabily is still the most important risk factor for immigrants health. Moreover, their gradual inclusion in the social, economic and cultural system, represents the best way to promote health and wellbeing in the community.

L’articolo descrive le fasi fondamentali di una psicoterapia psicoanalitica a lungo termine con una paziente affetta da schizofrenia paranoide che, dopo quindici anni di cronicità e un intervento combinato, richiede un trattamento individuale, nel contesto di un servizio pubblico milanese. Il decorso della paziente, presente fin dalle origini della costituzione dell’équipe terapeutica, viene posto in correlazione all’evo-luzione storica del gruppo curante che, in vari momenti della psicoterapia, funziona da contenimento di aspetti impensabili e caotici, di attivazione di interventi multipli a diversi livelli (farmacologico, psicoeducativo, assistenziale, di supporto familiare) di sintesi e integrazione di aspetti scissi della paziente. Nell’ultima parte vengono presentati i risultati della ricerca empirica condotta su un campione di 5 sedute, che ha l’obiettivo di correlare il percorso clinico realizzato in un contesto naturalistico con una valutazione multidimensionale del processo psicoterapeutico con out-come favorevole, facendo riferimento ad alcuni fondamentali modelli elaborati dalle ricerche sulle psicoterapie psicodinamiche: Il CCRT di Luborsky, la DMRS di Perry, la RA di Bucci e l’IVAT di Lingiardi.

Laura Vanzulli, Francesca Delucchi

Trauma della memoria e memoria del trauma: l'uso delle difese nella relazione di cura

SETTING

Fascicolo: 18 / 2004

La letteratura e la clinica dei disturbi gravi della personalità si interrogano sul grado di veridicità dei ricordi di abuso sessuale infantile recuperati durante un trattamento analitico e sui fattori terapeutici (specifici e aspecifici) che vi entrano in gioco. Anche l’analista esperto rischia in questi casi di essere coinvolto tramite meccanismi scissionali e di identificazione proiettiva come parte integrante dell'organizzazione difensiva della paziente e può contribuire alla fabbricazione di ricordi falsi. Attraverso la presentazione e il confronto di materiale clinico tratto dall’analisi di due donne adulte che hanno attraversato un'infanzia segnata da eventi traumatici (neglect e abuso), sosteniamo che: a) la relazione è il fattore terapeutico aspecifico cardine nel processo di ricostruzione della memoria autobiografica, l'identificazione proiettiva si rivela il fattore specifico che mira al cambiamento strutturale; b) la rievocazione del trauma è possibile soltanto dopo che si sono verificati cambiamenti strutturali significativi nella rappresentazione del Sé e dell'oggetto; c) la terapia è un processo complesso che mira a un cambiamento nel sentire e nel comprendere in rapporto all'esperienza traumatica dell'infanzia, al di là della sua conferma storica.

La premessa di questo lavoro è che la teoria del sogno prospettata da Freud non è direttamente applicabile a quei pazienti, come gli psicotici, il cui stato di integrazione mentale è continuamente variabile. I sogni di questi pazienti mancano, infatti, di associazioni e quindi non è possibile con l’approccio analitico usuale approfondire il loro significato. Riprendendo il contributo di quegli autori che hanno permesso di chiarire la specifica qualità del sogno negli stati psicotici si sottolinea che questi sogni rimandano non al discorso metaforico del lavoro onirico ma alla concretezza della costruzione allucinatoria. Per tale ragione, anche se il significato del sogno appare manifesto all’osser-vatore questo può non essere compreso dal paziente. La recezione del sogno psicotico da parte dell’analista diventa tuttavia un veicolo indispensabile per ottenenere informazioni preziose non altrimenti ricavabili da altro materiale, per comprendere i modi attraverso cui si sta costruendo il sistema delirante e per lavorare analiticamente sul nucleo psicotico. I sogni di questo tipo sono molto utili nel corso della terapia perchè, riconosciuti dall’analista e dal paziente quando questi è ancora in grado di utilizzare la sua mente e successivamente elaborati, possono permettere l’insight e rendere possibile una stabile via d’uscita dalla psicosi. Nel lavoro viene descritta, tra le altre, la terapia analitica di una paziente in cui la comprensione dei sogni ha permesso di ricostruire l’episodio psicotico nel momento in cui minacciava di imprigionarla nuovamente.