RISULTATI RICERCA

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Labeling as a marketing tool of food products: limits and opportunities related with the propensity of consumers towards food labels - Food labels are a source of information and most often the first means for directly connecting with a consumer but its potential is not always well exploited. Labels may be an instrument for establishing product differentiation, differentiation across food categories and within a specific category. The objectives for this study are to quantify the extent of consumer awareness, knowledge and behaviour in relation to food labelling, in order to analyse if labelling is a valid tool of direct shopping aid and what are the limits of labelling effects. To collect data a questionnaire was administered to a sample of 400 consumers living in Campania. Data generated in this way are submitted to exploratory and segmentation analysis in order to understand what drives high or low label element use.

Georges Lapassade, Vito D'Armento

L'etnosociologia

L’etnosociologia rappresenta l’alternativa più accreditata alla sociologia standard, collocandosi a ridosso del lavoro sul campo, completandone l’impianto metodologico. Questo volume, apparso in Francia agli inizi degli anni Novanta, ha colmato il vuoto presente nelle ricerche sul campo fino ad allora praticate. Un testo che si inserisce a pieno titolo nel dibattito attuale sui temi etnografici resi urgenti – in Italia – dalla crisi delle scienze dell’educazione.

cod. 1520.653

Raffaele Felaco

L'etologia umana

RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE

Fascicolo: 11 / 2000

Mario Mirri

Lettera a Francesco Benigno, Pisa 15 gennaio 2015

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 158 / 2017

Il PSI ha esercitato un ruolo marginale nell’Italia repubblicana, conseguenza del fatto di aver avuto, fino alla sua crisi determinata dall’attacco fascista nel primo dopoguerra, una classe dirigente imbevuta di volontarismo e anarco-sindacalismo che hanno minato irrimediabilmente la forza e la capacità di presa del Partito. È il Partito comunista che nell’Italia del secondo dopoguerra svolge una politica socialdemocratica, ma regolato e governato secondo norme antidemocratiche (cooptazione e centralismo), mutuate dall’esperienza bolscevica, norme che impediscono un reale ricambio del gruppo dirigente e ne producono una crescente incapacità di cogliere i mutamenti profondi nella società italiana. Il PCI, di fatto nato nel 1941, nel nuovo quadro politico internazionale, creato dall’alleanza antifascista tra USA, Gran Bretagna e URSS, e diventato politicamente significativo dal 1943, non ha nulla a che vedere con le violenze e gli orrori sociali perpetrati nella Russia bolscevica e durante il terrore staliniano. Questo è il PCI che riesce a guidare i gruppi partigiani e poi l’opposizione di sinistra nell’Italia repubblicana, con l’apporto di giovani quadri che, contrariamente a quanto sostenuto da R. De Felice e da molti altri storici e pubblicisti, non sono passati direttamente dall’adesione al fascismo a quella al comunismo, nel segno di una ininterrotta vocazione per il totalitarismo, ma attraverso un percorso mediato dall’esperienza liberaldemocratica.

Francesco Benigno

Lettera a Mario Mirri, Roma 6 novembre 2014

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 158 / 2017

Questo testo è in realtà una lettera privata scritta da Francesco Benigno a Mario Mirri a commento del suo saggio (L’ultimo servizio del nostro vecchio liceo classico) scritto come postfazione al volume L’impegno di una generazione. Il gruppo di Lucca dal Liceo Machiavelli alla Normale, a cura di M. Mirri, R. Sabbatini, L. Imbasciati, Milano, FrancoAngeli, 2014. Benigno ha accolto la proposta di pubblicare il testo così come è stato scritto, senza nulla cambiare. La discussione si concentra sugli uomini politici e la società italiani nel periodo successivo al secondo conflitto mondiale, concentrandosi in particolare sulla funzione progressista del PCI e sul ruolo degli intellettuali di quel tempo.

Manlio Rossi-Doria

Lettera a Robert Brand

QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria

Fascicolo: 2 / 2010

In questa lettera a Brand, Rossi-Doria riassume le tappe del suo viaggio ed esprime un giudizio generale sulla sua esperienza. Egli è convinto che l’agricoltura americana abbia caratteristiche peculiari e difficilmente possa costituire un "modello" per l’Italia. Gli scambi culturali sono ritenuti essenziali per promuovere lo sviluppo, ma questo dovrebbe seguire tempi e modi adeguati ai singoli contesti territoriali. Il processo grazie al quale, secondo Rossi-Doria, l’influenza americana può diventare realmente efficace nel modernizzare il sistema italiano, dovrebbe essere graduale e basato sulla reciproca comprensione