La cultura moderna che si fonda sulla disinibizione delle tendenze culturali e sull’ete-rodirezione, da una parte sta promuovendo atteggiamenti di maggiore apertura verso la diversità etcnica, dall’altra favorisce la costruzione di nuove forme e rappresentazioni sociali dello straniero. Sempre di più il senso comune e gli stereotipi vengono strumentalizzati per trovare un’immagine dello straniero più possibilmente condivisa e condivisibile dalle masse. Il presente contributo affronta il problema dell’unità e della diversità umane, collocate spesso su una logica che si divide tra numerose polarità: buono/cattivo, bello/brutto, unità/ solidarietà e quello opposto di eterogeneità/conflitto. Nell’ottica della psicologia dinamica, superare la scelta obbligata fra le suddette opzioni significa smettere di pensare l’omogeneità come implicitamente buona e la diversità come "mostruosità". Volendo coniugare i diversi approcci che hanno affrontato il tema delle rappresentazioni sociali, troviamo almeno un punto di convergenza: la rappresentazione sociale si situa tra lo psichico e il sociale; è rappresentazione di sé e degli altri, ora riferita a categorie sociali ora ad un immaginario collettivo che prescinde da coordinate contestuali e culturali.