LIBRI DI ARIANNA ARISI ROTA

The article explores Giuseppe Mazzini’s political vision of the international society of his time. Since his exile dimension and clandestine networking forced him to shape new mental maps and to mobilize flows of men, writings and ideas, Mazzini was extremely sensible to the opportunities deriving from politics breaking States’ borders and adopting wider unconventional perspectives: his découpage of the European international society can thus resemble the spatial découpage operated in the last decades by World History scholars. Common points are considered by merging suggestions coming from recent essays on World History and on Risorgimento with a philological approach to Mazzini’s writings from the years of Giovine Europa to his latest articles of 1871. From a theoretical point of view, two main tools seem to better fit rather than traditional cosmopolitanism his idea of a transnational family of peaceful political communities: the concept of association and the dynamics of transmission of political cultures. The spreading of republican regimes proved a pivot in Mazzini’s geopolitical view, especially when he had to consider the role the United States could play in the American region facing Napoleon III’ s imperialistic expansion in Mexico. And if in Mazzini’s view it was democracy at home which could work as a deterrent to aggressive expansionism abroad, transparency in diplomacy was the real key to a well-ordered and horizontally shaped international society: a perspective worthy of further investigation.

Incentrati rispettivamente sui luoghi e sui linguaggi della pedagogia patriottica nell’Italia unita, i saggi qui pubblicati, frutto di due convegni organizzati a Pavia nel 2008, si soffermano, grazie anche a prospettive e documenti inediti, su due aspetti fondamentali della questione educativa in ottica identitaria: quello dei contesti e dei laboratori e quello delle formazioni discorsive, nel senso delle principali strutture narrative, retoriche e argomentative del post-Risorgimento.

In questi articoli gli autori discutono il recente volume curato da M. Isnenghi ed E. Cecchinato e intitolato Fare l’Italia. Nel primo contributo Albergoni offre una visione generale del testo, oltre ad un confronto con il volume degli Annali Einaudi recentemente pubblicati da Banti e Ginsborg. Nel secondo Fruci si sofferma invece sulla questione del volontariato e della sua ampia diffusione nel quadro di un testo ampiamente orientato su premesse "garibaldinocentriche". Infine Arianna Arisi Rota sceglie il tema del martirio e dell’eroismo quale principale filo conduttore della sua riflessione.

Un momento fondamentale per la storia dell’Italia risorgimentale, quello della costruzione di un esercito nazionale “italico” basato sulla coscrizione obbligatoria, introdotta per volontà di Napoleone Bonaparte e di Francesco Melzi d’Eril nel 1802. L’attenzione è centrata oltre che sulla costruzione dell’esercito, sui protagonisti e sul significato che la pluriennale esperienza vissuta dalle milizie italico-napoleoniche ha avuto nel processo di formazione della coscienza nazionale e del sentimento patriottico risorgimentale.