LIBRI DI CLAUDIO NERI

Franco Borgogno, Alberto Luchetti

Il pensiero psicoanalitico italiano

Maestri, idee e tendenze dagli anni '20 ad oggi

Il libro fornisce una guida comprensiva della psicoanalisi italiana degli ultimi decenni, relativamente agli sviluppi teorici e ai progressi clinici più rilevanti, con particolare enfasi su temi quali il transfert, il trauma, gli stati primitivi della mente e la metapsicologia, sui quali il pensiero psicoanalitico italiano ha dato contributi particolarmente significativi. Una lettura utile sia per studenti interessati a conoscere i temi della psicoanalisi in Italia, sia per analisti esperti che vogliano approfondire la teoria e la tecnica analitica italiana.

cod. 1215.1.42

Claudio Neri, Roberta Patalano

Fare gruppo nelle istituzioni

Lavoro e psicoterapia di gruppo nelle istituzioni psichiatriche

Un autentico manuale per chi voglia costruire progetti e mandare avanti attività di gruppo nell’ambito dell’intervento sul disagio mentale in ambito istituzionale. Un testo ad uso di psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali ed educatori professionali, nonché studenti delle facoltà di Medicina e Psicologia e allievi delle scuole di specializzazione in Psichiatria, Psicoterapia e Psicologia Clinica.

cod. 1215.1.33

Paolo Fabozzi

Forme dell'interpretare

Nuove prospettive nella teoria e nella clinica psicoanalitica

La costruzione e la definizione della realtà psichica, l’analisi del legame, la modulazione del transfert e il ruolo dell’ambiente primario, l’uso della persona dell’analista, l’esperienza dell’essere e del senso di sé, la soggettività e l’interfantasmatizzazione, la tecnica: sono questi alcuni dei nodi e delle problematiche teoriche e cliniche attraversate dalla questione dell’interpretazione, che i saggi raccolti in questo volume propongono al lettore.

cod. 1215.1.17

Alberto Sonnino

La cura psicoanalitica dei casi complessi

Psichiatria e setting psicoanalitico

La letteratura psicoanalitica tende a trascurare quelle situazioni cliniche che, per le loro caratteristiche, espongono al rischio di particolari difficoltà, minacciando la tenuta del setting e la prosecuzione della cura. Questo libro vuole condensare l’esperienza di quasi quarant’anni di attività professionale dell’autore, nel corso della quale, spesso, le problematiche affrontate sono state tali da rendere difficoltoso il mantenimento di un assetto in linea con il modello più tradizionale. Ciononostante, lo sforzo costante è sempre stato quello di non contraddire la passione profonda per il pensiero di Freud e le sue teorie.

cod. 1229.1.9

Alfredo Lombardozzi, Giovanni Meterangelis

Forme della fusionalità

Attualità del concetto

Riproponendo alcuni scritti del libro Fusionalità: scritti di psicoanalisi clinica (1990), opera di un gruppo di lavoro clinico costituito da eminenti psicoanalisti, questo volume presenta una rivisitazione del tema della fusionalità, cercando di individuare alcuni importanti tratti innovativi riguardanti l’uso e lo sviluppo del concetto nella clinica psicoanalitica contemporanea.

cod. 1215.5.4

Robi Friedman, Alessandra Furin

Gestire i conflitti

Dreamtelling, disturbi della relazione e matrice del soldato

Cosa sono i conflitti e come possono essere gestiti? In questo importante lavoro, Robi Friedman, gruppoanalista esperto e clinico specializzato nella risoluzione dei conflitti, presenta i concetti più innovativi e le tecniche più efficaci da lui elaborate. Un testo fondamentale per i gruppoanalisti, ma anche per psicoanalisti, psicoterapeuti e psicologi clinici interessati alla risoluzione dei conflitti.

cod. 1250.319

Chi ha in mente la teoria e la pratica della psicoanalisi classica (duale), quando prova ad immaginare che cosa succede in un’analisi di gruppo, rivolge quasi automaticamente l’attenzione ad alcune idee: transfert multipli, gruppo come rappresentazione della famiglia, gruppalità interna. Francesco Corrao, io stesso e altri psicoanalisti italiani abbiamo messo a punto un modello che è assai distante da questo approccio. I concetti di transfert e contro-transfert sono impiegati soltanto come un’idea che rimane sul fondo della mente del terapista. Il gruppo non è considerato analogo alla famiglia. Non si parla di padre-analista, fratelli-membri del gruppo, madre-gruppo. L’analista e gli altri partecipanti non sono visti, neanche, come "oggetti interni" e non vengono a sovrapporsi a figure intrapsichiche. Il gruppo non è considerato come un piccolo Pantheon formato dalle rappresentazioni delle persone affetti-vamente importanti. Il gruppo è pensato, invece, come una situazione che risuona in modo nuovo in ognuno dei partecipanti; uno spazio psichico più ampio di quelli individuali; un’area di transito tra pensieri individuali e pensieri collettivi; un luogo in cui entrare all’unisono con pensieri senza pensatore.

Rosa Romano Toscani

Conversazione a due voci.

Note sulla supervisione

La supervisione clinica rappresenta uno dei pilastri sui cui si fonda la formazione psicoanalitica degli allievi in training, ma costituisce anche un supporto nei momenti di empasse di percorsi con casi “difficili” e un monitoraggio di gruppi istituzionali. Dopo un’esauriente cornice teorica, il volume presenta un’esperienza esemplare di supervisione di una coppia al lavoro, didatta-allieva, che accompagna le varie tappe di un percorso di psicoterapia psicoanalitica.

cod. 1422.38

Centro di Psicoanalisi Romano

Dissociazione scissione rimozione

I diversi punti di vista teorici secondo i quali i fondamentali concetti psicoanalitici della dissociazione, scissione e rimozione vengono oggi utilizzati nella clinica. Il volume raccoglie una serie di contributi recenti su questi temi da parte di psicoanalisti italiani appartenenti alla Società Psicoanalitica Italiana.

cod. 1215.5.2

Claudio Neri

Il Fattore F in psicoanalisi e in psicoterapia di gruppo

GRUPPI

Fascicolo: 3 / 2011

La nozione di fede - diversamente da quelle di «Illusione», «Capacità di tollerare le frustrazioni », «Investimento libidico» - non ha trovato un posto ben definito nella teoria psicoanalitica. Bion si è occupato di F (fede), per ciò che riguarda la sua funzione nel lavoro scientifico. Secondo Bion, è necessario un «Atto di fede» per dare consistenza ad alcune ipotesi e intuizioni, che emergono durante le sedute analitiche e che corrispondono a fatti, la cui esistenza non è considerata dalle più comuni teorie. Lo scopo dell’autore è riprendere le sue proposte, mettendo in evidenza la rilevanza clinica di F ed elaborando una concezione che risulti utile nel lavoro analitico. La prima parte del testo è dedicata all’esame delle aree nelle quali fede e fiducia si sovrappongono e di quelle nelle quali invece si divaricano. Ad esempio, la fede possiede un carattere propulsivo ed attivante, che non è parimenti rappresentato nel rapporto di fiducia. La seconda parte prende in considerazione F come fattore di una funzione psichica dell’analista, che è necessaria per riuscire a sostenere un paziente che si sente disperato e privo di risorse, attendendo che il suo desiderio di vivere si presenti nuovamente. L’ultima parte esamina F, vedendolo dal punto di vista del paziente e studiando le trasformazioni cui può andare incontro durante l’analisi.

L’articolo mette in luce la figura del Genius loci come analoga a quella di un leader e la sua capacità di cogliere le tonalità affettive di ciò che accade nel gruppo. Inoltre, il Genius loci svolge la funzione di stimolare la partecipazione dei membri, promuovendo la condivisione di pensieri ed emozioni. Altre funzioni svolte dal Genius loci riguardano il mantenimento dell’identità del gruppo e la promozione del senso di appartenenza dei membri; a questo riguardo, è importante la sua capacità di rendere familiari luoghi ed oggetti (domesticazione). Il Genius loci, infine, assicura la continuità affettiva del gruppo nei momenti di trasformazione o di crisi, e mantiene l’armonia tra i diversi elementi della vita del gruppo.