LIBRI DI GIAN PRIMO CELLA

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Gian Primo Cella

Le istituzioni e le relazioni industriali

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 172 / 2021

Questo breve saggio considera il ruolo ed il significato delle istituzioni nelle relazioni industriali e nella più ampia realtà sociale a partire dalla bella e importante ricerca di Lauralba Bellardi del 1989 sulle istituzioni bilaterali nel settore edile. L’argomento non è nuovo nella teoria delle relazioni industriali, che si è misurata spesso con il processo di istituzionalizzazione, ovvero con quel processo che mira non solo a fornire stabilità al sistema ma anche a regolare il conflitto sottostante. Un invito inatteso al ritorno su questi temi è fornito da un recente contributo del filosofo politico Roberto Esposito, che riprende i contributi dell’istituzionalismo giuridico. Una corrente di pensiero, forse dimenticata nelle riflessioni di questi ultimi decenni, che permette di svelare molti punti deboli delle relazioni industriali italiane. Relazioni che hanno attraversato un rilevante processo di istituzionalizzazione, senza tuttavia pervenire alla creazio-ne e alla sperimentazione di vere e proprie istituzioni, prime fra tutte quelle della partecipazione sui luoghi di lavoro (secondo l’ispirazione dell’art. 46 della Costituzione).

Gian Primo Cella

Quale futuro per la contrattazione collettiva?

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 150 / 2016

L’oggetto di questa «Lezione Gino Giugni» è il futuro della contrattazione collettiva e delle relazioni industriali. Tale futuro è incerto, e di conseguenza è incerto il destino del diritto del lavoro e delle stesse relazioni industriali come campo di studi. Le difficoltà della contrattazione sono rilevabili attraverso molteplici indicatori: la riduzione del tasso di copertura contrattuale, il forte decentramento, la scomparsa di livelli contrattuali ben affermati nel contesto europeo, l’indebolimento degli attori collettivi, l’aumento di estensione del lavoro non standard. Gli economisti hanno cercato di spiegare le ragioni di questo declino, sia pure non calcolando i costi delle esternalità prodotte dal declino stesso. Sugli scenari europei i mutamenti sono rilevanti e si traducono soprattutto nel declino della contrattazione di industria o di settore, e nel sostegno (nazionale e di fonte UE) ad un forte decentramento dell’attività contrattuale e delle connesse clausole di apertura. Se si considerano i caratteri generali è possibile parlare di una nuova forma di convergenza fra le diverse esperienze del modello europeo, segnate da una perdita di vitalità delle tradizionali relazioni industriali pluraliste. Si è detto così che il modello sociale europeo sta perdendo la sua anima. La lezione si chiude invitando non solo ad una applicazione degli insegnamenti teorici di Gino Giugni ma anche ad una rivisitazione della sua straordinaria esperienza di protagonista delle relazioni industriali italiane nella seconda metà del XX secolo.

Gian Primo Cella

Chi traccia i confini?

TERRITORIO

Fascicolo: 67 / 2013

Globalisation seems to be interrupting the history of borders, which has been in progress for almost 1,000 years. Interpretations which are not based on the spatial limits and determinations of borders are spreading in social sciences, policies and everyday language, and post-modern thinking seems to gain nourishment from this. However, there is something which fails to convince in this perspective because it is not explained by a reduction in borders and in their dynamics on international borders between states and on the borders between the different areas in which political authority acts. The effects of globalisation on borders are not all in the same direction. They do not all move towards abolishing them, breaking them down and reducing them. We must think about who draws or redraws borders and rediscover the role of professional intellectuals (sometimes also politicians) in proposing and creating distinctions as sources of meaning. Borders, real or metaphorical, will be essential for these distinctions. The history of borders has not come to a halt.

Gian Primo Cella

Mercato senza pluralismo. Relazioni industriali e assetti liberal-democratici

SOCIOLOGIA DEL LAVORO

Fascicolo: 131 / 2013

Il saggio, a partire da una riflessione più generale sulla natura della crisi economico- finanziaria del capitalismo moderno, focalizza l’attenzione sul funzionamento e sul futuro delle democrazie pluraliste, ovvero gli assetti fondati sull’operare di quelle organizzazioni e associazioni autonome che contribuiscono al governo, o meglio, alla governance delle società entro i quali hanno vissuto (sia pure con fratture drammatiche) le convivenze politiche lungo tutto il XX secolo. L’avvento dei mercati globali, delle strategie di risanamento finanziario orientate dalle istituzioni economiche sovranazionali, delle procedure globali di riorganizzazione produttiva ispirate al World Class Manufacturing hanno gradualmente compromesso il rapporto fra mercato e pluralismo. Mancano, o si rivelano inadeguate, le istituzioni in grado di regolare i mercati globali e quando esse esistono, come nella governance economica transnazionale, non favoriscono il metodo dell’accordo, strumento principe delle relazioni pluraliste. Nel contempo scompare un altro dei protagonisti della scena del pluralismo, il partito di massa, progressivamente sostituito da partiti orientati soprattutto a partecipare in modo esclusivo alla spartizione delle cariche pubbliche. Inoltre, i processi di ridefinizione interna dei confini attraverso i movimenti localisti favoriscono la trasformazione dei conflitti di interesse in veri e propri conflitti di identità. Tempi duri quindi per il pluralismo e per le organizzazioni collettive di rappresentanza degli interessi, alla costante ricerca di un nuovo e più sostenibile equilibrio in uno scenario sempre più influenzato dalle logiche del mercato.

Il volume, con l’intento di proporre una serie di approfondimenti sui principali ambiti di cambiamento del lavoro, considera alcuni fra i più significativi ambiti problematici e alcune sfide per il futuro, e si chiude con una riflessione sullo specifico contributo che la sociologia del lavoro può dare, così come ha fatto finora, all’analisi del mondo del lavoro.

cod. 1529.2.114

Gian Primo Cella, Tiziano Treu

Per una difesa delle relazioni industriali

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 123 / 2009

Per una difesa delle relazioni industriali - While recognizing the weakness of Italian industrial relations with respect to the British context, in academic and associative terms as well as in terms of empirical research, the Authors stress the frequent attacks to which industrial relations, both as a field of study and as social and economic practice, are exposed also in Italy in recent years. At the same time, the Authors emphasize the persisting, greater value of the critical and multidisciplinary approach typical of industrial relations for the analysis and regulation of the employment relations in contemporary societies, with respect to more unilateral and prescriptive approaches of other analytical perspectives such as those of some economists and of HRM, also in the light of the recent economic crisis. The Authors conclude, in agreement with their British colleagues, by stressing the fundamental contribution of industrial relations not only to the study and the practical regulation of the employment relations, but also to the building of the industrial citizenship, and through this way to the defence of the quality of democratic life.

Roberto Fasoli, Gian Primo Cella, Mimmo Carrieri, (interventi di)

Il sindacato è in declino?

ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE

Fascicolo: 3 / 2005