LIBRI DI GIANCARLO RIGON

Maria Grazia Foschino Barbaro

Minori stranieri non accompagnati tra vulnerabilità e resilienza

Percorsi di accoglienza, presa in carico, tutela e cura

Cosa guida il viaggio dei minori stranieri che, da soli, si avventurano in percorsi e luoghi ricchi di ostacoli e pericoli, mettendo a serio rischio la propria sopravvivenza? Quali strategie e azioni mettere in campo per consentire la positiva inclusione e l’opportuna partecipazione alla costruzione del progetto di vita di questi minorenni? Attraverso una pluralità di voci, questo volume offre una panoramica sul tema che abbraccia la complessità del fenomeno dal punto di vista psicologico, normativo, socio-educativo e specialistico.

cod. 219.6

Giancarlo Rigon

Dalla chiusura delle scuole speciali alla salute mentale dell’età evolutiva

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2018

L’infanzia e l’adolescenza sono state oggetto di una legge altrettanto radicalmente innovativa nell’ambito della salute mentale della Legge 180; si tratta della Legge 517, varata l’anno precedente, il 4 agosto del 1977. Essa prevedeva l’abolizione delle scuole speciali e delle classi differenziali e la conseguente apertura della scuola a tutti i bambini, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche, psichiche o culturali. La integrazione dei bambini e degli adolescenti con disabilità nella scuola di tutti, è la storia del superamento della scuola come istituzione che emargina ed isola dal proprio contesto di vita. La legge è uno dei risultati conquistati dal movimento generale di richiesta di migliori condizioni di lavoro, di maggiori libertà civili e servizi sociali che ha caratterizzato il nostro Paese per un decennio a partire dalla fine degli anni sessanta. In quel contesto maturarono e si realizzarono alcune importanti esperienze di rinnovamento delle strutture manicomiali, in particolare quella di Gorizia condotta da Basaglia. Si descrive qui l’esperienza che si svolse a Bologna e che coinvolse anche la psichiatria dell’età evolutiva. Fu il risultato della collaborazione fra amministrazione comunale e clinica psichiatrica universitaria e realizzò con largo anticipo sulle riforme nazionali sia una riorganizzazione dell’assistenza psichiatrica secondo il modello del "Settore" che la chiusura delle scuole speciali, condotte secondo i principi della prevenzione e gestione sociale dei servizi della collettività. Viene infine discusso il rapporto fra la psichiatria per gli adulti e quella per l’età evolutiva sottolineando come il distacco sul piano della formazione e della ricerca e su quello clinico assistenziale fra queste due discipline, abbia avuto conseguenze negative per entrambe e come l’ingresso della Neuropsichiatria infantile nel Dipartimento di Salute Mentale, avvenuto di recente in alcune regioni, possa rappresentare l’occasione per un reciproco arricchimento.

Jutta Beltz, Luisella Canepa, Andrea Castiello d'Antonio, Silvano Massa, Paolo Migone, Pietro Pascarelli, Mariangela Pierantozzi, Giancarlo Rigon

Riviste

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 2 / 2011

Giancarlo Rigon, Stefano Costa

Normalità e patologia in adolescenza

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 2 / 2010

Il concetto di normalità è cambiato nel tempo in rapporto ai mutamenti sociali e culturali. Nel campo della psichiatria del bambino e dell’adolescente la definizione di normalità e di patologia deve tener conto della evolutività che caratterizza questo periodo della vita. Il limite che separa la normalità dalla patologia è fortemente messo in discussione dal cambiamento delle regole di comportamento sociale in atto in questi anni. Di fronte a questi segnali di cambiamento della "normalità", ci si chiede quali saranno le conseguenti modi_ che relative allo sviluppo psicologico e sociale dei bambini e degli adolescenti. Per dare risposta a questa domanda sono stai presi in esame i risultati di due studi che gli Autori hanno dedicato all’analisi del rapporto fra uso di sostanze e autolesionismo e psicopatologia in adolescenza. Pur nella diversità della casistica considerata, il fattore fragilità rappresenta l’elemento in comune che risulta significativo nel passaggio da una condizione di normalità alla patologia franca. A partire da questo dato, vengono svolte alcune rifl essioni che investono la definizione del concetto di fragilità, il valore dell’approccio diagnostico strutturale, la perdita della centralità dell’Io e del conflitto nel guidare lo sviluppo del bambino e dell’adolescente a favore delle esigenze di sostegno narcisistico, le conseguenze che un tale viraggio ha sulla pratica terapeutica orientandone il passaggio dalla interpretazione al setting.