
In questo commento all’articolo di Santamato (2025) vengono messe brevemente in luce alcune premesse necessarie per comprendere la prospettiva atmosferologica e la sua potenziale rilevanza per la clinica psichiatrica e psicoterapeutica. Questa esplorazione richiede infatti di abbandonare una epistemologia individualistica, tipica della modernità, compiendo un movimento verso un paradigma che considera il sé come un fenomeno emergente. Questo concetto è già presente in molte esplorazioni fenomenologiche, ma anche nella psicologia e nella psicoterapia della Gestalt e, oggi, nelle scienze della complessità e nelle neuroscienze. Il sé, e quindi la persona, in questa prospettiva è un fenomeno emergente da uno sfondo in cui i poli della soggettività e della oggettività non si sono ancora definiti. Le atmosfere, tonalità affettive diffuse nella situazione, sono tracce di questo processo e informano il clinico sulle forze che si muovono nel campo che nell’incontro prende forma.