Il lavoratore in cassa integrazione è, a tutti gli effetti, in una condizione di job insecurity (insicurezza occupazionale), in quanto vive una situazione di minaccia di perdita del lavoro, temporanea o definitiva. La job insecurity è, per i lavoratori, un vissuto particolarmente intenso durante i cambiamenti e le crisi aziendali, definibile come la percezione e la preoccupazione di non poter mantenere la propria condizione lavorativa. Se gli studi sulla job insecurity hanno inizialmente riguardato quasi esclusivamente i giovani e i precari che dovevano entrare nel mercato del lavoro, con la crisi del 2008 e la conseguente stagnazione e recessione economica, essa sta interessando sempre di più tutte le fasce d’età e lavoratori con contratti lavorativi stabili e lunga anzianità organizzativa, con implicazioni differenti in termini di conseguenze per gli individui. A livello italiano i contributi sono ancora esigui, poiché solo recentemente il fenomeno sta assumendo dimensioni rilevanti, anche perché le politiche sociali e legislative hanno cercato di tutelare, almeno fino alla fine degli anni Ottanta, i contratti a tempo indeterminato, e quindi la sicurezza del posto di lavoro. Da allora a oggi il mondo del lavoro in Italia ha subito radicali cambiamenti, dovuti alla globalizzazione e alla conseguente necessità delle organizzazioni di doversi riposizionare nel mercato, che hanno generato smarrimento e una percezione di minaccia per gli attori coinvolti. La presente ricerca si è focalizzata sullo studio di alcuni effetti della job insecurity (stress generale percepito, burnout, prospettiva occupazionale futura) in una specifica professione del trasporto aereo civile, gli Assistenti di volo, operanti in una compagnia aerea italiana che dal 2011 ha una procedura di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) in corso. Lo studio, condotto su un campione di 113 Assistenti di volo, intende indagare la relazione tra job insecurity e alcune variabili di malessere lavorativo individuale: stress generale percepito e burnout. Inoltre è stata utilizzata la prospettiva occupazionale futura come variabile "esplicativa" (mediatore) della relazione causale tra job insecurity e i due outcomes considerati, ipotizzando che l’insicurezza circa la propria condizione lavorativa inducesse una riduzione delle aspettative positive circa il proprio futuro lavorativo e che, a sua volta, tale riduzione favorisse sia un aumento dello stress nella vita dei lavoratori, sia un aumento del burnout lavorativo. I risultati confermano l’ipotesi di una relazione positiva tra le variabili prese in esame. È possibile dunque sostenere che lo status di cassa integrato costituisca uno stressor intenso e duraturo, percepito come minaccioso rispetto alla propria condizione occupazionale e che induce vissuti di impotenza nei lavoratori. La percezione di incertezza porta ad assumere un atteggiamento negativo verso il futuro, che a sua volta genera una percezione di stress nelle situazioni di vita e dà origine a burnout lavorativo.