L’autore dopo una breve storia dell’evoluzione della psicosomatica riferita alle categorie interpretative di monismo-dualismo, mostra come la psicologia analitica costituisca un ponte efficace nell’attraversare e rivisitare le molteplici espressioni del paradigma psicosomatico, inclusa quella di un suo superamento. Attraverso alcuni principi cardini della teoria junghiana, l’archetipo e la sincronicità, procede alla ricerca di un nuovo postulato. Il rapporto tra psiche e materia è sempre sincronistico e questo apre a realtà che ancora non ci è dato conoscere. Suggerisce di studiare e approfondire con l’applicazione clinica la compresenza del noumeno insaturo archetipo con la sincronicità, per superare l’attuale visione di inusitata modalità di lavoro e rendere tale contemporaneità energetica collocabile, dalla psicologia, fra gli oggetti di sua legittima indagine, da accogliere e descrivere. La visione attuale sancisce la fine della teorizzazione del paradigma psicosomatico a favore di una modalità di lavoro.