L’uso della lingua e dei risultati dei test linguistici come garanzia dell’integrazione da parte di immigrati è diffuso in molti paesi europei ed extra-europei, ma ciò non è privo di problemi sia dal punto di vista teorico sia da quello applicativo. In particolare, la normativa italiana è animata soprattutto da intenti simbolici, burocratici e centralistici di politica linguistica. La funzione che la lingua e i test in essa assumono è quella di gate-keeper, di filtro, di barriera all’accesso, piuttosto che di door-opener, cioè di strumento che crei opportunità di accesso e di partecipazione alla vita civile.