
L’autore affronta le dinamiche che caratterizzano i rapporti in cui le persone sembrano uni-te in modo tale da vivere dei rapporti emotivamente “fusionali”, da rendere impossibile una separazione senza sentirsi mancanti di una parte di sé. Propone, secondo le linee teoriche di Loewald e di Mitchell, di considerare l’importanza nello sviluppo del funzionamento mentale dell’esperienza di “densità affettiva indifferenziata” con l’altro, precocemente iscritta nella men-te del soggetto, attraverso vere e proprie rappresentazioni pre-verbali e inconsce. Prospetta l’incontro con uno psicoanalista, come possibilità di entrare in contatto con questa “configura-zione relazionale” per dare uno spazio e un tempo in cui questo livello dell’interiorità del pa-ziente possa manifestarsi, prendendo forma di esperienza soggettiva e di sviluppo futuro.