
I Borbone, l'Europa e l'imperialismo mediterraneo 1734-1850
È il 1838 quando la monarchia borbonica sigla un contratto con i francesi Taix e Aycard, attribuendo alla Compagnie des soufres de Sicile la gestione quasi monopolistica del minerale presente sull’isola. L’accordo suscita le ire della Gran Bretagna, trascinando Napoli e Londra alle soglie di un conflitto armato. Attraverso il racconto della querelle zolfifera, il volume ricostruisce il declino degli assetti sanciti dal Congresso di Vienna e la rinnovata centralità del Mediterraneo, sulle cui acque si tessono e si rimodulano alleanze, si misurano ambizioni ed egemonie, maturano progetti politici e diplomatici di portata globale.
cod. 1573.484
Bande armate, criminalità e ordine pubblico in Sicilia dopo l'Unità
Implacabile nemico dei briganti siciliani, nel 1878 il magistrato Giuseppe Di Menza dà alle stampe l’opuscolo I Masnadieri maurini, in cui racconta la storia della feroce banda proveniente dal borgo di San Mauro Castelverde. Attraverso la rilettura del suo pamphlet, riedito qui in versione integrale con il commento di storici e giuristi, questo volume propone una riflessione a più voci sul brigantaggio isolano, sulle sue molteplici rappresentazioni e sulla percezione, spesso controversa, del fenomeno.
cod. 1573.479
Mobilitazione politica, conflitti civili e bande armate nel Mezzogiorno del 1820
I moti del 1820 rappresentano il banco di prova di un global liberalism che unisce l’Europa e le Americhe. Nel Mezzogiorno borbonico le sollevazioni assumono delle dinamiche particolari: la proiezione internazionale degli insorti convive infatti con la persistenza di identità e conflitti locali, che oppongono Napoli alla Sicilia, e provocano una vera e propria guerra civile, seguita dalla comparsa di bande armate a sostegno dei diversi schieramenti. Il volume propone una lettura aggiornata di questi eventi, valorizzando le complesse dinamiche che segnano il tramonto dell’ancien regime e l’esordio della Nuova Politica.
cod. 1573.477
Il saggio ricostruisce la vicenda dell’Istituto Superiore di Studi Commerciali, sorto a Catania nel 1920 come "costola" della Facoltà di Giurisprudenza ma destinato a diventare l’antenato della Facoltà di Economia e Commercio, che sarà infine istituita nel 1935. L’Istituto si caratterizza da subito per una grande rilevanza: è un centro di sperimentazione di modelli e teorie economiche applicate al Mezzogiorno ma di respiro internazionale, è in grado di attrarre protagonisti di punta della scena italiana ed europea, è anche il simbolo delle trasformazioni politiche che investono l’Italia nel passaggio dallo Stato liberale al fascismo.
Il saggio rappresenta un contributo tecnico-scientifico presentato all’Assessorato Siciliano dei Beni Culturali come supporto didattico per la valorizzazione della storia della Sicilia. Ad un’agevole riflessione sui mutamenti della vicenda isolana in età moderna e contemporanea viene così affiancata una proposta dettagliata di interventi ed iniziative rivolte alle Scuole.
Il saggio ricostruisce le strategie di State e Nation building attuate da Ferdinando di Borbone durante il decennio inglese: attraverso il Giornale di Affari scritto dal re tra il 1812 ed il 1815, e grazie alle sue corrispondenze con i personaggi più in vista dello scenario internazionale, emerge un ritratto inedito di questo sovrano, capace di riappropriarsi del controllo sui suoi territori vincendo l’opposizione delle classi dirigenti siciliane, "sbaragliando" i suoi competitors ed attuando un complesso progetto di modernizzazione del Regno, basato sullo svecchiamento amministrativo, sul rilancio economico, su prassi e linguaggi della "nuova politica".