@article{61970, year={2018}, issn={1972-5620}, journal={RICERCHE DI PSICOLOGIA }, number={2}, volume={41}, doi={10.3280/RIP2018-002001}, title={Il ruolo delle affordances e il sé agente nella cognizione del rischio}, abstract={Muovendo da una prospettiva embodied, il contributo propone un ragionamento sui meccanismi neuropsicologici che potrebbero essere implicati nella cognizione del rischio. A partire dall’ingente mole di ricerche compiute negli ultimi anni in ambito neuroscientifico e avendo come sfondo la nuova concezione del funzionamento cognitivo conseguente la scoperta dei neuroni specchio, si sosterrà che la percezione/cognizione del rischio coinvolge la dinamica affordance/agency e gli stati emozionali ad essa connessi. Si avanzerà l’ipotesi che, in una data situazione, la configurazione che si viene a creare tra la rappresentazione delle "mie possibilità di azione" (agency) e le opportunità di azione offerte dalla situazionestimolo (affordances), guidi la scelta del comportamento da adottare e, nel corso degli anni, sostenga l’approccio favorevole o sfavorevole nei confronti delle sollecitazioni esterne. Partendo dall’idea di "rappresentazione" come risultato della simulazione motoria delle azioni, l’idea proposta è che il livello di tolleranza al rischio (nelle situazioni quotidiane) sia collegato al tipo di configurazione prodotta dai processi simulativi; questi ultimi sarebbero innescati dalla percezione delle possibilità affordative insite in una situazione rispetto alle potenzialità di azione che "mi riconosco" (autoefficacia). A livello neurale, la configurazione emergerebbe per effetto della forza sinaptica dovuta ai segnali più o meno positivi che si ricevono dall’esterno (meccanismi di ricompensa/punizione), che rinforzerebbe alcune connessioni a scapito di altre (teoria del Darwinismo neurale). Come si formano gli schemi associativi affordance/agency nel corso dell’esperienza e come emergono le configurazioni/rappresentazioni che attualizzano di volta in volta le singole risposte adattive? Quali sono le condizioni o i fattori che favoriscono lo sviluppo di un adeguato atteggiamento nei confronti del rischio, tale da evitare gli effetti, sia dell’eccessiva propensione quanto dell’avversione al rischio? Questi i temi su cui il contributo intende riflettere, abbozzando risposte in linea con l’impianto concettuale adottato, nell’intento di tracciare altresi possibili piste di ricerca anche in ambito educativo e formativo.} url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=61970}, author={Daniela Mario} pages={187-219}, language={IT}}