TY - JOUR PY - 2018 SN - 1972-5620 T1 - Pena, punizione e riparazione nel processo penale minorile. Uno studio valutativo sui risultati degli interventi di mediazione JO - RICERCHE DI PSICOLOGIA DA - 10/15/2018 12:00:00 AM DO - 10.3280/RIP2018-003011 UR - http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=62521 AU - Tamanza, Giancarlo AU - Gennari, Marialuisa AU - De Angeli, Ettore SP - 499 EP - 513 IS - 3 VL - 41 LA - IT AB - Il processo penale minorile assume in Italia una "configurazione speciale", protesa verso il recupero e la riabilitazione del minore e ad evitare che le sanzioni irrogate producano effetti distruttivi nella sua evoluzione psicosociale (DPR 488/88). Per tale ragione i diversi istituti previsti e l’organizzazione processuale stessa sono ispirati più ad una logica riparativa che ad una logica punitiva. Ciò determina che solo in una misura limitata ed estrema il processo si chiuda con l’irrogazione e la successiva esecuzione di una pena e che invece si faccia prevalentemente ricorso ad altri istituti che già nel corso del procedimento favoriscano l’avvio di un percorso riabilitativo. In questo quadro da un paio di decenni è stata introdotta in numerosi distretti giudiziari la pratica della Mediazione Penale. Il contributo presenta i risultati di una ricerca valutativa sui risultati ottenuti attraverso un intervento sperimentale di Mediazione Penale realizzato in un distretto giudiziario del Nord Italia. I risultati dell’indagine condotta consentono di identificare alcuni fattori e condizioni di esercizio associati all’esito dell’intervento ed anche elementi che contribuiscono a delinearne la specificità e le implicazioni di ordine psicologico. I risultati più significativi sono due. Da un lato è stata verificata una buona efficacia degli interventi, ma - allo stesso tempo - alcune importanti criticità nella loro messa in opera. Al di là della quota molto limitata di situazioni che pur essendo state inviate dalla magistratura non hanno mai avuto accesso al servizio (nel 6.0% dei casi la vittima o l’autore del reato non si sono resi disponibili nemmeno per effettuare il colloquio informativo e preliminare) è stato rilevato che solo nel 57.1% dei casi avviati è stato possibile portare a compimento il percorso (cioè realizzare l’incontro diretto tra l’autore del reato e la persona offesa): in queste situazioni l’esito è stato positivo nel 78,5% dei casi. Nel 42.9% dei casi, invece, l’intervento è stato interrotto dopo la fase preliminare (in cui la vittima e l’autore del reato sono stati incontrati individualmente). PB - FrancoAngeli ER -