L’Autore sottolinea l’importanza di distinguere le due forme fondamentali della depressione: una più grave, erede dell’antica psicosi maniaco-depressiva ed un’altra più lieve, di tipo nevrotico (la distimia). Nella famiglia d’origine del depresso si incontra generalmente una coppia genitoriale con una buona intesa, con una relazione complementare, ed il fallimento delle funzioni genitoriali sotto il segno di un livello di richieste alto, senza valorizzazione. Squalificato, il paziente tende a sua volta a costruire una coppia complementare, che si irrigidisce quando, dopo essere state frustrate le aspettative di protezione e valorizzazione, intervengono i sintomi a chiudere il cerchio della squalifica. Il distimico, invece, proviene da una famiglia con dei genitori che non hanno una buona intesa, che lo "triangolano", e favoriscono la coalizione con uno di loro e l’antagonismo con l’altro. Imitando il modello dei genitori, il paziente tende a costruire una coppia simmetrica, nella quale i sintomi si integrano, prendendo parte ai giochi di potere. L’intervento terapeutico si concentrerà principalmente sulla coppia. Nel caso della depressione grave, si include anche un approccio con la famiglia d’origine ed un lavoro individuale con il paziente.