LIBRI DI ROSA M. CALCATERRA

Rosa M. Calcaterra

William James's Naturalism Within the Common Project of Pragmatist Philosophy

RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA

Fascicolo: 3 / 2017

The paper focuses on James’s naturalism as a paradigmatic indicator of the common project of the pragmatist movement that, in contrast with prevailing interpretations, is presented as consisting of differentiated yet complementary ways to perform philosophical activity. The author reconstructs James’s main epistemological, ethical and metaphysical arguments aiming at showing how his philosophy is embedded to Darwin’s biology in such a way that represents the theoretical signposts of pragmatism, especially the shared attentiveness to continuism and fallibilism. The article particularly underlines James’s disapproval of both ontological and methodological reductionisms as well as his denunciation of the various forms of dogmatism generated from philosophical or scientific craving for "absolutes". Such an attitude merges James’s contingentism that is in fact coherent with his criticism of the interpretation of the Darwinian principle of "natural selection" in an absolutist key as well as with his appreciation of Darwin’s suggestion of ambiguity as the most authentic cipher of physical and human reality.

Rosa M. Calcaterra

The ambiguity of norms. Steps towards a new pragmatic anthropology

PARADIGMI

Fascicolo: 3 / 2016

The paper aims at indicating the relevance of the issue of normativity for the construction of a "new" philosophical anthropology focused on the pragmatic criteria embedded with classical pragmatism, late Wittgenstein’s philosophy, and neo-pragmatism alike. In particular, their common project of putting aside the traditional foundationalism will be considered in order to checking whether and how is it possible to picture an image of the human being that eludes the narrow path of traditional metaphysics without however falling prey of a theoretical outlook fostering epistemic and ethical skepticism. Accordingly, the paper concentrates on R. Rorty’s "linguistic pragmatism" since it allows to tackle some pivotal questions about the philosophical-anthropological pragmatist and Wittgenstein’s orientation. In particular, the following two intertwined questions will be addressed: (1) what is the anthropologically relevant point in Rorty’s attempt to shift the very focus of pragmatist philosophy from the concept of experience to that of language? (2) Which kind of anthropological contribution should we grant to his defense of contingentism as against transcendentalism/metaphysics, and specifically to the theme of the change in vocabularies?

Rosa M. Calcaterra

Post-filosofia e migliorismo La sfida estetica di Richard Rorty

SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA)

Fascicolo: 44 / 2012

La centralità della categoria temporale del futuro e la preminenza della "conversazione umana" sono gli aspetti basilari della versione rortiana del pensiero democratico americano e della filosofia pragmatista. Nel rinnovare gli assunti di base del migliorismo statunitense, Rorty chiama in causa le consonanze tra autori come John Dewey e William James e le istanze anti-fondazionaliste provenienti dall’Europa, in vista di un ripensamento radicale della pratica filosofica. Essa va intesa non più alla stregua di una ricerca dei fondamenti ultimi della realtà ma piuttosto come un impegno edificante basato sul criterio della Social Hope. Gli autori del pragmaatismo sono frequentati con disinvoltura da Rorty, che condivide con James e particolarmente con Dewey la fiducia nella capacità costruttiva dell’intelligenza umana e nella cooperazione sperimentale degli individui, accantonando invece Peirce e la sua importante nozione di "infinite hope".

Germana Ernst, Rosa M. Calcaterra

Virtù ascosta e negletta.

La Calabria nella modernità

Partendo da taluni aspetti del pensiero del filosofo Campanella, il volume si sofferma su alcuni momenti della vicenda storica e culturale della Calabria: dalla stagione umanistica e della prima modernità (dall’Accademia Cosentina alla filosofia nuova di Telesio, alla partecipazione al dibattito sulla nuova scienza) fino alle immagini stereotipate dei secoli successivi.

cod. 495.221

Rosa M. Calcaterra

John Dewey e la fede laica

SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA)

Fascicolo: 35 / 2009

John Dewey e la fede laica - Lo sfondo religioso del pensiero di John Dewey ha una forte incidenza sulla sua concezione della democrazia, la quale tuttavia prevede espressamente l’affrancamento dalle credenze nel soprannaturale. Il carattere ‘quasi-religioso’che egli assegna agli ideali democratici è un’espressione peculiare di un ‘naturalismo umanistico’ che valorizza la capacità immaginativa e la conoscenza scientifica, quali strumenti basilari per sviluppare le migliori possibilità umane, prescindendo dall’individualismo e da ogni forma di dogmatismo. La complessità del pensiero deweyano, delle sue fonti di ispirazione così come delle sue istanze più originali, sembra offrire sufficienti motivi tanto per mitigare i rischi di un incauto scientismo quanto per lasciare spazio a un ulteriore approfondimento del problema delle credenze religiose, problema che, nel nostro tempo, appare tutt’altro che secondario.

Ferruccio Andolfi, Rosa M. Calcaterra, Giusi Baldissone

Note di lettura

SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA)

Fascicolo: 27 / 2006